Quid novi?

Letteratura, musica e quello che mi interessa

 

AREA PERSONALE

 

OPERE IN CORSO DI PUBBLICAZIONE

Cliccando sui titoli, si aprirà una finestra contenente il link ai post nei quali l'opera è stata riportata.
________

I miei box

Piccola biblioteca romanesca (I miei libri in dialetto romanesco)
________

Cento sonetti in vernacolo romanesco (di Augusto Marini)

Centoventi sonetti in dialetto romanesco (di Luigi Ferretti)

De claris mulieribus (di Giovanni Boccaccio)

Il Novellino (di Anonimo)

Il Trecentonovelle (di Franco Sacchetti)

I trovatori (Dalla Prefazione di "Poesie italiane inedite di Dugento Autori" dall'origine della lingua infino al Secolo Decimosettimo raccolte e illustrate da Francesco Trucchi socio di varie Accademie, Volume 1, Prato, Per Ranieri Guasti, 1847)

Miòdine (di Carlo Alberto Zanazzo)

Palloncini (di Francesco Possenti)

Poesie varie (di Cesare Pascarella, Nino Ilari, Leonardo da Vinci, Raffaello Sanzio)

Romani antichi e Burattini moderni, sonetti romaneschi (di Giggi Pizzirani)

Storia nostra (di Cesare Pascarella)

 

OPERE COMPLETE: PROSA

Cliccando sui titoli, si aprirà una finestra contenente il link ai post nei quali l'opera è stata riportata.

I primi bolognesi che scrissero versi italiani: memorie storico-letterarie e saggi poetici (di Salvatore Muzzi)

Il Galateo (di Giovanni Della Casa)

Osservazioni sulla tortura e singolarmente sugli effetti che produsse all'occasione delle unzioni malefiche alle quali si attribuì la pestilenza che devastò Milano l'anno 1630 - Prima edizione 1804 (di Pietro Verri)

Picchiabbò (di Trilussa)

Storia della Colonna Infame (di Alessandro Manzoni)

Vita Nova (di Dante Alighieri)

 

OPERE COMPLETE: POEMI

Il Dittamondo (di Fazio degli Uberti)
Il Dittamondo, Libro Primo

Il Dittamondo, Libro Secondo
Il Dittamondo, Libro Terzo
Il Dittamondo, Libro Quarto
Il Dittamondo, Libro Quinto
Il Dittamondo, Libro Sesto

Il Malmantile racquistato (di Lorenzo Lippi alias Perlone Zipoli)

Il Meo Patacca (di Giuseppe Berneri)

L'arca de Noè (di Antonio Muñoz)

La Scoperta de l'America (di Cesare Pascarella)

La secchia rapita (di Alessandro Tassoni)

Villa Gloria (di Cesare Pascarella)

XIV Leggende della Campagna romana (di Augusto Sindici)

 

OPERE COMPLETE: POESIA

Cliccando sui titoli, si aprirà una finestra contenente il link ai post nei quali l'opera è stata riportata.

Bacco in Toscana (di Francesco Redi)

Cinquanta madrigali inediti del Signor Torquato Tasso alla Granduchessa Bianca Cappello nei Medici (di Torquato Tasso)

La Bella Mano (di Giusto de' Conti)

Poetesse italiane, indici (varie autrici)

Rime di Celio Magno, indice 1 (di Celio Magno)
Rime di Celio Magno, indice 2 (di Celio Magno)

Rime di Cino Rinuccini (di Cino Rinuccini)

Rime di Francesco Berni (di Francesco Berni)

Rime di Giovanni della Casa (di Giovanni della Casa)

Rime di Mariotto Davanzati (di Mariotto Davanzati)

Rime filosofiche e sacre del Signor Giovambatista Ricchieri Patrizio Genovese, fra gli Arcadi Eubeno Buprastio, Genova, Bernardo Tarigo, 1753 (di Giovambattista Ricchieri)

Rime inedite del Cinquecento (di vari autori)
Rime inedite del Cinquecento Indice 2 (di vari autori)

