Quid novi?

Taedium vitae


Tedio della vita; profonda noia, quale abituale stato dell'animo; disgusto esistenziale, dovuto alla mancanza di significato della vita. Lucrezio, Seneca ed Orazio hanno a suo tempo affrontato il tema di tale sentimento, profondo e negativo, che ai giorni nostri costituisce il carattere distintivo di quella che viene comunemente e genericamente definita depressione.Il tedium è qualcosa che supera i confini dell'insoddisfazione e del disagio che all'uomo moderno provoca la routine quotidiana e che viene a costituire una vera e propria condizione esistenziale dovuta alla constatzione che la vita è un nulla.Meglio perciò non essere filosofi ed accontentarci di imparare a saper cogliere in ogni attimo il senso dell'essere. Avevo già citato in un precedente post un cameo di Trilussa, intitolato Felicità (C’è un’ape che si posa - su un bocciolo di rosa: lo succhia e se ne va. - Tutto sommato, la felicità - è una piccola cosa.), che mi sembra bene illustrare come la felicità possiamo trovarla, senza nutrire grosse pretese, anche nel nostro piccolo tran-tran quotidiano.Certo, se fossimo uomini politici di sinistra, non avremmo il problema del tedium vitae dovuto al tran-tran quotidiano: avremmo infatti il trans-trans quotidiano e, come dice il popolino a Roma, "Ciccia ar culo" a tutti.