Un cuore con le ali

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Sempre nello stesso capitolo, trascrive ancora un testo di Haim Ginott:“Un bambino ha il diritto di ricevere dagli adulti messaggi razionali. Il modo in cui i genitori e gli insegnanti parlano aiuterà i bambini a capire ciò che devono provare per se stessi. Le affermazioni degli adulti influiscono sulla stima che il bambino ha di sé, sul valore che attribuisce a se stesso. In un’ampia misura, il loro linguaggio determina il suo destino. I genitori e gli insegnanti devono sradicare la follia insidiosamente celata nel loro linguaggio quotidiano. I messaggi che dicono a un bambino di diffidare della sua percezione lo inducono a rinnegare i suoi sentimenti e a dubitare del suo valore. I cosiddetti discorsi normali che vanno per la maggiore fanno impazzire i bambini. I biasimi e le frasi che ispirano vergogna, le prediche e le morali, gli ordini e le prepotenze, le ammonizioni e le accuse, gli atteggiamenti che ridicolizziamo e sminuiscono, le minacce e gli allettamenti, le diagnosi e le prognosi…. Queste tecniche brutalizzano, involgariscono e disumanizzano i bambini. La sanità mentale viene solo quando ci fidiamo della nostra realtà interione e questa fiducia si apprende soltanto attraverso il processo della vera comunicazione”.Che cosa ha bisogno di sapere un bambino? Vorrei parlarvi delle cose che ritengo essenziale far sapere ai bambini. E per prima cosa dobbiamo incominciare presto a metterli al corrente di quelle meravigliose miniere d’oro dell’immaginazione che sono esclusivamente loro. Dobbiamo convincerli che in tutto il mondo loro sono gli unici se stessi. Credo che alcuni di loro l’abbiano dimenticato. Dobbiamo insegnare loro che sono unici al mondo, e, dobbiamo mostra loro che saranno sempre  i migliori se stessi. Ed è difficile, perché fin dalla tenera età noi non ci crediamo. Nessuno ci vede, nessuno ci tocca. Dobbiamo indurre i bambini a comprendere che non soltanto hanno questa unicità incredibile, ma hanno anche qualcosa che a volte dimentichiamo. Hanno anche la potenzialità. C’è in loro da scoprire molto di più di quello che è stato scoperto! E questo è meraviglioso. Dovunque si trovino, stanno appena incominciando; e il grande viaggio magico della vita consiste nello scavare, nello scoprire quel meraviglioso loro.E poi sono convinto che dobbiamo parlare ai bambini della morte, e smetterla di proteggerli e di lasciare che si mettano in mente di essere immortali. Ci comportiamo come se credessimo di esserlo. Se riflettete bene, scoprirete di pensare sempre che siano gli altri a morire, non voi. Moriremo tutti. E’ la cosa più democratica che sia mai successa! Chiunque siate, per quanto siate ricchi e illustri, indipendentemente dal fatto che abbiate reso bella od orribile la vostra vita, morirete. Ma perché averne paura? Avete paura della morte solo quando non vivete. Se siete coinvolti nel processo della vita, non piangerete e non urlerete. Se in vita avete trattato bene gli altri mentre erano vivi, non vi butterete sulla loro bara urlando: Non andartene, non andartene. Che strano concetto abbiamo della morte! Non vogliamo condurre i bambini ai funerali. La morte è un continuo, bellissimo processo della vita. La morte è una buona amica, un’ottima amica, perché ci dice che non abbiamo a disposizione l’eternità e che dobbiamo vivere ora; perciò è prezioso ogni minuto. Leggiamo queste parole e diciamo: Oh, si è verissimo! Ma viviamo così? Com’è meraviglioso da vivere il momento in cui contemplate un fiore. Quando qualcuno vi parla, per amor del cielo, ascoltate, e non guardate da un’altra parte per vedere cosa succede. La morte se vogliamo ascoltarla, ci insegna che il momento è ora. Ora è il momento di prendere il telefono e chiamare la persona che amate. La morte ci insegna la gioia del momento. Ci insegna che non abbiamo a disposizione l’eternità, che nulla è permanente. Ci insegna a lasciare che le cose fluiscano, e che non c’è nulla a cui possiate aggrapparvi. E ci dice di rinunciare alle aspettative e di lasciare che il domani racconti la propria storia, perché nessuno sa con certezza se rientrerà a casa stasera. Per me, questa è una sfida colossale. La morte ci dice: vivete ora. Diciamolo ai bambini.Un ultima cosa che voglio dire ai bambini è che la vita non è soltanto sofferenza, infelicità e disperazione come si sente nel telegiornale e come si legge sui quotidiani. Quelle sono le cose che fanno notizia. Quelle che non sentiamo mai sono le cose meravigliose, amabili, grandi, fantastiche che accadono egualmente. In un modo o nell’altro, dovete far conoscere ai bambini anche queste cose meravigliose. Per riuscirci, dovete trovar il contatto con la vostra gioia e la vostra follia. Siamo tutti matti! E se non lo credete, siete più matti degli altri. La noia nasce dalla monotonia. La gioia, la meraviglia, il rapimento nascono dalla sorpresa. La monotonia conduce alla noia, e se siete annoiati, siete noiosi. Vi stupite che gli altri non vogliono stare con voi! Potete scegliere come volete vivere la vostra vita. Potete scegliere la gioia, la libertà, la creatività, la sorpresa, oppure l’apatia e la noia. E questa scelta potete farla ora!Dobbiamo dire ai bambini che hanno la possibilità di scegliere tra l’amore e la sconfitta. Perché lasciarsi sfuggire l’amore è lasciarsi sfuggire la vita. Thornton Wilder dice: Vi è una terra dei vivi e una terra dei morti, e il ponte è l’amore. L’unica sopravvivenza e l’unico significato. Diciamolo ai bambini!” 
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Questa seconda parte del capitolo, a mio parere, è davvero molto forte. Un tema che comunque suscita parecchia paura… perché è inutile girarci intorno… anche se Leo ci parla della morte come un’amica… a chi non fa paura??? Eppure tutti lo sappiamo… che lei comunque… prima o poi ci verrà incontro e ci chiamerà… ed è vero che la ignoriamo… fino a quando non ci tocca.Credo che questo sia uno dei capitoli che ci lascerà riflettere molto….