Quid novi?

Ciro.


L'aneddoto che riporto qui di seguito è tratto da "I viaggj di Ciro: con in discorso sopra la mitologia", Ramsay (Trad. F. Giannino Marsecco), Venezia, 1729, pag. 15."Il giorno dietro raguna Astiage un Consiglio di guerra per deliberare sopra i suoi movimenti. I Generali temendo di qualche imboscata di Merodaco se uscissero del loro Campo, consigliano di sospendcre qualunque azione fin al giugnere di nuovi rinforzi. Ciro impaziente di venir alle mani ascolta con ripugnanza le loro deliberazioni; ciò non ostante pel rispetto dovuto all' Imperadore e a tanti sperimentati Capi sta guardando un cupo silenzio; ma Astiage che parli gl ingiugne. Ecco allóra levarsi nel mezzo dell Assemblea il giovinetto Principe e con aria di modestia e di nobiltà esprimere questi senfi: Sulla dritta del Campo di Merodaco notai jeri un gran bosco or ora mene vegno dal farlo riconofcere; Il Nemico ha trascurato un tal pusto; puossi occuparlo col far calare uno Squadrone di Cavalleria per quel Vallone che giace alla nostra manca: Se l'Imperadore lo appruova, io mi vi trasferirò con Istaspe.Se ne tacque arrossò e temè di aver troppo detto. In età si verde ammirò ciascuno il genio di lui per la guerra. Astiage sorpreso dall' aggiustatezza e dalla vivacità d un tale spirito, comandò che si seguisse il consiglio del Principino e che ognuno si allestisse all' imminente conflitto."Seguì l'aspra battaglia, nel corso della quale il seicenne Ciro mise in mostra le sue doti di coraggio, astuzia, avvedutezza e sagacia. Ma, dopo la battaglia, mostrò soprattutto una dote che sembra ormai perduta: quella che gli antichi definivano "pietas":"Dopo il combattimento, Ciro, scorgendo la Campagna seminata di cadaveri, s' intenerì. Fu eguale la fua sollecitudine per gli Assirj feriti che per gli Medi. Diede tutti gli ordini necessarj per la lor guarigione: 'Son eglino Uomini come noi, diceva egli, nell' instante d' essere vinti non sono più nemici'."