RESPECT

Oceanic 815! NO, VE 8426


Siamo partiti da milano malpensa in perfetto orario, alle ore 15:15 con un MD80 di Volare Web. Volo VE 8426. Pochi passeggeri (gran parte leccesi), cielo coperto, vento minimo. Superata la fase di decollo, il comandante ci ha subito augurato buon viaggio, e le hostess, non più giovani ma ancora affascinanti quanto basta, hanno provato a rifilarci le costose schifezze che provano sempre a rifilarti sui voli low cost. dopo 15 minuti eravamo a quota 9000 metri sul livello del mare: uno spettacolo mai visto... si perchè l'italia era coperta di nuvole, una distesa bianca a perdita d'occhio, sembrava panna montata! e accanto a noi uno splendido sole che ci osservava e ci rassicurava. Ma era solo la quiete prima della tempesta.... Infatti alle ore 16:00 il comandante ci ha informati che a causa della pesante perturbazione a Brindisi, c'era il serio rischio di un cambio di rotta verso Bari. eh già può capitare. ho cercato di non pensarci sparandomi nelle orecchie la musica proveniente dal mio ipod, ma il risultato è stato che mi sono vergognosamente addormentato.... DINDONG! QUI E' IL COMANDANTE... ho aperto gli occhi e ho cercato di ascoltare la comunicazione. ho notato subito che qualcosa non tornava: fuori era tutto buio... eravamo nell occhio del ciclone! oscurità, acqua ovunque, vuoti d'aria. Il comandante ci ha avvisati che lo scalo di Brinidisi era chiuso e che avrebbe provato a volare per 30 minuti sopra l'alta puglia in attesa che la situazione si sbloccasse. Erano le 16:30. Iniziavo a preoccuparmi... dopo aver provato a leggere un pur interessante articolo sulle qualità dell'olio nostrano, presente nella solita rivista gastronomico-turistica delle compagnie aeree, fuori la situazione era peggiorata. Osservavo l'ala alla mia sinistra e i segnalatori luminosi, 2 bianchi e uno rosso, illuminavano un muro di vapore e acqua. il velivolo non era stabile, tremava e sussultava e talvolta si spostava improvvisamente di decine di metri a causa delle forti raffiche. erano le 16:45 e ho pensato che forse era giunto il momento di iniziare a credere in qualcosa di superiore, forse contro una furia così grande e devastante, quella degli elementi, nessuna scienza poteva salvarmi, forse dovevo avere fede. ci ho pensato... erano le 17:00 quando il comandante ha annunciato per la terza volta qualcosa di inaspettato: La situazione meteo della nostra città natia era "leggermente migliorata", avrebbe tentato l'atterraggio. LEGGERMENTE? TENTATO? nessuno fiatava, nemmeno le hostess, che erano già sedute da un pezzo. le luci si sono spente, si respirava aria pesante come macigni, l'aereo era avvolto da tenebre e saette. osservando l'ala ondeggiare accanto a me ho creduto che potesse cedere ma l'ala non cedeva. ho deciso di farmi coraggio, dovevo avere fede... fede nella tecnologia, fede nell'umano ingegno, lo stesso che, attraverso lo studio delle scienze, aveva permesso la realizzazione di quell'ala, così sottile eppure così resistente alla follia apocalittica che la circondava. dovevo avere fede, altrimenti sarebbe stato meglio, per non impazzire, aprire il portellone e lanciarsi. erano le 17:15, era iniziata la procedura di atterraggio. il silenzio era torbido, assoluto: si poteva quasi sentire la pioggia vorticosa che si abbatteva sulla fusoliera senza pietà. come per magia sono apparse le prime luci, la zona industriale, il porto, le auto piccine piccine... c'eravamo quasi, il suolo si avvicinava... ma l'aereo ondeggiava come non mai, la pista npon si vedeva, non si vedeva nulla, le luci erano scomparse. eravamo in un banco di nuvole proprio in prossimità della pista. l'aereo ruotava e sbandava, il suolo era sempre più vicino, lo sentivo. eravamo sospesi (è proprio il caso di dirlo) tra la vita e la morte. Si dice che in questi momenti la vita scorra davanti agli occhi e emergano i ricordi, le persone. no! niente genitori, amici, cazzate, amori.... ZAMINGA, si, ho visto Zaminga terrorizzato accanto a me. Lui, così esperto di disastri aerei, lui, così preciso nello snocciolare il numero delle vittime, lui, che sa bene quanto l'errore umano in questi casi conti. Se ci fosse stato lui al mio posto, forse non ce l'avrebbe fatta. Ma io ero ignorante, e, malgrado il terrore, ne ero felice. Ci siamo: l'aereo è inclinato verso sinistra, è fuori asse, tocca terra. DELIRIO! rimbalza. il comandante tira in alto gli alettoni, l'aereo ritorna verso il basso, sbanda a destra, contraccolpo a sinistra, e poi si schiacchia sulla pista. siamo lunghi, qualcuno esclama spaventato, lo stridore dei freni è assordante, corriamo veloci e la pista ci passa accanto senza rallentare, il comandante frena con più decisione. siamo tesi, sono attimi interminabili perchè non sappiamo quanto spazio possiamo ancora percorrere. deceleriamo paurosamente. siamo scossi,ma siamo tutti interi. arriviamo in prossimità della fine della pista giusto in tempo per svoltare verso il gate. scatta un applauso sentito e sincero. forse Zaminga non avrebbe applaudito, forse ci sarebbe rimasto secco... ma su quel volo per fortuna lui non c'era. Sul volo VE 8426.