 

POETI ROMANESCHI

C’era una vorta... er brigantaggio (di Vincenzo Galli)

Er Libbro de li sogni (di Giuseppe De Angelis)

Er ratto de le sabbine (di Raffaelle Merolli)

Er maestro de noto (di Cesare Pascarella)

Foji staccati dar vocabbolario di Guido Vieni (di Giuseppe Martellotti)

La duttrinella. Cento sonetti in vernacolo romanesco. Roma, Tipografia Barbèra, 1877 (di Luigi Ferretti)

Li fanatichi p'er gioco der pallone (di Brega - alias Nino Ilari?)

Li promessi sposi. Sestine romanesche (di Ugo Còppari)

Nove Poesie (di Trilussa)

Piazze de Roma indice 1 (di Natale Polci)
Piazze de Roma indice 2 (di Natale Polci)

Poesie romanesche (di Antonio Camilli)

Puncicature ... Sonetti romaneschi (di Mario Ferri)

Quaranta sonetti romaneschi (di Trilussa)

Quo Vadis (di Nino Ilari)

Sonetti Romaneschi (di Benedetto Micheli)

 

 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Aprile 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30          
 
 

 

Lo scolo der 2020

Post n°4547 pubblicato il 31 Dicembre 2020 da valerio.sampieri
 

Lo scolo der 2020

E puro pe' quest'anno l'ho sfangata ...
stavorta nu' l'ho ditto troppo presto,
ch'er tempo de cornaccia ce n'ha 'n cesto
e all'urtimo te dà 'na buggiarata.

'Sto venti è stato propio 'na porcata,
propio puzzone e puro disonesto,
speramo solo perch'era bisesto!
Alla facciaccia sua, fò 'na magnata!

Manco pensamo a che sarà 'st'antr'anno
e confidamo ne la bôna sorte,
che nun ce dìi disgrazzia e manco affanno.

Cacciamo via quest'anno de dolore,
nun ce penzamo più a la malasorte
e annamo tutti a ringrazzià er Zignore.

Note:
Tit.: La fine del 2020
v.1: L'ho sfangata, ce l'ho fatta, mi sono salvato.
v.4: Buggiarata, fregatura.
La prima quartina e l'ultimo verso sono molto simili a quelli de "Lo scolo der 2017".

Valerio Sampieri
31 dicembre 2020

 
 
 

Poverelli

Post n°4546 pubblicato il 18 Dicembre 2020 da valerio.sampieri
 

Poverelli

Stanno vicini un sordomuto e un cêco,
er cêco rompe er ghiaccio: - Dimme un pò,
nun facevi lo stroppio a Ponte Sisto? -
Er muto guarda sbieco
eppoi risponne: - No! -
Ma er cêco insiste: - Eppure te ciò visto! -

Carlo Bardella
Da: Mestieri & Mestieracci

 
 
 

Faccia tosta

Post n°4545 pubblicato il 08 Novembre 2020 da valerio.sampieri
 

Francesco Mastriani è stato uno "scrittore, giornalista, drammaturgo e commediografo. Figlio di Filippo, ingegnere, e Teresa Cava (che di Filippo era cugina), nasce a Napoli il 23 novembre 1819 e vi morirà il 5 novembre 1891. Sposa nel 1844 la cugina Concetta, figlia del cugino Raffaele Mastriani. Autore di oltre cento romanzi, tra i quali il celeberrimo "La cieca di Sorrento", che ne consacrò la fama di romanziere di appendice (per cui si veda N. Ciampaglia, "La cieca di Sorrento" e la scrittura narrativa di Francesco Mastriani: primi sondaggi linguistici, in Linguistica e Letteratura, XXXVII, 1-2, 2012, pp. 183-267). Terzo di sette figli: Giuseppe, Ferdinando, Giovanni, Raffaele, Marianna, Rachele". (Fonte: http://ceod.unistrasi.it/integrale.cgi).

