Quid novi?

Il Delatore


Il DelatoreLe orecchie intente, gli sguardi bassiTu come un' ombra segui i miei passi:Se un lieve accento movo al compagno,Ratto ti sento sul mio calcagno.Va, sciagurato, mi metti orrore;Sei delatore!Ma quando mangi pan guadagnatoCon l'abjettezza del tuo peccato,La bieca larva del tradimentoNon ti sta presso? non n'hai spavento?Va, sciagurato, mi metti orrore;Sei delatore!Il sol la luce dovria negarti;Mai col tuo nome nessun chiamarti,Ma con quell'altro che ti dispensaPane e vergogna sull'empia mensa.Va, sciagurato, mi metti orrore;Sei delatore!Talora il ladro chiamo infelice;Degno di pianto la peccatrice;Da me un'ascosa lagrima oltieneSin l' omicida stretto in catene:Ma tu: tu solo mi metti orroreSei delatore!Va, sciagurato, cala il cappello,Ti ravviluppa nel tuo mantello,E se un'istante sul cor ti pesaLa mia parola, cerca una chiesa,E piangi, e grida: Pietà, Signore,Son delatore!Là solamente presso a quel tronoPuò la tua colpa trovar perdono;Impauriti dei tuoi tranelli,Più sulla terra non hai fratelli.Va, sciagurato, mi metti orrore;Sei delatore!Giovanni Prati (1814-1884)Da: Canti lirici, Canti per il popolo e Ballate, 1843 (https://books.google.it/books?id=yQMgAAAAIAAJ)