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Cosa fatta capo ha


Cosa fatta capo haLa locuzione "cosa fatta capo ha" è variamente definita nei vocabolari, ma il significato tende sostanzialmente ad indicare che, allorché qualcosa è stato definito, non si può tornare indietro, che i patti sono irrevocabili.L'espressione è stata usata da Dante nella Divina Commedia (Inferno, XXVIII, 106-108: "gridò: «Ricordera'ti anche del Mosca, / che disse, lasso!, "Capo ha cosa fatta", /che fu mal seme per la gente tosca».) e trova la sua giustificazione in un fatto avvenuto nel 1216.Il Mosca del verso 106 è Mosca Lamberti, appartenente alla famiglia che ordì la vendetta nei confronti di Buondelmonte dei Buondelmonti, il quale era venuto meno all'impegno di sposare una ragazza della famiglia Amidei.Gli Amidei si accordarono con i Lamberti, gli Uberti ed altri, per trovare una vendetta, vendetta che fu proposta per l'appunto da Mosca Lamberti il quale, si dice, affermò il principio secondo cui "cosa fatta capo ha", ciò che è stato promesso deve essere mantenuto.Si dice -ma probabilmente la data ha valore puramente simbolico- che l'assassinio di Buondelmonte sia avvenuto a Ponte Vecchio, nel giorno stesso fissato per le mancate nozze: la mattina di Pasqua del 1216.Probabilmente le lotte decennali che fecero seguito all'omicidio costituirono l'origine di quelle tra Guelfi e Ghibellini.Tale etimologia è stata fornita dal Prof. Francesco Sabatini (coautore dello splendido Vocabolario Sabatini-Coletti) una domenica di alcune settimane or sono, nel corso di una puntata del programma tv del quale il professore è ospite fisso, dispensando una serie di chicche linguistiche.