La sua lettera ad un non meglio identificato Professore costituisce un preclaro esempio di faccia tosta, dote della quale il Mastriani sembra essere stato doviziosamente munito, dato che il sito sopra menzionato "segnala infine l'esistenza di una lettera indirizzata dallo scrittore al sindaco di Napoli, con istanza per un momentaneo sussidio, datata 4 settembre 1866; in origine in vendita nello studio bibliografico Casella di Napoli, ora è stata acquistata dal prof. Francesco Guardiani (Università di Toronto)".

Napoli 16 giugno 1881
Gentilissimo Sig. Professore
Le parrà strano che, conoscendola io appena per una gentile visita da Lei fattami, prenda sì enorme licenza di scriverle la presente per chiederle un grandissimo favore. Ma sono così rari oggidì gli uomini che a somma coltura della mente accoppiano sentimenti gentili e nobili, che io non so resistere alla ispirazione che mi sorge nell'animo di fare assegnamento sul suo cuore in uno di que' momenti d'imbarazzo che non sono rari nella vita de' letterati onesti.
La storia della mia vita è una ben trista elegia, ragguardevole signor Professore. Sfogai spesso ne' miei libri la piena de' miei affanni. Doloroso è il calvario a cui è condannato lo scrittore che non vende l'anima sua e la sua penna alla vile cortigiania. Scrissi sempre con Dio nella mente e nel cuore: dissi amare e terribili verità a' grandi e a' potenti; inde ira!
Vivo povera e stentata vita col tenue frutto de' miei lavori; al che si aggiunge oggidì una cronica infermità che mi toglie anche i piccoli proventi che ricavavo dalle mie private lezioni; onde io mi trovo di presente nelle maggiori angustie e pressure, dalle quali non saprei come uscire. Ho scritto e fatto parlare per me al ministro della Pubblica Istruzione; ma la Minerva è sorda alle preci de' mortali. La somma di un Duecento lire mi trarrebbe dal momentaneo imbarazzo in cui mi veggo. Abusando la squisita cortesia di Lei, ardisco pregarla di farsi interprete di questo mio impellente bisogno appo qualcuno de' suoi più agiati compaesani per ottenermi la cennata sommetta. Ella mi assicurò della benevoglienza di che mi onorano cotesti carissimi calabresi; ed io sono sicuro che vorranno darmi questa prova dell'affettuosa loro stima.
Non intendo per altro che di questa sommetta di lire Duecento mi si faccia un dono. La gentile persona che di tanto favore mi farà grato dovrà contentarsi bensì che la cennata sommetta di lire Duecento Le venga da me rimborsata a lire venti al mese, cominciando il disconto dalla fine del prossimo entrante mese di luglio. Onestissimo, come mi pregio di essere, non voglio promettere che quel tanto che sono sicuro di attenere.
Non dimenticherò un tal favore per tutta la mia vita; e la mia stima pe' generosi figliuoli delle Calabrie si accrescerà del doppio.
Ella, signor Professore, faccia in modo che il merito delle opportunità si aggiunga al beneficio, procurando che questo mi arrivi al più presto possibile con lettera assicurata o con vaglia postale al mio indirizzo Vico Fonseca n. 24
Perdoni, egregio Sig. Professore, tanta licenza che mi son presa; e, pregandola di far gradire i miei ossequi a cotesti suoi carissimi compaesani, e i miei anticipati ringraziamenti alla gentil persona che mi favorirà, e di cui ella si compiacerà scrivermi il riverito nome acciocché io possa esprimerle i miei sentimenti di gratitudine, mi raffermo con istima ed osservanza.
Di Lei devotissimo
Prof. Francesco Mastriani

 
 
 

