Quid novi?

L'Accademia della Crusca.


Fondata ufficialmente nel 1582-1583, l'Accademia della Crusca iniziò la sua attività nel decennio precedente, allorchè la "brigata dei crusconi" iniziò a riunirsi informalmente. Le riunioni avevano principalmente ad oggetto delle "cruscate" in luogo delle pedanterie della più seriosa Accademia fiorentina.Fondatori della Crusca furono considerati Giovan Battista Deti, il Sollo; Anton Francesco Grazzini, il Lasca; Bernardo Canigiani, il Gramolato; Bernardo Zanchini, il Macerato; Bastiano de’ Rossi, l’Inferigno, e dall’ottobre 1582 Lionardo Salviati, l’Infarinato, con l'arrivo del quale gli intenti del gruppo mutarono radicalmente.L'Infarinato attribuì addirittura un nuovo significato alle "cruscate" che non vennero perciò più intese quali bagattelle, ma come dotta attività di separazione della crusca dalla farina.Nel 1612 l' Accademia pubblicò il suo primo vocabolario. Ancora oggi essa è considerata il garante della purezza dell'italico idioma. Per notizie storiche in merito alla Crusca, non posso che rinviare allo splendido sito. Trovo di estremo interesse la sezione intitolata "Biblioteca virtuale", la cui consultazione consiglio vivamente: e se lo consiglio io, potete strafregarvene tranquillamente.Tra le attività dell' Accademia a difesa della purezza della lingua (attività, a dire il vero, un po' trascurata negli ultimi anni), merita di essere segnalato il tentativo, durante il Ventennio, di espungere dal lessico tutti i termini di derivazione straniera (ad esempio, diporto per sport, ecc.). Tale opera di pulizia avrebbe naturalmente richiesto l'approvazione delle tre massime Autorità dell' Epoca: il Papa, il Duce ed il Re. Pensavano gli Accademici che, superati i primi due ostacoli, il Re mollaccione non avrebbe creato problemi.In effetti, il Papa oppose, alla richiesta che prevedeva la sostituzione del francesismo "ano" con l'italianissimo "culo", il nome stesso dello Stato da lui governato. Dopo molte insistenze, gli Accademici riuscirono a convincere il Papa che, da quel momento in poi, il Vaticano sarebbe diventato il Vaticulo. Altrettanto ardua fu l'opera di convincimento nei confronti del Duce, ma, alla fine, anche il di lui genero Ciano sarebbe stato ribattezzato Ciculo.Con il cuore colmo di gioia per i successi ottenuti, gli Accademici andarono quindi a sbrigare l' ultima formalità. Con estrema sorpresa, dato il carattere notoriamente debole del Re, non ci fu modo di convincere Sua Maestà ad acconsentire alla pulizia lessicale. Netto fu il rifiuto di tramutare il Ciambellano in Ciambelculo, sicché, ancor oggi, troviamo la nostra bella lingua rovinata da insana esterofilia.Non toverete nel sito dell' Accademia della Crusca la storia sopra riassunta. Sarà colpa di Berlusconi e della censura da lui imposta? Ringrazio Gabriella per avermi fornito, con un suo post, l'ispirazione per queste mie righe, delle quali nessuno avrebbe mai sentito la mancanza.