RIVOLUZIONE

TRATTO DA L'AMACA DI MICHELE SERRA


"Le brigate rosse usavano il mitra, i magistrati il potere giudiziario". Così disse il premier ai giornalisti stranieri, e perfino nel frastuono forsennato delle sue parole, e delle urla pro e contro che gli fanno cerchio, l'orribile paragone riesce a fare spicco per la sua sconcia stupidità. Uno sputo in faccia per chi in quegli anni vide magistrati cadere sotto il piombo brigatista (i giudici Galli e Alessandrini, il vicepresidente del Csm Bachelet), per i loro familiari, per gli italiani che di quel martirio hanno forte memoria. "La magistratura è un'associazione con finalità eversiva", dice ancora: e di mestiere farebbe l'uomo di Stato, pensate un pò. Per quanto seduto sulla sua montagna di miliardi la sua voce ci arriva sempre dal basso. Non gli abbiamo mai sentito dire, in vent'anni, qualcosa di nobile o di esemplare. Solo la vanteria compulsiva del più bravo che sollecita l'applauso, o il ringhio pazzoide di chi va in tilt quando chiunque osi contraddirlo, non amarlo, non appartenergli. Un po' per stanchezza, un po' per noia, abbiamo imparato a simulare, in questi anni, indifferenza o silenzioso spregio di fronte all'offesa permanente che questo signore rappresenta non per la democrazia, che è troppa cosa da scomodare, ma per la decenza. Questa è una delle volte che l'aplomb va messo da parte: quella frase su brigatisti e magistrati fa schifo, e basta.