Quid novi?

O Platano felice


Oggi, dodicesimo anniversario del blog, festeggio non con un mio sonetto, ma con una anacreontica di Jacopo Vittorelli, conosciuto come il re delle anacreontiche.O Platano feliceO Platano felice,Ch'io stesso un dì piantai,Bello fra quanti maiLevano il capo al ciel;Come sì presto, dimmi,Le folte braccia hai stese,Nè l'ira mai ti offeseDi turbine crudel?Quel nome, che t'impressiNe la corteccia verde,Lungi da te disperdeIl nembo struggitor.Anch'io lo porto in senoScritto per man d'Amore;Ma sento nel mio coreFremere il nembo ognor.Jacopo Vittorelli (Bassano del Grappa, 10 novembre 1749 - 12 giugno 1835)I Poeti minori dell'Ottocento a cura di Ettore Janni. Classicisti e romantici. Biblioteca Universale Rizzoli, 1955, pag. 18 (Anacreontiche a Irene).Anacreontica: Odicina, o canzonetta, ad imitazione dello pseudo-Anacreonte: il titolo, a denotare uno speciale componimento, si divulgò nel Settecento in seguito alle Anacreontiche di Iacopo Vittorelli: v. anacreonte; fortuna postclassica (Enciclopedia Italiana Treccani online).