Creato da Rafmass il 12/08/2006
Idee per creare un partito politico dei dipendenti pubblici

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« A breve la fine del blog...Arrivederci!!!!! »

Noi fannulloni.

Post n°28 pubblicato il 31 Luglio 2008 da Rafmass

Era mia intenzione chiudere questo blog, per i motivi già esposti nei precedenti comunicati; ma, la mia sensibilità ai problemi legati al pubblico impiego non ha ancora congretizzato la mia decisione. Oggi vi propongo una lettera ricevuta via email che sicuramente merita essere letta da TUTTI!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

La mia sperenza è che si svegli in voi lettori la voglia di interagire con questo blog.

Aspetto commenti.

Gentile Ministro Brunetta,

perdoni se ho l’ardire di rivolgermi a Lei in questo momento così impegnativo per il governo in preda ad un parossismo decisionale che possa consegnarlo alla storia come merita, Le chiedo solo di leggere questa lettera che non sottrarrà più di cinque minuti al Suo indice di produttività.Le racconto in breve la mia storia: sono una dipendente di un istituto di previdenza da più di dieci anni in servizio effettivo, mamma di due bambine e vivo in una città del profondo Sud. Appartengo anch’io a quella schiera di impiegati da Lei etichettati “fannulloni” non perché intendesse offenderci, questo lo capisco bene, ma semplicemente per fare capire in maniera immediata quale era il problema (un po’ come dire se io ripetessi in questa sede quel che di Berlusconi ha detto Di Pietro, anche in quel caso non per offendere, questo è ovvio, ma per far capire dove sta il problema). Signor Ministro le scrivo per raccontarle, attraverso la mia vicenda, quella di milioni di altre mamme-impiegate affinché Lei, che per altri versi è così sensibile ai problemi della gente si renda conto della realtà in cui viviamo noi “fannulloni” (perdoni l’abuso del termine, il fine è sempre quello della comprensione). Io, come altre mie colleghe, da brava fannullona, mi alzo ogni mattina alla ore 6 a.m. e dopo aver fatto colazione e aver preparato le mie bambine di 4 e 6 anni esco di casa con le suddette bambine entro le 7.00, perché vede, io abito fuori città e per arrivare al lavoro devo uscire di casa molto presto. Dopo aver timbrato, solitamente alle 7.30, comincio la mia giornata lavorativa: il mio lavoro è ripetitivo ma l’utilità sociale che è insita nel predisporre le pensioni per chi (beato lui) ha maturato i requisiti e fare in modo che ne possa godere senza ritardi, pensi lei mi fa sentire utile. Da brava fannullona sforno decreti di pensione a tutto spiano affinché non debba sentire nessuno venir da me a dire “e iu comu mangiu”, affinché a fine mese possa percepire il mio stipendio pensando di essermelo più che guadagnato. Negli anni la sede in cui lavoro si è svuotata di personale che è andato in pensione e non è stato sostituito da nessuno, pertanto più e più volte ho visto il mio carico di lavoro aumentare, ma a fronte dell’acquisizione di nuove e complesse competenze mi si continua a dire che siamo in esubero, che bisogna ridurre l’organico e lavorare di più: ma com’è possibile? Me lo chiedo ma nessuno mi risponde. Intanto l’arretrato avanza e quando qualcuno di noi comunica che presto andrà in pensione tutti ci guardiamo in faccia e ci chiediamo di quanto la redistribuzione del lavoro che consegue a ciascun pensionamento inciderà sul nostro carico di lavoro. E poi nessuno si spiega perché mai ci sia tanto arretrato, sarà che la matematica è un’opinione. Malgrado tutte le suddette difficoltà continuo a lavorare con quel senso del dovere che mi ha trasmesso mio padre e dal quale non posso prescindere. Pensi lei, signor Ministro, ogni giorno mi illudo di aver lavorato