Lettera di Ferdinando Martini ad Amalia Flarer Depretis

Post n°4544 pubblicato il 28 Ottobre 2020 da valerio.sampieri
 

Lettera di Ferdinando Martini ad Amalia Flarer Depretis

Paris, le 25 Sett.e 1886.
Mia signora,
dirigo questa a Stradella: suppongo ch'Ella abbia già lasciato Bellagio, fors'anche costretta dalla stagione, se dal lago spiravano le aure glaciali che ho sofferte ne' giorni passati a Londra; donde torno oggi, passante stanco e distratto, per essere fra due giorni a Monsummano.
Stanco e distratto non sono due parole vane: neanche i viaggi mi allettano più; strascicare a Roma o a Parigi una malinconia cupa che ha fatto in pochi mesi e fa ogni giorno progressi enormi, è tutt'uno. Viaggiando vi s'aggiunge uno sgomento nel paragone che io fo, in molte cose, del mio paese cogli altri. È proprio così: c'è un popolo solo che sappia stare in casa: gl'inglesi: c'è un popolo solo che sappia stare fuori di casa: i francesi. Noi non sappiamo stare né in casa né fuori.
Non il comfort del più modesto fra i cottages; non la gaiezza spensierata ma viva di una via, di una festa di Parigi. E meno male se le differenze si restringessero alla vita materiale. Ma la intellettuale! - Basta: non voglio affliggere lei pure colle dimostrazioni per me patenti della nostra inferiorità.
Il cielo è più bello in Italia: ci sono gli aranci noti oramai a tutte le Mignons dell'universo ci sono i quadri del Mantegna e le statue di Michelangelo. E, a chi piace, c'è anche S. Pietro. Questo deve essere sufficiente: un popolo che ha fatte tante cose ha diritto di riposarsi.
Ma io veggo di qui il suo sorriso tra benigno ed ironico: un sorriso che significa questo presso a poco: che male rimprovera altrui la inoperosità chi non fa nulla. Indovino?
Ha ragione: ma porto meco un sacco di buoni propositi e mi pare, un taccuino pieno di buone idee. E farò subito.
Nondimeno, senza esagerar la modestia si può assicurare che non sarà il mio libro che colmerà la distanza ond'è separata la vita nostra intellettuale da quella dell'Inghilterra e, checché se ne dica, della Francia istessa.
E Lei che cosa ha fatto? Bellagio l'ha così divertita da farle parere anche meno desiderabile il soggiorno di Stradella? E a Roma quando ritorna? E il piede dell'on. Presidente è guarito? Tante cose ch'io vorrei sapere: ma i giornali italiani non ebbi modo di vedere: i francesi che erano ricchissimi di notizie durante il soggiorno di Contréxeville non hanno fiatato su quel di Bellagio.
Comunque sia spero di poterle stringere presto la mano: mai come questa volta son tornato volentieri a casa: e il giorno in cui scenderò alla modesta stazione di Pieve-Monsummano sarò aux anges.. come un Senatore che vada all'Apollo in bella e buona compagnia.-
La prego dei miei saluti all'on. Depretis: Ella mi lasci attestare a Lei i miei sentimenti migliori e mi abbia sempre per
dev.o aff. suo
Martini

Ferdinando Martini
Nasce a Firenze nel 1841 da Vincenzo Martini e da Marianna dei marchesi Gerini. Dopo due brevi esperienze nell''insegnamento medio a Vercelli e a Pisa, comincia a dedicarsi al giornalismo e, entrato in politica, nel 1876 viene eletto deputato in seguito alla vittoria della sinistra. Rimane in Parlamento per quarantacinque anni di seguito. Tra gli incarichi da lui ricoperti quelli di Segretario Generale (1884-1892) e poi Ministro (1892-1893) della Pubblica Istruzione, quello di Commissario Civile della Colonia Eritrea (1897-1900), quello di Ministro delle Colonie (1915-16). Nel 1923 è nominato Senatore e nel 1927 Ministro di Stato. Come letterato riscuote un buon successo con i suoi proverbi drammatici ed esercita un'intensa attività di critico teatrale e promotore culturale. Al suo nome sono legate importanti riviste come "Il Fanfulla della Domenica" e la "Domenica letteraria". Muore a Monsummano nel 1928.

