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Messaggi di Settembre 2019

Da che ti piacie ch' io degia contare

Post n°4523 pubblicato il 27 Settembre 2019 da valerio.sampieri
 

In precedenti post ho affermato che sono sei le poesie conosciute di Bondie Dietaiuti. Ciò è vero in parte, in quanto il Codice Vaticano 3793 -il Codice principale delle poesie antiche, in ragione della su mole- indica in rubrica Bondie quale autore del sonetto Da che ti piacie ch' io degia contare. Il testo che pubblico è tratto dal volume 4° dell'opera di D'Ancona e Comparetti (Le antiche rime volgari, Bologna 1886, pag. 318, Sonetto 624).

Da che ti piacie ch' io degia contare

[Vedi la notizia sul son. precedente. Fu pubbl. di sul cit. codice magliabechiano dai Wiese, Giornal. stor. letterat., II, p. 124.]

Da che ti piacie ch' io degia contare
Lo mio voler di ciò c' ài dimandato,
Diragiotene quello c' a me pare
Qual d' esti due de' essere più amato:

Avengna che ciascun sia da dottare
D' alta ventura c' a ciascuno è dato,
Ma pur la donna è più dengna d' amare
Quei ch' è cortese e sagio ed insengnato.

Quelli c' à fino presgio di prodeza
Tengno bene che grande onor li sia:
Ma sì mi par c' agia magior richeza

Quelli c' à 'm sè savere e cortesia,
Perchè comprende tutta gientileza:
S' io fosse donna, a quel m' aprenderia

Note:

2 volere. - 4 Quale. - 5 ciaschuno... d adottara. - 8 Quelli. - 10 onore. - 11 pare ... magiore. - 14 quello.

Note del Wiese:

1 W.: vi piace ... deggia. - 2 W. : Il ... che domandato. - 3 W.: Dirovi tutto quel ch a me ne. - 5 W. : da laudare. - 6 W.: C' alta ventura a ciascune donato. - 7 W. : dengnio. - 9 W.: Quel. - 9 W.: E quel cha si gran pregio. - 9 W.: Tengo ben io. - 12 W.: Colui. - 13 W.: gentilezza. - 14 W.: S i fossi, mi prenderia.


Note dal sito mirabile.it:

624. f. 141r (fasc. 22); mano a Bondie Dietaiuti n. sec. XIII prima metà, Da che ti piace ch'io deggia contare (= Egidi 1902-1908, p. 393)
inc. Dacheti piacie ch[.] degia contare
expl. sio fosse donna aquello maprenderia
Rubrica diplomatica Bondie dietaiuti
Rubrica interpretativa Bondie Dietaiuti
Attribuzioni in rubrica Bondie Dietaiuti n. sec. XIII prima metà
Tenzone in rubrica tenzone. Vedi rubrica testo 623. Tenzone col n. 623
Note Una parte dell'incipit è occultata da una macchia d'inchiostro.

http://www.mirabileweb.it/manuscript-rom/citt%C3%A0-del-vaticano-biblioteca-apostolica-vaticana--manuscript/LIO_16040

 
 
 

L'incapace

Post n°4522 pubblicato il 13 Settembre 2019 da valerio.sampieri
 

L'incapace

E mo ve faccio fà 'na cosa bella,
Romani cari, miei concittadini!
Ve posso trattà come dei cretini,
tanto in città nessuno s'aribbella.

Oggi ve faccio fà 'na spasseggiata
drento le grotte scure der metrò
che in viaggio, sur più bello, se fermò:
embè?! mica è 'na cosa inaspettata!

Volete la decrescita felice?
Io v'arigalo li peggio casotti,
manco sò la più mejo meretrice!

Romani, me sà che séte de tufo!
Nun sò fà 'n cazzo, razza de scemotti:
er sinnico io qui lo faccio a ufo!

