Quid novi?

Quae dant quaeque negant, gaudent tamen esse rogatae


Quelle che danno e quelle che negano, tuttavia sono liete di essere richieste. Un traduzione un po' più libera potrebbe suonare "Te la danno o no, je piace che gliela chiedi".La frase costituisce il verso 345 del libro I dell' Ars amatoria di Ovidio.Il post, ovviamente, è di là da venire, in quanto non ho ancora la minima idea in merito al come svilupparlo. L'unico fatto certo è che non lo svilupperò parlando di Casini, così come ha fatto Giuliano Ferrara nel suo editoriale di pochi giorni fa sul "Il Giornale". Magari finirò per non svilupparlo proprio, dato che il concetto espresso, in sè considerato, offre molteplici interessanti spunti meditativi. E ciascuno può ovviamente meditare per conto proprio, come meglio gli aggrada.Del resto non condivido sotto alcun punto di vista la filosofia di vita insita nell' Ars amatoria e pertanto mettermi qui a fare polemica con Ovidio che è morto 2000 anni fa mi sembra alquanto fuori luogo. Se proprio devo essere costretto a mandare qualcuno a farsi fottere, dispongo di una amplissima pletora di cialtroni miei contemporanei da estrarre dal mazzo dei candidati al vaffa ... e se invece seguissi l'esempio di Ferrara?