Amalia Flarer Depretis
Nasce a Pavia nel 1847 da Francesco Flarer, illustre oculista, e da Rosa Pessina. A ventitré anni diventa moglie dell''ingegner Enrico Grassi, dal quale ha una figlia, Bice. Rimasta vedova, nel 1876 sposa Agostino Depretis, già suo tutore, e da lui ha un altro figlio, Agostino. Divenuta la moglie del Presidente del Consiglio, si segnala come "donna salottiera": nella casa di Via Nazionale 75 si riuniscono quotidianamente gli uomini politici vicini al Depretis, che donna Amalia continuerà a ricevere anche dopo la morte del marito. Le lettere dei corrispondenti ne testimoniano la raffinata cultura, specialmente letteraria (tra gli altri, Carlo Dossi e Ferdinando Martini sottopongono alla sua supervisione alcuni loro scritti). Muore a Stradella nel 1922.

Fonte: http://ceod.unistrasi.it/integrale.cgi

 
 
 

Per i 70 anni dei nati nel 1950

Post n°4543 pubblicato il 13 Ottobre 2020 da valerio.sampieri
 

Per i 70 anni dei nati nel 1950

Friedrich von Flotow (1812-1883)
Martha, Atto III, "M'appari tutt'amor"
Libretto di Wilhem Friedrich Riese (1807-1879)
Tenore Giuseppe Di Stefano (1921-2008)

https://www.youtube.com/watch?v=S029M3VJU3I



M'appari tutt'amor,
Il mio sguardo l'incontrò;
Bella sì che il mio cor,
Ansioso a lei volò;
Mi ferì, m'invaghì
Quell'angelica beltà,
Sculta in cor dall'amor
Cancellarsi non potrà:
Il pensier di poter
Palpitar con lei d'amor,
Può sopir il martir
Che m'affana e stranzia il cor
e stranzia il cor.
M'appari tutt'amor,
Il mio sguardo l'incontrò;
Bella sì che il mio cor
Ansioso a lei volò.
Marta, Marta tu sparisti
E il mio cor col tuo n'andò!
Tu la pace mi rapisti,
Di dolor io morirò.

 
 
 

Folcacchiero de' Folcacchieri

Folcacchiero de' Folcacchieri. Cavaliere sanese. Padre di Ranieri, genitore di Meo, detto l' Abbagliato, di cui fece menzione Dante nell'Inferno Cant. XXIX. Fiorì circa il 1200.

Tutto lo mondo vive sanza guerra,
Ed io pace non posso aver neente.
O Deo come faraggio!
O Deo come sostenemi la terra!
E par ch'io viva in noia della gente:
Ogni uomo m'è selvaggio:
Non pajono li fiori
Per me com' già soleano,
E gli augei per amori
Dolci versi faceano agli albori.

E quando veggio gli altri cavalieri
Arme portare, e d'amore parlando,
Ed io tutto mi doglio,
Solazzo m'è tornato in pensieri.
La gente mi riguardono, parlando
S'io sono quello, che esser soglio.
Non so ciò ch'io mi sia
Nè so perchè m' avvene
Forte la vita mia;
Tornata m'è lo bene in dolori.

Ben credo ch'eo finisco, e n'ho 'ncomenza,
E lo mio male non poria contare
Né le pene ch'eo sento.
Li drappi di vestir non mi s'agienza
Nè bono non mi sa lo manicare.
Cosi vivo in tormento,
Né so onde fuggire,
Né a cui m'accomandare:
Convenemi soffrire
Tutte le pene amare in dolzori.

Eo credo bene che l'amore sia;
Altro Deo non m'ha già a giudicare
Così crudelmente.
Ché l'Amor è di tale signoria
Che le due parti a se vuole tirare,
E 'l terzo è della gente.
Dio per ben servire,
S'io ragione trovasse,
Non doveria fallire
A lui così ch'i' amasse per cori.

