Post n°75 pubblicato il 25 Agosto 2014 da chester_s_1996
Qualche tempo fa, una persona mi disse: “Tu sei intollerante! Come puoi pensare di avere la verità e che tutti gli altri non siano salvati?” Interessante. Ero considerato intollerante perché dichiaro alle persone che devono credere in Gesù Cristo per essere salvati. La cosa mi ha fatto riflettere. Mi sono reso conto che oggi, si ha una idea strana di cosa sia la verità e una altrettanto strana idea di cosa voglia dire essere tolleranti. Ecco la definizione di tolleranza secondo il vocabolario della lingua italiana: La tolleranza porta alla comprensione e al rispetto di comportamenti diversi dai propri. Ma questo non vuol dire ritenere giusti quei comportamenti. Ho un profondo rispetto per la vita che mi porta a rispettare anche chi non condivide la mia fede, lasciandolo libero di praticare il proprio credo ma questo non significa che io condivida quel credo. Oggi invece la tolleranza viene quasi intesa come una accettazione del fatto che tutti i credi, tutti gli stili di vita e tutte le percezioni della verità siano equivalenti. Questo porta ad un relativismo molto pericoloso. Infatti la verità, per sua natura, non può essere inclusiva anche del suo opposto. Ecco la definizione di verità dal vocabolario: Leggendo queste definizioni ci rendiamo conto che la verità per sua natura si contrappone a ciò che è falso. Quindi io non posso credere che una cosa sia la verità e allo stesso tempo credere che il contrario di quella stessa cosa sia essa stessa verità. La verità esclude ciò che è falso. Io non posso dire che Roma è la capitale di Italia e nello stesso tempo affermare che Napoli sia la capitale d’Italia. Una delle due affermazioni è vera, l’altra è falsa. Certo, pur non condividendo l’affermazione secondo cui Napoli sarebbe la capitale d’Italia, non andrò in giro a sopprimere chi la pensa in quel modo. Ovviamente, se io andassi in giro a prendere a schiaffi tutti coloro che non credono in Gesù, non sarei una persona tollerante. Tuttavia sono assolutamente convinto che Gesù sia la verità e non posso affermare qualcosa di diverso. Sono tollerante, rispetto il prossimo ma non rinuncio alla verità in quanto tale. Oggi si tende a credere che la tolleranza debba portarci a dire che tutte le risposte alla stessa domanda, anche quando in contraddizione tra loro, siano giuste. Viene proposto un modello di tolleranza secondo cui io dovrei rinunciare alla verità per lasciare spazio alle bugie. Ma questo è assurdo. Questa non è tolleranza. Gesù, di fronte alla domanda di Tommaso, suo discepolo, che gli chiedeva quale fosse la via per andare nella casa del Padre, rispose con il verso che abbiamo appena letto:”Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me.” Gesù non indicò una serie di possibilità tra cui scegliere. Non disse che ci sono molti modi per andare al Padre. Non espresse una semplice opinione sulla verità. Egli indicò l’unica verità possibile. Egli è la via, la verità e la vita. Nessuno avrebbe potuto trovare scorciatoie o strade alternative. Oggi, questa risposta di Gesù sarebbe etichettata come intollerante. Ma quando leggiamo gli evangeli, vediamo che Gesù amava le persone che lo circondavano ed esortava anche ad amare i propri nemici. Come si può considerare Gesù intollerante? Ma quando si trattava di stabilire la verità, Gesù non scendeva a compromessi. Allora, noi cristiani passiamo per intolleranti se diciamo alla gente che solo in Cristo possono essere salvati? Ma cosa dovremmo dire agli altri? Cosa dovremmo dire ai nostri amici o parenti a cui vogliamo bene? Non siamo forse in dovere di dire loro la verità? Se siamo seguaci di Gesù, dovremmo forse dire qualcosa di diverso? Dovremmo dare false speranze per mostrarci più tolleranti? Mi rendo conto che molte persone che leggeranno queste righe potrebbero avere grande rispetto per Gesù come profeta o come grande uomo, pur rifiutando l’idea che la salvezza sia solo in Cristo. Ma io vi chiedo come possiamo considerare Gesù un grande uomo di Dio e allo stesso tempo rifiutare ciò che Lui stesso ha detto di sé? Come possiamo rispettarlo se, in fondo, crediamo che egli andasse in giro a dire menzogne? Ha forse Gesù esagerato quando ha detto di essere la Via, la Verità e la Vita? Ha forse esagerato quando ha detto che nessuno sarebbe venuto al Padre se non per mezzo di Lui? Credetemi, non è questione di essere più o meno tolleranti; come discepolo di Gesù non posso fare altro che credere alla Sua Parola e quella parola non mi lascia altra possibilità di scelta. Continuerò ad amare il prossimo e a rispettare le sue scelte, ma continuerò anche a proclamare che esiste una sola verità e quella sola verità si chiama Gesù Cristo. |
