TANTO PER PARLARE...

Après Moi le Deluge


 Il presidente del Consiglio ha svelato l'arcano. Luca di Montezemolo è una spia del Kgb, Diego Della Valle è un nuovo Lenin, il direttore del Sole 24 Ore, Ferruccio De Bortoli, viene da un lungo apprendistato presso la redazione della Pradva bolscevica. E' in atto un colpo di Stato strisciante e comunista. Questo è il senso dell'appello insurrezionale lanciato nel salone confindustriale di Vicenza. Che ha lasciato naturalmente lividi e sbigottiti i sicari di Fassino, a cominciare dal giovane Pininfarina che pur vistosi scoperto ha osato insistere nella diffusione della terribile Menzogna. Quella per cui saremmo di fronte a gravi problemi per l'economia del Paese. Una deformazione dei fatti di cui si è fatto portatore perfino papa Benedetto XVI (in realtà un falso monaco moscovita), parlando di crisi dell'occupazione. Il Vaticano ignora così volutamente le duecentomiladuecentoventitre riforme compiute dal governo di centrodestra e che hanno reso felice la vita degli italiani. Ed ora che cosa succederà? L'ansia sta travolgendo gli stati maggiori delle forze politiche. Anche Fini e Casini non sanno più che pensare. "Dopo di me il diluvio" ha dichiarato in sostanza il Cavaliere. E tutti meditano su quanto potrà fare l'Uomo nel caso la sera dell'undici aprile il mondo sapesse che il re è crollato, il presidente del Consiglio è Romano Prodi. L'ipotesi più probabile, dopo quanto è avvenuto a Vicenza, è che preso da un'ira terribile egli compia qualche atto imprevedibile, una "sorpresa", come ama dire, capace di provocare panico e sgomento.E' possibile che si tramuti, così, in un nuovo Nerone, intento a spandere benzina nelle stanze di Palazzo Chigi ed appiccare un fuoco devastante. Oppure costringere i fidi Bondi Cicchitto Fede Ferrara a spogliarsi completamente ed apparire nudi, in segno di scherno, in Piazza Santi Apostoli, tra i festanti elettori dell'Unione, seminando il terrore. Non è possibile prevedere esattamente che cosa potrà succedere in quell'infausta notte. Forse sarà necessario stargli vicino, usare toni teneri, raccontare qualche vecchia barzelletta e accompagnarlo gentilmente all'uscita. I telegiornali dovranno cercare di non essere enfatici. Magari potrebbero porgere delicatamente i risultati, con un sobrio commento: "Trattasi di normale avvicendamento. Come nelle democrazie occidentali".brunougolini@mclink.it