bene, e nel mio piccolo, di essere stata utile a qualcuno compiendo il mio dovere con la serietà e la professionalità che negli anni ho acquisito. Questo mi consente di guardarmi allo specchio ogni mattina e di non vergognarmi di essere un impiegato pubblico, come lei ha di recente sostenuto che molti di noi fanno, ma anzi di essere orgogliosa. Ma ultimamente qualcosa è cambiato, sa Signor Ministro, comincio a sentirmi demotivata: a che serve che io lavori così tanto se poi comunque di me si dirà sempre che appartengo alla schiera dei “fannulloni”?: la tentazione di incrociare la braccia è forte, molto forte. L’opinione pubblica, adeguatamente manipolata da una campagna mediatica diffamatoria e parziale, non è con me, ma contro di me, e non è facile far capire alla gente. Quel che è facile, invece, è cavalcare l’onda del malcontento della gente e indirizzare la folla a puntare contro il “mostro” di turno, pubblico impiegato o rom o sinti che sia. Puntare sul malcontento porta sempre tanto consenso, questa non è una novità, è facile, infatti, dire che le cose non funzionano, su questo siamo tutti d’accordo e pronti a battere le mani, ma, ahimè, non è riducendo i salari che si rende più efficiente la PA (altrimenti lo avrebbero già fatto da tempo), né privatizzando quelli che oggi sono dei servizi che nascono da diritti per i quali si è a lungo lottato, così come non è riducendo la retribuzione di chi si ammala (non occorre che io Lei ricordi, con gli adeguati scongiuri, quanto sia diffuso il cancro) che disincentiviamo l’assenteismo ma è piuttosto intensificando i controlli che facilmente si distinguerà il “falso” malato da quello vero, perché purtroppo, nessuno sceglie di ammalarsi e non è giusto accanirsi con chi già non ha abbastanza soldi per curarsi. Tutto questo lede la dignità del malato, del pubblico impiegato, attualmente indicato a “dito”, ma soprattutto lede la dignità della persona in quanto tale. Le dirò signor Ministro, anziché carnefice come impiegato pubblico e vittima come cittadino, oggi mi sento più volte vittima: come cittadina, come lavoratrice, come mamma, come italiana. Però, quel che è giusto è giusto, bisogna riconoscere che questo governo ha alleggerito la pressione fiscale, si, infatti, sappiamo tutti cosa ha fatto: ha tolto l’ICI. Certo, nel mio caso, sarebbe stato meglio che anziché togliere l’ICI avesse evitato di toccare il mio salario. Infatti, io di ICI, io, che non ho una villa ma solo una casa di prima abitazione in un comune in periferia (con il mio stipendio, infatti, non potrò mai permettermi una casa in centro: è già tanto se mi riesce di finire di pagare questa) e dunque ho sempre usufruito di sgravi, non ho mai pagato più di € 60 euro all’anno. Grazie signor Ministro: quest’anno sul mio bilancio, a fronte di sessanta euro di risparmio fiscale avrò qualcosa come 5.000 euro di meno sull’importo di stipendio annuo. Non Le dico come sono contenta! Adesso Lei si chiederà perché non sono contenta, e perché mai sulla mia fronte si sia disegnata quella ruga, mah non so, sarà che i fannulloni di oggi sono un po’ più complicati di quelli del passato. L’autunno si preannuncia caldo ma pieno di nembi all’orizzonte, la lotta sarà dura ma, Le dirò, Signor Ministro, non demorderò facilmente se non altro perché mia figlia, interrogata sulla professione della madre, non abbia da vergognarsi a dire che è un’impiegata pubblica e non si debba vergognare una seconda volta a dire che in famiglia non si arriva alla fine del mese anche perché, in previsione del futuro, sto cercando di spiegarle che povertà non è vergogna ma, invece, corruzione, tangenti, peculato, immoralità (tutti termini che la classe politica ben conosce) queste sì che sono vergogne.

