Proseguiamo… spero vi stiate immergendo anche voi in questo viaggio a mio parere fantastico… Leo prosegue poi il capitolo…“Voglio leggervi qualcosa che amo moltissimo. L’ho trovato nel Journal of Humanistic Psychology. E’ stato scritto da un uomo di 85 anni che aveva saputo di essere prossimo alla morte. Dice: <Se potessi rivivere la mia vita, la prossima volta cercherei di commettere più errori. Non cercherei di essere tanto perfetto>. Tutti noi abbiamo il feticcio della perfezione. Che differenza fa se fate sapere agli altri che siete imperfetti? Allora potranno identificarsi con voi. Nessuno può identificarsi con la perfezione. E continua così: <Mi rilasserei di più. Mi lascerei andare. Sarei più sciocco di quanto lo sono stato in questo viaggio. Correrei più rischi, farei più viaggi, scalerei più montagne, nuoterei in più fiumi, guarderei più tramonti, andrei in tanti posti dove non sono mai stato>. Davvero, dice Leo, noi ci gloriamo di negarci ciò che ci piace. Sembra una smania di autopunizione. Certo, non possiamo fare tutto ciò che vorremmo, ma qualche volta abbiamo bisogno di fare una pazzia.E il vecchio continua: <avrei più problemi veri e meno problemi immaginari>. Nel 90 per cento dei casi, quello che ci preoccupa non succede mai, eppure continuiamo a preoccuparci di tutto.Il vecchio dice ancora: <vedete, io ero uno di quelli che vivono in modo sensato e ragionevole, ora per ora e giorno per giorno. Ah! Ho avuto i miei momenti, e se dovessi ricominciare da capo, ne avrei di più, di quei momenti. Anzi, cercherei di non avere altro che bei momenti…momento per momento>. Caso mai non lo sapeste, la vita vita è fatta di questo. Di momenti. Non lasciatevi sfuggire il presente. <Ero uno di quelli che non vanno mai da nessuna parte senza il termometro, la borsa dell’acqua calda, l’impermeabile e il paracadute. Se dovessi ricominciare da capo, viaggerei con un bagaglio più leggero>. “Una volta il Buddha fece un’affermazione incredibile. Disse: <Meno avete, e meno dovete preoccuparvi>. Tutti dicono: <Oh, è vero, è vero>. Però continuiamo ad ammassare e ad ammassare. Nelle nostre credenze teniamo cose che non usiamo da mille anni. E’ un insulto per la persona che li fece, tenerli chiusi nella credenza. Usateli… furono fatti per questo. Niente è eterno.E il vecchio disse: <Se dovessi ricominciare da capo, comincerei ad andare in giro scalzo all’inizio della primavera fino ad autunno inoltrato. Guarderei di più i tramonti e giocherei di più con i bambini, se avessi la mia vita da rivivere. Ma non ce l’ho>. Né voi né io sappiamo che cosa c’è di là, ma sappiamo che cosa c’è qui. Il presente è il dono che Dio vi ha fatto, e il modo in cui l’usate è il dono che voi date a Dio.La vita è nelle vostre mani. Potete scegliere la gioia, se volete, oppure potete trovare la disperazione ovunque guardiate. E’ tutto vostro. Perché certe persone vedono sempre cieli bellissimi ed erba verde e splendidi fiori ed esseri umani incredibili, mentre altri faticano a trovare belli un luogo o una cosa?Un’ultima cosa: vorrei che costruissimo qualche nuovo ponte verso la pazzia. Sono stufo della ragione, soprattutto della definizione che ne diamo noi. La definizione di pazzia sul dizionario include <estasi> ed <entusiasmo> e <ilarità>. Mi preoccupa il fatto che siamo una società costretta a dipendere dalle risate in scatola. Emily Post dice che nella nostra cultura le donne non ridono; si permettono soltanto risolini. Voi ridete! Lasciate i risolini.Assagioli afferma che molti nostri problemi sono basati sul fatto che siamo prigionieri di una routine incessante. Fate la stessa cosa nello stesso modo, un giorno dopo l’altro, e di conseguenza vi annoiate da impazzire. Aggiunge inoltre: <spezzate la routine; rompete con le vecchie abitudini>.Pensateci, molti di voi vivono la loro vita esattamente nello stesso modo, giorno dopo giorno. Scendiamo dal letto sempre dalla stessa parte, andiamo in bagno e prendiamo il dentifricio e lo spremiamo sullo spazzolino, ci guardiamo allo specchio e gemiamo <“Oh, Dio!>. Facciamo la doccia, poi andiamo a bere il caffè e usciamo dalla stessa porta. Provate, una volta, a scendere dal letto scavalcando vostra moglie o vostro marito. <Ehi, cosa stai facendo?> <Sto cambiando la mia vita>. Oppure dite alla vostra adorabile moglie <questa mattina andiamo a far colazione fuori>. Lei dirà che non è domenica e voi potrete rispondere: <si, ma facciamolo lo stesso>. Scoprirete quanto può essere magica quella colazione.Il ponte finale; tutti questi ponti devono essere costruiti per amore. Questo è stato espresso in modo bellissimo e succinto da Thornton Wilder, quando disse: <C’è una terra dei vivi e una terra dei morti, e il ponte è l’amore. L’unica sopravvivenza e l’unico significato>.Desidero concludere con queste parole: in India, quando incontrate qualcuno o vi accomiatate da lui, giungete le mani e dite <Namaste>. Significa: <Io onoro in te il luogo dove risiede l’intero universo. Se tu sei in quel luogo in te, e io sono in quel luogo in me, siamo una cosa sola>.Namaste.
