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Lettera di Ferdinando Martini ad Amalia Flarer Depretis

Post n°4544 pubblicato il 28 Ottobre 2020 da valerio.sampieri
 

Lettera di Ferdinando Martini ad Amalia Flarer Depretis

Paris, le 25 Sett.e 1886.
Mia signora,
dirigo questa a Stradella: suppongo ch'Ella abbia già lasciato Bellagio, fors'anche costretta dalla stagione, se dal lago spiravano le aure glaciali che ho sofferte ne' giorni passati a Londra; donde torno oggi, passante stanco e distratto, per essere fra due giorni a Monsummano.
Stanco e distratto non sono due parole vane: neanche i viaggi mi allettano più; strascicare a Roma o a Parigi una malinconia cupa che ha fatto in pochi mesi e fa ogni giorno progressi enormi, è tutt'uno. Viaggiando vi s'aggiunge uno sgomento nel paragone che io fo, in molte cose, del mio paese cogli altri. È proprio così: c'è un popolo solo che sappia stare in casa: gl'inglesi: c'è un popolo solo che sappia stare fuori di casa: i francesi. Noi non sappiamo stare né in casa né fuori.
Non il comfort del più modesto fra i cottages; non la gaiezza spensierata ma viva di una via, di una festa di Parigi. E meno male se le differenze si restringessero alla vita materiale. Ma la intellettuale! - Basta: non voglio affliggere lei pure colle dimostrazioni per me patenti della nostra inferiorità.
Il cielo è più bello in Italia: ci sono gli aranci noti oramai a tutte le Mignons dell'universo ci sono i quadri del Mantegna e le statue di Michelangelo. E, a chi piace, c'è anche S. Pietro. Questo deve essere sufficiente: un popolo che ha fatte tante cose ha diritto di riposarsi.
Ma io veggo di qui il suo sorriso tra benigno ed ironico: un sorriso che significa questo presso a poco: che male rimprovera altrui la inoperosità chi non fa nulla. Indovino?
Ha ragione: ma porto meco un sacco di buoni propositi e mi pare, un taccuino pieno di buone idee. E farò subito.
Nondimeno, senza esagerar la modestia si può assicurare che non sarà il mio libro che colmerà la distanza ond'è separata la vita nostra intellettuale da quella dell'Inghilterra e, checché se ne dica, della Francia istessa.
E Lei che cosa ha fatto? Bellagio l'ha così divertita da farle parere anche meno desiderabile il soggiorno di Stradella? E a Roma quando ritorna? E il piede dell'on. Presidente è guarito? Tante cose ch'io vorrei sapere: ma i giornali italiani non ebbi modo di vedere: i francesi che erano ricchissimi di notizie durante il soggiorno di Contréxeville non hanno fiatato su quel di Bellagio.
Comunque sia spero di poterle stringere presto la mano: mai come questa volta son tornato volentieri a casa: e il giorno in cui scenderò alla modesta stazione di Pieve-Monsummano sarò aux anges.. come un Senatore che vada all'Apollo in bella e buona compagnia.-
La prego dei miei saluti all'on. Depretis: Ella mi lasci attestare a Lei i miei sentimenti migliori e mi abbia sempre per
dev.o aff. suo
Martini

Ferdinando Martini
Nasce a Firenze nel 1841 da Vincenzo Martini e da Marianna dei marchesi Gerini. Dopo due brevi esperienze nell''insegnamento medio a Vercelli e a Pisa, comincia a dedicarsi al giornalismo e, entrato in politica, nel 1876 viene eletto deputato in seguito alla vittoria della sinistra. Rimane in Parlamento per quarantacinque anni di seguito. Tra gli incarichi da lui ricoperti quelli di Segretario Generale (1884-1892) e poi Ministro (1892-1893) della Pubblica Istruzione, quello di Commissario Civile della Colonia Eritrea (1897-1900), quello di Ministro delle Colonie (1915-16). Nel 1923 è nominato Senatore e nel 1927 Ministro di Stato. Come letterato riscuote un buon successo con i suoi proverbi drammatici ed esercita un'intensa attività di critico teatrale e promotore culturale. Al suo nome sono legate importanti riviste come "Il Fanfulla della Domenica" e la "Domenica letteraria". Muore a Monsummano nel 1928.

Amalia Flarer Depretis
Nasce a Pavia nel 1847 da Francesco Flarer, illustre oculista, e da Rosa Pessina. A ventitré anni diventa moglie dell''ingegner Enrico Grassi, dal quale ha una figlia, Bice. Rimasta vedova, nel 1876 sposa Agostino Depretis, già suo tutore, e da lui ha un altro figlio, Agostino. Divenuta la moglie del Presidente del Consiglio, si segnala come "donna salottiera": nella casa di Via Nazionale 75 si riuniscono quotidianamente gli uomini politici vicini al Depretis, che donna Amalia continuerà a ricevere anche dopo la morte del marito. Le lettere dei corrispondenti ne testimoniano la raffinata cultura, specialmente letteraria (tra gli altri, Carlo Dossi e Ferdinando Martini sottopongono alla sua supervisione alcuni loro scritti). Muore a Stradella nel 1922.

Fonte: http://ceod.unistrasi.it/integrale.cgi

Commenti al Post:
NORMAGIUMELLI
NORMAGIUMELLI il 18/12/20 alle 14:54 via WEB
Solo una domanda, Vale: cosa fa un "illustre oculista"? Cioè ... nel senso ... come fa a diventare illustre un oculista?
Detto questo, la lettera mi piace e mi piace quel che si dice degli inglesi, dei francesi, ma soprattutto degli italiani :-)
E "Il cielo è più bello in Italia" ! :-)
Buona giornata, caro Vale, un abbraccio
:-*
:-*
 
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Data di creazione: 26/04/2008
 

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