Fannullona INPDAP Catania

P.s. non me ne voglia la collega di Catania, ma non essendo la lettera firmata, non ho potuto chiedere l'autorizzazione. Nel caso in cui non gradisci la pubblicazione del tuo scritto, puoi lasciarmi un commento e sarà subito eliminata.

Grazie collega di Catania, oggi tu sei la nostra bandiera.

 
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Commenti al Post:
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 02/08/08 alle 12:09 via WEB
La lettera è interessante, però rivolgersi ad un Ministro con deferenza, che ricordo è anche egli dipendente pubblico (prof. Universitario come tale fa 120 ore all'anno ovvero 20 giorni all'anno ed ha anche gli assistenti, può fare il doppio lavoro, consulenze e questo fa capire quanto lavorino i Prof universitari) mi sembra eccessivo. Questo signore che tutti si ostinano a considerare un ministro della repubblica è solo un venditore ambulante di immaginazione (d'altra parte egli è un figlio di venditore ambulante ... vi lascio immaginare). Un venditore ambulante ha come obiettivo di comprare la merce a poco e rivederla a molto, quindi nel suo operato non c'è null'altro ovvero non c'è lavoro come potrebbe essere per un operaio, per un impiegato, per un artigiano. E' la logica peggiore. A volevo ricoradre che il Ministro Brunetta è uno dei maggiori assenteisti del parlamento europeo a fronte di uno stipendio di 12000 Europ (capito). Eccol la logica becera del commercio : mi hanno pagato e chi se ne frega. comunque in ogni caso voi spostate il problema : brunetta è un mero esecutore di ordine che gli vengono dall'alto, ovvero distruggere il sistema sociale italiano. Ho sempre avuto paura dei venditori ambulanti
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Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 04/08/08 alle 09:30 via WEB
Da buona elettrice del centro destra, voglio ringraziare il ministro Brunetta per avermi convinto a non commettere più l'errore di votare chi, da ottimo manipolatore midiatico, mi ha fatto credere che prima di agire si sarebbero fatti dei diastinguo tra chi si gratta veramente la pancia (e ci sono nel pubblico come nel privato) e chi invece, come la collega di cui trattasi cerca di fare il suo dovere per miseri stipendi. Arrivederci centro destra, ora ho proprio deciso che non eserciterò più il diritto al voto.
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Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 02/08/08 alle 12:32 via WEB
Sono d'accordo è necessario creare un partito non solo dei dipendenti pubblici ma di tutti i dipendenti. Ma voi veramente pensate che gente come Veltroni possa rappresentare le nostre esigenze. Veltroni gioca a fare Kennedy e poi si vedeva Happy Days. Quindi spero che veramente ci si organizzi tra noi e sopratutto nell'ottica del senso dello Stato che manca a tutti gli italiani
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Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 02/08/08 alle 16:51 via WEB
Non chiudere bisogna diffondere il verbo
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Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 02/08/08 alle 22:53 via WEB
Forza ragazzi dobbiamo realizzare un partito che ci rappresenti, ma non solo di dipendenti pubblici ma di dipendenti tutti. Ormai è chiaro non è più possibile demandare ad altri. ha ragione Grillo qunado dice che i parlamentari al massimo debbono fare 2 legislature. Io dico di più che chi ha ricoperto incarichi istituzionali anche "presidente della repubblica" poi deve tornare alla vita normale. Altro fatto importante: quando ricopre incarichi pubblici deve essere al di sopra di ogni sospetto e processabile senza attenuanti anche facente funzioni
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Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 22/08/08 alle 17:58 via WEB
Voglio segnalare che c'è un blog degli statali http://statali.blogspot.com/. Ragazzi uniamoci. Se riusciamo a fare un partito, la prima cosa da fare è far lavoarare i professori universitari come Brunetta e vincolandoli al solo lavoro di Professore. se vuole fare altro allora il suo status deve essere di professore a contratto come i lavoratori a progetto. Visto che uno di loro li ha introdotti questi tipi di contratto evidentemente è necessario che diano prima loro l'esempio. anzi io direi tutti professori Universitari a contratto. Devono dare l'esempio e far vedere che ci credono alle cose che dicono e propongono per gli altri
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maria.basta
maria.basta il 15/04/09 alle 15:04 via WEB
Cara collega di Catania, come ti capisco! Io oggi pago le conseguenze di un lavoro pubblico svolto e che ancora svolgo con il massimo impegno. Ormai credo che la mia testa e il mio cuore reggeranno ancora per poco...all'inizio sei felice di aver vinto un concorso pubblico per di più per un ruolo importante da Responsabile di settore e poi ti ritrovi nell'incubo di dover lavorare molto molto più delle ore per cui vieni pagata (all'inizio avevo un part time di 18 ore poi portate a 21) una miseria (meno di mille euro compresa la responsabilità altrimenti erano 450), da sola perchè non c'è personale, con delle responsabilità che ti schiacciano e ti soffocano perchè sai che anche il minino errore ti porta in galera e vieni etichettata come ladra....e certo che si sbaglia lavorando con certi ritmi e pressioni psicologiche...si sbaglia in buona fede, si sbaglia perchè non si ha nemmeno il tempo di leggere le novità normative che ci sono di giorno in giorno, si sbaglia anche se non si vuole sbagliare. L'onestà e il coraggio con cui lavoro ogni giorno sono insite nel mio carattere, ma credetemi solo se sbaglio un indirizzo non dormo la notte!! Si è così pronti ad accusare, a vedere solo le cose sbagliate in quasto lavoro che avresti potuto pure aver salvato migliaia di vite umane perchè era giusto così ed era il tuo dovere, ma se poi per caso sbagli nel comunicare un dato o un numeretto o a scherzare con la persona sbagliata che subito sei la delinquente di turno....ma come si può lavorare così? Per meno di mille euro al mese...anzi per 450 euro al mese...
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Utente non iscritto alla Community di Libero
Br1 il 28/06/11 alle 13:41 via WEB
CON G RETIZZATO?
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gardenparks
gardenparks il 02/06/12 alle 10:09 via WEB
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