Post N° 6
Proseguiamo… spero vi stiate immergendo anche voi in questo viaggio a mio parere fantastico… Leo prosegue poi il capitolo…“Voglio leggervi qualcosa che amo moltissimo. L’ho trovato nel Journal of Humanistic Psychology. E’ stato scritto da un uomo di 85 anni che aveva saputo di essere prossimo alla morte. Dice: <Se potessi rivivere la mia vita, la prossima volta cercherei di commettere più errori. Non cercherei di essere tanto perfetto>. Tutti noi abbiamo il feticcio della perfezione. Che differenza fa se fate sapere agli altri che siete imperfetti? Allora potranno identificarsi con voi. Nessuno può identificarsi con la perfezione. E continua così: <Mi rilasserei di più. Mi lascerei andare. Sarei più sciocco di quanto lo sono stato in questo viaggio. Correrei più rischi, farei più viaggi, scalerei più montagne, nuoterei in più fiumi, guarderei più tramonti, andrei in tanti posti dove non sono mai stato>. Davvero, dice Leo, noi ci gloriamo di negarci ciò che ci piace. Sembra una smania di autopunizione. Certo, non possiamo fare tutto ciò che vorremmo, ma qualche volta abbiamo bisogno di fare una pazzia.E il vecchio continua: <avrei più problemi veri e meno problemi immaginari>. Nel 90 per cento dei casi, quello che ci preoccupa non succede mai, eppure continuiamo a preoccuparci di tutto.Il vecchio dice ancora: <vedete, io ero uno di quelli che vivono in modo sensato e ragionevole, ora per ora e giorno per giorno. Ah! Ho avuto i miei momenti, e se dovessi ricominciare da capo, ne avrei di più, di quei momenti. Anzi, cercherei di non avere altro che bei momenti…momento per momento>. Caso mai non lo sapeste, la vita vita è fatta di questo. Di momenti. Non lasciatevi sfuggire il presente. <Ero uno di quelli che non vanno mai da nessuna parte senza il termometro, la borsa dell’acqua calda, l’impermeabile e il paracadute. Se dovessi ricominciare da capo, viaggerei con un bagaglio più leggero>. “Una volta il Buddha fece un’affermazione incredibile. Disse: <Meno avete, e meno dovete preoccuparvi>. Tutti dicono: <Oh, è vero, è vero>. Però continuiamo ad ammassare e ad ammassare. Nelle nostre credenze teniamo cose che non usiamo da mille anni. E’ un insulto per la persona che li fece, tenerli chiusi nella credenza. Usateli… furono fatti per questo. Niente è eterno.E il vecchio disse: <Se dovessi ricominciare da capo, comincerei ad andare in giro scalzo all’inizio della primavera fino ad autunno inoltrato. Guarderei di più i tramonti e giocherei di più con i bambini, se avessi la mia vita da rivivere. Ma non ce l’ho>. Né voi né io sappiamo che cosa c’è di là, ma sappiamo che cosa c’è qui. Il presente è il dono che Dio vi ha fatto, e il modo in cui l’usate è il dono che voi date a Dio.La vita è nelle vostre mani. Potete scegliere la gioia, se volete, oppure potete trovare la disperazione ovunque guardiate. E’ tutto vostro. Perché certe persone vedono sempre cieli bellissimi ed erba verde e splendidi fiori ed esseri umani incredibili, mentre altri faticano a trovare belli un luogo o una cosa?Un’ultima cosa: vorrei che costruissimo qualche nuovo ponte verso la pazzia. Sono stufo della ragione, soprattutto della definizione che ne diamo noi. La definizione di pazzia sul dizionario include <estasi> ed <entusiasmo> e <ilarità>. Mi preoccupa il fatto che siamo una società costretta a dipendere dalle risate in scatola. Emily Post dice che nella nostra cultura le donne non ridono; si permettono soltanto risolini. Voi ridete! Lasciate i risolini.Assagioli afferma che molti nostri problemi sono basati sul fatto che siamo prigionieri di una routine incessante. Fate la stessa cosa nello stesso modo, un giorno dopo l’altro, e di conseguenza vi annoiate da impazzire. Aggiunge inoltre: <spezzate la routine; rompete con le vecchie abitudini>.Pensateci, molti di voi vivono la loro vita esattamente nello stesso modo, giorno dopo giorno. Scendiamo dal letto sempre dalla stessa parte, andiamo in bagno e prendiamo il dentifricio e lo spremiamo sullo spazzolino, ci guardiamo allo specchio e gemiamo <“Oh, Dio!>. Facciamo la doccia, poi andiamo a bere il caffè e usciamo dalla stessa porta. Provate, una volta, a scendere dal letto scavalcando vostra moglie o vostro marito. <Ehi, cosa stai facendo?> <Sto cambiando la mia vita>. Oppure dite alla vostra adorabile moglie <questa mattina andiamo a far colazione fuori>. Lei dirà che non è domenica e voi potrete rispondere: <si, ma facciamolo lo stesso>. Scoprirete quanto può essere magica quella colazione.Il ponte finale; tutti questi ponti devono essere costruiti per amore. Questo è stato espresso in modo bellissimo e succinto da Thornton Wilder, quando disse: <C’è una terra dei vivi e una terra dei morti, e il ponte è l’amore. L’unica sopravvivenza e l’unico significato>.Desidero concludere con queste parole: in India, quando incontrate qualcuno o vi accomiatate da lui, giungete le mani e dite <Namaste>. Significa: <Io onoro in te il luogo dove risiede l’intero universo. Se tu sei in quel luogo in te, e io sono in quel luogo in me, siamo una cosa sola>.Namaste.