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GIORNATA DEL RICORDO


Oggi, 10 febbraio, è la giornata del ricordo e pare che solo 43 italiani su 100 su cento sappiano di cosa si tratti. Questa giornata è stata istituita il 30 marzo del 2004 con una legge dello Stato sulla quale ci fu un'ampia convergenza.Con questa giornata la Repubblica ha inteso rendere un doveroso, seppur tardivo, omaggio a tutti quegli italiani massacrati dalle bande comuniste titine ed i cui cadaveri vennero gettati, spesso ancora vivi, nelle foibe, profonde depressioni carsiche che hanno un ingresso a strapiombo, tali eventi si verificarono tra il settembre 1943 ed il 1947. Si è inteso anche ricordare tutti gli esuli che dopo la guerra furono costretti ad abbandonare i territori annessi alla Jugoslavia.Gli studi recenti parlano di diecimila assassinati e gli storici pare che convergano su questo ordine di grandezza; come per l'olocausto mettersi a fare questioni di numeri mi sembra estremamente meschino: se anche nei campi fosse stato ucciso un solo ebreo la gravità del crimine sarebbe stata identica ed il tentativo di sterminare un'intera razza da qualificare come abominio.Poiché pare che soltanto 43 italiani su 100 non sanno di cosa si tratta, sarà bene raccontarlo. L'Istria e la Dalmazia erano territori assegnati all'Italia a seguito della vittoria nella prima guerra mondiale, che comportò per l'Italia stessa il riconoscimento di grande potenza. Si trattava tuttavia di un territorio multietnico, in cui vi era una forte presenza slovena e croata; la dominazione italiana, specie con l'avvento del fascismo, tese a nazionalizzare sempre di più quelle terre, A seguito della guerra poi furono commessi dei veri e propri crimini ad opera delle formazioni incaricate di reprimere la resistenza all'occupazione.Nel 1943, in seguito all'armistizio i partigiani comunisti iniziarono ad assassinare tutti coloro che erano stati fascisti o che non erano comunisti, le vittime pare furono circa un migliaio.Ma i massacri peggiori furono quelli effettuati dopo il 1945, quanto le truppe di Tito conquistarono Gorizia, Trieste e la Dalmazia; si scatenò il vero terrore: il tentativo era chiarissimo ed era la pulizia etnica e l'instaurazione di un regime comunista alternativo a quello sovietico. Ricordiamo infatti che ci sono due elementi importanti: Tito so comportò con gli italiani non diversamente dal regime fascista, eliminando ogni traccia di italianità; l'altro è che i comunisti italiani erano in assoluta maggioranza fedeli a Mosca e quindi nemici giurati agli occhi di Tito. La necessità, quindi era di far eliminare ogni dissidenza e con il nome di "fascista" furono definiti anche i comunisti italiani.L'impossibilità per gli italiani di vivere in quei territori, inoltre, portò più di 300.000 persone a dover abbandonare i luoghi dove erano vissuti, gli storici slavi li chiamano "optanti" ma sembra difficile non chiamarli profughi in quanto persone che fuggivano da una vita che per loro stava diventando impossibile.I deliranti tentativi di giustificare il tentativo di pulizia etnica ai danni degli italiani, chiamato ipocritamente "inquadramento storico" hanno lo stesso valore dei negazionisti dell'Olocausto: nessuno, è solo spazzatura. Stare a spaccare un capello in quattro per sapere se in una certa foiba sono stati trovati 356 cadaveri o 500 può essere proprio soltanto di chi non capisce nulla della Storia, quella con la "S" maiuscola. Non si può immaginare di inquadrare la Shoà come una conseguenza del trattato di Versailles, punitivo ogni oltre ragionevole limite per la Germania sconfitta. Peccato che il Sindaco di una città toscana abbia omaggiato del volume di uno di questi "ricercatori" gli studenti delle scuole medie superiori della città, libro di nessun valore, non citato da alcuno storico che si sia occupato della vicenda con metodo scientifico. Altra occasione persa dalla sinistra per dimostrarsi moderna e distaccata da certi episodi.E' stato un riconoscimento tardivo, di un episodio che la Storia e la politica hanno a lungo ignorato e che ancora oggi non è memoria condivisa per tutti, come dimostrano il voto contrario ad intitolare una Piazza di Roma alle vittime delle foibe oppure la definizione di foiba come "semplice fenomeno carsico" fatta da un esponente di Rifondazione Comunista, che poi aggiunse anche che sono "luoghi scivolosi". Credo che alla sinistra italiana, ma ancora di più alla nazione, non servano personaggi di questo livello. Va detto anche che esponenti della sinistra, ne ricordo solo due per tutti: Violante ed il Presidente Napolitano, hanno espresso condanna per quanto accaduto, condanna espressa con chiarezza e senza alcuna pretestuosa giustificazione.