Dolce Madonna, poich'eo mi moraggio,
Non troverai chi s'abbia in te servire
Tutta sua volontate;
Ch'unque non volli, nè vo', nè voraggio
Se non di tutto a fare a piacere
Alla vostra amistate.
Mercè di me vi prenda,
Che non mi sfidi º amando:
Vostra grazia discenda,
Però ch'eo ardo e incendo da fori.

v.1: sanza. Senza.
v.3: faraggio. Farò.
v.10: e gli augei per amori dolci versi faceano agli albori. I fiori ed il canto degli uccelli non mi paiono quelli de tempi passati.
v.12: parlando. Parlanti.
v.14: pensieri. Affanno.
v.15: parlando. Domandando.
v.19: forte: Dura.
v.22: eo finisco, e n'ho 'ncomenza. Io già comincio a mancare.
v.25: agienza. Mi piace.
v.26: manicare. Mangiare.
v.29: m'accomandare. A tornarmi.
v.31: Tutte le pene amare in dolzori. Con gioia soffrir tutte le pene.
v.36: che le due parti a se vuole tirare. Che vuol governare corpo e anima.
v.37: della gente. Della gentile.
v.41: amasse. Amassi.
v.41: per cori. Coralmente.
v.49: mi sfidi amando. Mi disfidi come amante.

Rime antiche ossia poesie liriche italiane de' secoli XIII, XIV, XV. Scelte ed illustrate da Luigi Selliers di Moranville Amanuense dell' I.R. Biblioteca di Corte. Vienna Presso Vedova Kaulfuss, Prandel e Comp. 1845. https://books.google.it/books?id=nFtMAAAAcAAJ
1845 - Rime antiche ... 13,14,15.pdf

 
 
 

Prosopopea di Dante

Post n°4541 pubblicato il 20 Agosto 2020 da valerio.sampieri
 

Dante Alighier son, Minerva oscura
(Prosopopea di Dante)


Dante Alighier son, Minerva oscura
d'intelligenza e d'arte, nel cui ingegno
l'eleganza materna aggiunse al segno
che si tien gran miracol di natura.

L'alta mia fantasia pronta e sicura
passò il tartareo e poi 'l celeste regno,
e 'l nobil mio volume feci degno
di temporale e spirital lettura.

Fiorenza gloriosa ebbi per madre,
anzi matrigna a me pietoso figlio:
colpa di lingue scellerate e ladre.

Ravenna fummi albergo nel mio esiglio;
ed ella ha il corpo, e l'alma il sommo Padre
presso cui invidia non vince consiglio.

Giovanni Boccaccio

 
 
 

Indovinarello ... dimme chi è

Post n°4540 pubblicato il 25 Luglio 2020 da valerio.sampieri
 

Indovinarello ... dimme chi è

- Er pistareccio de li passi mia
ciài da seguì, si vòi la sarvazzione:
te traccio la risega, è 'n occasione,
così che pòi seguì la retta via! -

Ma ce pò esse mai tant'arbaggia?!
E manco se vergogna 'sto briccone,
che porta 'sto Paese a distruzzione,
che tutto quer che fà è 'na bojeria!

Dice che lui fa li dippicciemme,
perché quer ch'è da fà lo sa lui solo
e le stronzate sua sò come gemme!

Pe' dì la verità su 'sto gargante,
lo vedo bene come ciccarolo,
ma er mejo suo mestiere è er lestofante.

Note:
Tit.: pistareccio: orma [Vaccaro, Voc. Trilussiano].
v.3: riséga, solco.
v.5: arbaggìa: alterigia, presunzione, boria che deriva da una considerazione troppo alta di sé.
v.8: bojeria: furfanteria, cattiva azione.
v.12: gargante: gradasso, borioso, egoista, prepotente.
v.13: ciccarolo: miserabili i quali, soprattutto nel XIX ed all'inizio del Secolo, raccoglievano mozziconi di sigarrette per estrarne il tabacco che poi rivendevano.

