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Messaggi del 15/06/2019

Storie de Troia e de Roma 02

Post n°4516 pubblicato il 15 Giugno 2019 da valerio.sampieri
 

Le "Storie de Troia e de Roma" sono forse la più antica fonte scritta in una lingua che con molta buona volontà può essere definita "romanesco". Anche il valore storico delle "Storie" è alquanto discutibile.
Il testo (per comodità di lettura, le note sono inserite nel testo tra due parentesi quadre, evidenziate in corsivo e in grassetto) è tratto da "La prosa del Duecento", Riccardo Ricciardi, Milano-Napoli, 1959.

Storie de Troia e de Roma

Quanno tulze
[tolse, rapì. Nel manoscritto il titolo è spostato in avanti] Pari Elena

Ma pertanto Priamo fece parare li navi per Pari e Deifebus, Eneas, Polidasias et altri compangi, e miserosse [si misero, con repentino cambio di soggetto] ne li navi, et arrivao [Il Codice d'Amburgo e il Manoscritto Riccardiano 2034 recano arrivaro] a Citer insola in Grecia. Et in quella die se celebrava la festa de dea lunone ne lo templo de Diana et Apoline. Elena odìo dicere ca ne lo porto era venuta una molto bella nave de Troia e ne la nave era Pari, filio de Priamo rege de Troia, ca avea odito dicere ca era molto bello omo. E vedenno che non b'era Menelao suo marito, e stava con Pilio Nestore suo cognato [e stava ... cognato: questa proposizione è come tra parentesi], prese compan[g]i e disse ca volea gire alia festa. Et annao nanti allo porto, che gisse [per andare] alla festa per vedere la nave e Pari. E Pari, vedenno essa, incontenente fo preso a morte de lo amore de Elena. E la notte esso con li compangi soi descese de la nave e gìo allo castiello dove stava Elena, e preselo per vattalia, e prese Elena e molti altri compangi con essa, e tornao alia nave e prese 'n alto de lo mare. Et Elena stava molto trista ne la nave. E Pari, guardannoli che stava cosi trista, disse : Non avere pagura, ca io te sposaraio per mea molie. Poi revenne Menelao, dove stava Pilio Nestore [il Manoscritto Riccardiano, meglio, con Pilio Nestore.  Il testo latino dice: erat cum Pilio Nestore]. Et annarosenne dove era Agamenon, che regnava in Argia provincia e petìoli [gli chiese] adiuto ad esso et a tutti l'altri greci. E Pari infra quello tempo ionze a Troia ; e Priamo vedenno Elena cosi bella, fecela sposare a Pari per soa mollie.

Li adiutatori de Priamo

Priamus incontenente fece addunare l'oste. E questi foro li principi che bennero 'n aiuto alli TroianL In prima Darius venne con tutti li soi de Colosonia ; Cams venne de Imaco ; Nesteus venne de Litia e Sarpedon, che era ditto filio de dio lovis ; Ipodacus et Eopersus venne de Tracia ; Pirrus e Defricalamus venne de Gia. Et altri presori, de li quali non so chi le nomina, vennero in aiuto alli Troiani. Priamus Ettor fece capitanio, lo secunno Deifebus, lo terzo Pari, lo quarto Troilus, lo quinto Eneas, lo sesto Antenor, lo settimo Anchisam. Da l'altra parte, Agamenon adunao li Greci: Palamedes, Protesilaus et altri presori. Et Agamenon disse: Oi de notte oi de die demo in terra ne lo porto? E Palamedes disse: La notte annemo allo porto e la dimane demo in terra . La dimane primo Protesilaus deo in terra e mise molti Troiani in fuga. Et Ettor occise in quella vattalia Protesilaus. E dove era Ettor li Troiani venceano; e dove era, li Greci perdiano. E durao la vattalia fi a notte. E li Troiani retornaro alia citate. Et Agamenon con tutti li soi deo in terra ne lo porto.

