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Olimpiadi: azzardo o investimento?


Qualche giorno fa il Presidente del Consiglio Mario Monti ha rifiutato di avallare la richiesta del Sindaco di Roma, Alemanno, per candidare Roma a sede delle Olimpiadi. Ci sono stati subito due partiti: coloro che sostengono che sia stato un errore e coloro che si sono rallegrati per lo scampato pericolo; per correttezza verso chi legge dico che io appartengo alla seconda fazione e che quindi sono di parte; detto questo per onestà intellettuale, esporrò alcuni dati, poi ognuno si faccia i conti che preferisce.Coloro che sostengono che le Olimpiadi romane sarebbero state un affare portano questi numeri, i quali mirano a dimostrare che sarebbero state a costo zero per la collettività, avrebbero portato un ritorno di immagine positivo per Roma con possibilità di incrementare il turismo ed inoltre avrebbe prodotto un aumento del PIL. Chi ha la pazienza e la bontà di seguire quanto scrivo sa che mi piace partire da basi certe e condivise, per cui andiamo a leggere i numeri.Il Comitato Promotore Roma 2020 aveva affidato ad una commissione il compito di studiare costi, benefici e compatibilità economica del progetto di far svolgere le Olimpiadi a Roma, quindi questa è la fonte da cui ho attinto i dati. Costo complessivo previsto: 9,8 miliardi di euroCosto a carico dello Stato:    8,2 miliardi di euro Suddivisione delle principali voci di spesa:Costi organizzativi 2,5 miliardiCostruzione del villaggio olimpico 1,4 miliardiRealizzazione ed adeguamento impianti sportivi 1,4 miliardiStrutture urbane e mobilità 2,8 miliardiAmpliamento dell’aeroporto di Fiumicino 1,6 miliardi (a carico Aeroporti di Roma) Sempre secondo la Commissione le entrate previste: sponsor, diritti tv e biglietti: 2,3 milardi valorizzazione del patrimonio immobiliare 1,2 miliardiQueste sono soldi recuperabili immediatamente, ma poi occorrerebbe aggiungere altre voci: 9,8 miliardi di spese complessive5,2 miliardi di spese turistiche2,7 miliardi di spese e investimenti indotti in altri settori Totale contributo al PIL (che ricordo è costituito da investimenti, consumi ed esportazioni) 17,7 miliardi di euro.  Inoltre la Commissione aveva previsto la creazione di 29.000 posti di lavoro nel 2020 e 12.000 negli anni successivi, cosa che avrebbe generato un gettito erariale di 4,6 miliardi di euro, contro i 4,7 miliardi che rimanevano a carico dello Stato dopo aver incassato 3,5 miliardi delle precedenti voci. Sempre secondo le stime il PIL sarebbe cresciuto tra il 2012 ed il 2025 dell’1,4%.Questi sono i freddi numeri.Subito un punto su cui porre attenzione: i verbi delle entrate sono tutti al condizionale, quelli delle uscite tutte all’indicativo, che è il modo della certezza, prendere nota.Altra cosa: i ricavi sono quelli stimati, diamoli per buoni, ma le spese saranno proprio quelle? Quando si sono svolte le Olimpiadi altrove sono state un buon affare per la città?  I favorevoli sostengono che le ricadute per il turismo e l’occupazione sono ottime e che si possono anche creare nuove strutture sportive che poi resteranno patrimonio della città ospitante. Sulla verifica delle spese si po’ solo andare a vedere il passato e le tristissime vicende di Italia ’90, dei Mondiali di nuoto dello scorso anno e del G8 consiglierebbero qualche prudenza. Se poi vogliamo aggiungere anche l’Anno Santo allora avremo un quadro ancora più completo. Quanto alle ricadute positive sull’occupazione, le stesse sono discutibili: ci sono dei cantieri che lavorano tre/quattro anni prima ma che poi, una volta ultimati i lavori, non vi è certezza alcuna di una prosecuzione.  Riguardo lo sviluppo del PIL, vediamo cosa dicono i numeri.Uno studio di Stephen Jen, di Morgan Stanley riferisce che, a partire dal 1956 e con l’unica eccezione di Atlanta 1996, in cui i capitali sono stati pressoché per intero privati e che sono terminate con un utile di circa 250 milioni di dollari, l’anno successivo a quello delle Olimpiadi hanno visto una decrescita del 4% rispetto a quello che le aveva precedute, per cui il passato non supporta assolutamente questa tesi. Ci sono un paio di casi addirittura drammatici: a Montreal i debiti per l’edizione del 1976 sono stati finire di pagare soltanto nel 2006, il caso della Grecia è stato già esposto ed anche le Olimpiadi di Torino hanno visto un intervento dello Stato per 200milioni di euro per coprire i debiti.   Vediamo il turismo, anche se dubito che Roma abbia bisogno di essere pubblicizzata con le Olimpiadi: il patrimonio storico, artistico e culturale, il richiamo religioso e tutto il resto non sembrano aver bisogno di una simile spesa. Se andiamo a verificare i dati di Pechino 2008, tratti da Asia News e dall’Istituto tecnologico di Pechino, citati in uno studio di Pietro Mennea, leggiamo che, nel corso dei giochi, gli hotel a 3 stelle sono stati occupati per poco meno del 50%, quelli a 4 stelle al al 45,5% e solo quelli a 5 stelle, occupati per lo più dalle rappresentanze olimpiche, per il 70%; come dato non mi sembra strepitoso, nonostante una riduzione dei prezzi dal 10 al 30% rispetto al periodo di maggio dello stesso anno. Sempre a Torino le stanze rimaste inutilizzate durante i giochi furono ben 2500, in altre parole l’affluenza fu ben scarsa.  Visto il passato mi sembra che la storia delle Olimpiadi sia simile a quella degli asini che volano, che qualcuno porta su un tetto per convincerli a volare. Quanti asini si debbono schiantare prima che ci si convinca che non volano?