Valerio Sampieri
25 luglio 2020

 
 
 

Cosa fatta capo ha

Post n°4539 pubblicato il 21 Maggio 2020 da valerio.sampieri
 

Cosa fatta capo ha

La locuzione "cosa fatta capo ha" è variamente definita nei vocabolari, ma il significato tende sostanzialmente ad indicare che, allorché qualcosa è stato definito, non si può tornare indietro, che i patti sono irrevocabili.
L'espressione è stata usata da Dante nella Divina Commedia (Inferno, XXVIII, 106-108: "gridò: «Ricordera'ti anche del Mosca, / che disse, lasso!, "Capo ha cosa fatta", /che fu mal seme per la gente tosca».) e trova la sua giustificazione in un fatto avvenuto nel 1216.
Il Mosca del verso 106 è Mosca Lamberti, appartenente alla famiglia che ordì la vendetta nei confronti di Buondelmonte dei Buondelmonti, il quale era venuto meno all'impegno di sposare una ragazza della famiglia Amidei.
Gli Amidei si accordarono con i Lamberti, gli Uberti ed altri, per trovare una vendetta, vendetta che fu proposta per l'appunto da Mosca Lamberti il quale, si dice, affermò il principio secondo cui "cosa fatta capo ha", ciò che è stato promesso deve essere mantenuto.
Si dice -ma probabilmente la data ha valore puramente simbolico- che l'assassinio di Buondelmonte sia avvenuto a Ponte Vecchio, nel giorno stesso fissato per le mancate nozze: la mattina di Pasqua del 1216.
Probabilmente le lotte decennali che fecero seguito all'omicidio costituirono l'origine di quelle tra Guelfi e Ghibellini.
Tale etimologia è stata fornita dal Prof. Francesco Sabatini (coautore dello splendido Vocabolario Sabatini-Coletti) una domenica di alcune settimane or sono, nel corso di una puntata del programma tv del quale il professore è ospite fisso, dispensando una serie di chicche linguistiche.

 
 
 

O Platano felice

Post n°4538 pubblicato il 26 Aprile 2020 da valerio.sampieri
 

Oggi, dodicesimo anniversario del blog, festeggio non con un mio sonetto, ma con una anacreontica di Jacopo Vittorelli, conosciuto come il re delle anacreontiche.

O Platano felice

O Platano felice,
Ch'io stesso un dì piantai,
Bello fra quanti mai
Levano il capo al ciel;

Come sì presto, dimmi,
Le folte braccia hai stese,
Nè l'ira mai ti offese
Di turbine crudel?

Quel nome, che t'impressi
Ne la corteccia verde,
Lungi da te disperde
Il nembo struggitor.

Anch'io lo porto in seno
Scritto per man d'Amore;
Ma sento nel mio core
Fremere il nembo ognor.

Jacopo Vittorelli (Bassano del Grappa, 10 novembre 1749 - 12 giugno 1835)
I Poeti minori dell'Ottocento a cura di Ettore Janni. Classicisti e romantici. Biblioteca Universale Rizzoli, 1955, pag. 18 (Anacreontiche a Irene).

Anacreontica: Odicina, o canzonetta, ad imitazione dello pseudo-Anacreonte: il titolo, a denotare uno speciale componimento, si divulgò nel Settecento in seguito alle Anacreontiche di Iacopo Vittorelli: v. anacreonte; fortuna postclassica (Enciclopedia Italiana Treccani online).

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: valerio.sampieri
Data di creazione: 26/04/2008
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

ULTIME VISITE AL BLOG

frank67lemiefoto0giorgio.ragazzinilele.lele2008sergintprefazione09Epimenide2bettygamgruntpgmteatrodis_occupati3petula1960mi.da2dony686giovanni.ricciottis.danieles
 
 

ULTIMI POST DEL BLOG NUMQUAM DEFICERE ANIMO

Caricamento...
 

ULTIMI POST DEL BLOG HEART IN A CAGE

Caricamento...
 

ULTIMI POST DEL BLOG IGNORANTE CONSAPEVOLE

Caricamento...
 

CHI PUÒ SCRIVERE SUL BLOG

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963