La quarta vattalia e la quinta

L'altra die [Il giorno seguente. Locuzione e significato assai frequenti nell'antica lingua] Acilles e Diomedes fecero la vattalia co li Troiani. Ettor et Eneas li vennero incontra. Ettor occise tutti questi duca: Ereonem, Galamenen, Epistophum, Siticum, Penorem, Seucetum et Poliximium. Acilles occise questi: Eufrenum, Poceum, Filareum et Astreum. Diomedes occise questi : Satipum e Nestorem. Agamenon vide che li Troiani venceano, revocao la vattalia. Li Troiani retornaro leti a Troia. Agamenon adunao lo consilio e disse che no 'sse disfidassero [non provocassero né accettassero duelli isolati] de la die che devea venire: Ca Troia dee essere destrutta. E commannao che debessero fare granne vattalie : e durao la vattalia continua per xl dii. Agamenon vide che li soi non poteano resistere, mannao Ulixes e Diomedes la notte a Priamo, e fecero triegua per tres annos, avenno consilio co li soi de avere omini e fodero [vettovaglie] pro l'oste. Complito lo termine, Ettor, Eneas, Troylus, fecero la vattalia co li Greci. Agamenon, Menelaus, Diomedes et Acilles occursero [corsero contro di loro]. E durao la vattalia continua per xxx dies. E Priamus fece triegua per vi mesi co li Greci. Complito lo termine, fecero un'altra vattalia grannissima continua per xxi dii. Agamenon petìo triega, la quale fo conceduta da Priamo. Infra quello tempo Andromaca, molie de Ettor, vide per sonno Ettor morire ne la vattalia. E disse ad Ettor che non gisse alla vattalia. E quello prese la paravola si como da femina [prese ... femina. Considerò quella parola (paravola) come dettata dalla debolezza femminile]. Andromaca con granne dolore mannao [mandò a dire] a Priamo che Ettor non annasse alla vattalia. Li Troiani anriaro alla vattalia senza Ettor, e li Greci li misero in fuga et assagi [assai] ne occisero. Ma pertanto fecero capitanei questi: Pari, Troylus et Elenus et altri presori. E fecero granne vattalie, e li Troiani perdiero. Et Ettor lo odìo; per nulla razzone nullo omo lo potte tenere de annare alla vattalia [Et Ettor ... vattalia. La prima proposizione (originariamente temporale) è qui coordinata alla principale, come avviene tante altre volte in questo testo. Razzone, ragione. Potte, poté]. Andromaca prese lo filio Antianasta per li capelli e puserollo alli pedi de Ettore e levao granne planto de femine, e disse : Occidilo et occidi noi, et annaosenne allo patre de Ettore. Priamus odìo che Ettor era gito alia vattalia, commannao a tutti li Troiani devessero annare alla vattalia. Agamenon, Diomedes, Acilles, Aiax Locrius vennero alla vattali[a]. La dove era Ettor, essi nulla cosa valeano, e dove era esso li Troiani venceano. Ettor in quella vattalia ocise Idomeum, ferìo Ipitum, occise Leuconem, traforao Stelenum. Acilles vide questi duca occisi e feruti, commensao forte a commattere ne la vattalia. Et Ettor occise Policronem, uno duca forte, e voleali trare le arme [e ... arme. Tutta la frase nel manoscritto Laurenziano Gaddiano 234 è ripetuta]. Acilles li soprebenne e fece terribile vattalia con esso. Et Ettor forte ferìo Acilles ne la cossa. E feruto [concessivo: e per quanto ferito nella coscia], Acilles fece plus forte vattalia con esso fi che lo occise. Ettor morto, tutti li Troiani fugero, e li Greci li incalsaro fi alle porte de Troia. Menon de Troia se trovao con Acilles et a core et a core [è falsa traduzione dal francese "cors a cors", corpo a corpo, locuzione propria dei romanzi cavallereschi] durao la vattalia fi a notte. E la dimane li Troiani plangero Ettor. E li Greci plangero li soi duca che erano uccisi.

 
 
 
 
 

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Un blog di: valerio.sampieri
Data di creazione: 26/04/2008
 

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