Note:
Il 13 settembre, come già varie volte accaduto, la metro si è fermata tra le fermate Circo Massimo e Colosseo, costringendo i passeggeri a percorre qualche centinaio di metri a piedi, al buio, nelle gallerie per raggiungere la stazione più vicina.
v.14: A ufo -acronimo di "ad usum fabricae", con riferimento alla fabbrica di San Pietro, i cui materiali erano esenti da dazi e balzelli- vuol dire a scrocco, a sbafo.

Valerio Sampieri
13 settembre 2019

 
 
 

A funivia??

Post n°4521 pubblicato il 08 Settembre 2019 da valerio.sampieri
 

A funivia??

Mo dice che va a fà la funivia:
te pare mai possibile, mortacci,
che questa sbaja quarsia cosa facci?
Me viè l'infantioli, la pazzia,

si vado a pensà a questa scellerata
ch'una ne penza e che ne sbaja dua,
eh! cazzarola, eh! li mortalli sua:
come se move, zacche!, è na cazzata!

Ma quanta gente ce pòi mette drento
'na carozzella? Venti? 'Na trentina?
Carozze ce ne vonno milleccento!

Nu' resteranno manco li mattoni,
si a Roma nun se ferma 'sta manfrina:
Virgì, ciài propio rotti li cojoni!

Valerio Sampieri
8 settembre 2019

 
 
 

Epulario

Post n°4520 pubblicato il 01 Settembre 2019 da valerio.sampieri
 

Epulario il quale tratta del modo di cucinare Ogni Carne, Uccelli, & Pesci d'ogni sorte. Et di piu insegna a far Sapori, Torte, Pastelli, al modo di tutte le Provincie del Mondo. Con l'aggionta di molt'altre cose bellissime. In Trevigi, 1643. Appresso Girolamo Righettini, Con Licenza de' Superiori.

Il testo sembra esser stato scritto nel 1516 da Giovanni Roselli ed ho tratto il file pdf dal sito "Facezie" del Dr. Edoardo Mori. Nel procedere alla trascrizione, ho normalizzato il testo, sostituendo la u alla v e la s alla f, lasciando per il resto inalterata la grafia adottata nel volume.

A pag. 48, l'Epulario insegna ...

A far sapore celestre nel tempo d'estatte.
Piglia delle more salvatiche, che nascon nelle cese, & un poco de mandole ben peste, con un poco di gengevero, & queste cose distempererai con agresto, & lo pasarai per la stamegna.

A far peverata gialla, & operar le composte.
Habbi del pane, & taglialo in fette, & fallo brustolare, e poi piglia del vino roscio, con un pocco di acero, & de vino cotto, cioè fapa, & metterai dentro a bollire queste fete [sic] di pane, poi la passarai per la stamegna, e mettevi di buone specie dolce, & faralla gialla, con un poco di zaffarano.

Per fare agliata buona.
Piglia mandole monde, & falle pistare molto bene, & quando sono la metà piste, metti dentro quella quantità de aglio, che te piace, & insieme le farai molto ben pistare, buttandoli dentro un poco de acqua fresca, perche non faccino olio, poi pigliarai molica [sic] di pane bianco, secondo la quantità che vuoi fare, e li metterai a mollo nel brodo magro, ò di carne, ò di pesce secondb li tempi. Et nota, questa agliata poterai servare, & accommodare tutte le stagioni carne grasse, ò magre, conme ti piacerà.

A far agliata pavonazza al tempo de uva, e ceresce.
Seguirai l'ordine nel capitolo sopra scritto, eccetto no bisogna, che gli metti brodo. Ma piglierai de l'uva negra, & con le mani la romperai molto bene in una pignata, ò altro vaso, e farallo bollire per meza hora, colarai questo mosto col quale distemprerai l'agliata. Nota si può dare a tempo di carne.

Per fare agresto verde.
Pigliarai de l'uva, herba agra, che si chiama à figlie, ò agresto, & pistala molto bene, seco mettendovi un poco di sale, & haverai un puoco de agresto vecchio con el quale la distemperarai, passandola per la stamegna.

 
 
 
 
 

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Un blog di: valerio.sampieri
Data di creazione: 26/04/2008
 

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