Post n°74 pubblicato il 22 Agosto 2014 da chester_s_1996
saggio Salomone, autore del libro dell’Ecclesiaste, ricorda che fra le cose belle fatte da Dio a suo tempo vi è “perfino” l’aver messo nel cuore degli uomini “il pensiero dell’eternità” (Ec 3:11). Al tempo in cui queste parole furono scritte, ma anche fino a qualche tempo fa, il concetto di “eternità” era legato alla vita ultraterrena, esprimeva cioè la possibilità che la nostra esistenza continuasse al di là della morte del corpo, in una dimensione e in una forma certamente diverse. Quello che Salomone voleva quindi rivelare ed affermare è che fin da principio il pensiero della propria immortalità era ben presente nel cuore dell’uomo, dal momento che era stato Dio stesso a collocarvelo. Non si trattava quindi di una intuizione e di una speranza umane, ma di una rivelazione e di una certezza divine. Ovviamente il concetto di “immortalità” non va inteso come “non mortalità”: cioè, l’uomo è immortale non perché “non muore”, ma perché la sua esistenza prosegue al di là della morte. Quindi Dio ha rivelato al nostro cuore che la morte non è una interruzione ma un passaggio, non è una fine ma un nuovo principio. Da sempre, ma oggi più che in passato, gli uomini vivono come se l’eternità riguardasse la loro vita sulla terra. Le scoperte della medicina e la possibilità di operare restaurazioni estetiche e funzionali in tutte le parti del corpo stanno portando gli uomini ad allontanare il pensiero della morte. Vivono come se dovessero rimanere qui, sulla terra, per sempre. Questo rifiuto della morte e questo concetto errato di eternità e di immortalità erano del resto già presenti nell’antichità. In un salmo leggiamo infatti che “lo stolto e l’ignorante... pensano che le loro case dureranno per sempre e che le loro abitazioni siano eterne” e il commento del Signore è forte: “Questo loro modo di comportarsi è follia” (Sl 49:11, 13). Ma non pensiamo che ad essere stolti, ignoranti e folli siano solo gli altri, anche noi possiamo esserlo quando non ci preoccupiamo di raccogliere le informazioni che, sull’eternità, ci provengono dalla Parola di Dio. Questa Parola ci indica come l’obiettivo di avere un concetto equilibrato e reale del tempo dovrebbe essere oggetto di una nostra specifica preghiera: “Insegnaci, o Dio, a contar bene i nostri giorni, per acquistare un cuore saggio” (Sl 90:12). No! Non pensiamo di dover chiedere a Dio di impartirci una lezione di aritmetica. Del resto, con gli strumenti sofisticati disponibili oggi, non soltanto sappiamo “contare bene” i giorni, ma anche le ore, i minuti, i secondi e fino ai millesimi di secondo. È poi evidente che con questo modo di misurare il tempo in modo matematico la saggezza del cuore ha ben poco a che fare. È strano: siamo bravissimi a misurare il tempo, ma non a viverlo in modo saggio. Per questo il conteggio che dobbiamo imparare, chiedendo al Signore di essere il nostro insegnante, è quello che ci porta a prendere coscienza che ogni giorno che passa il nostro tempo sulla terra si assottiglia. È il conteggio che ci porterà a prendere piena consapevolezza del fatto che non siamo nati per rimanere qui per sempre, che le nostre case “non durano per sempre” e che, anche se fossero come in tanti casi ben costruite e in grado di sfidare i secoli, noi non sopravviveremmo ad essere, non sarebbero mai per noi “abitazioni eterne”. Ogni giorno ci allontana dalla data della nostra nascita, ma ci avvicina alla data della nostra morte. Prendere consapevolezza di questo ci porterà a preparare il futuro della nostra vita, la sua eternità. Chi “acquista” da Dio un cuore saggio, non soltanto valuterà con saggezza lo scorrere del tempo qui sulla terra, ma con altrettanto saggezza si preparerà a vivere l’eternità, donando il cuore a colui che, solo, dona la vita per sempre. No! Non dobbiamo chiedere a Dio di impartirci una lezione di aritmetica. Del resto, con gli strumenti sofisticati disponibili oggi, non sappiamo “contare bene” soltanto i giorni, ma anche le ore, i minuti, i secondi. E nessuno di noi dimentica di festeggiare il compleanno, proprio e delle persone più care. E poi è evidente che con questo modo di misurare il tempo la saggezza del cuore ha ben poco a che fare. Il conteggio che dobbiamo imparare è quello che ci porta a prendere coscienza che ogni giorno che passa il nostro tempo sulla terra si assottiglia. Non siamo nati per rimanere qui per sempre. Ogni giorno ci allontana dalla data della nostra nascita, ma ci avvicina alla data della nostra morte. Prendere consapevolezza di questo ci porterà a preparare il futuro della nostra vita, la sua eternità. Chi “acquista” da Dio un cuore saggio, non soltanto valuterà con saggezza lo scorrere del tempo qui sulla terra, ma con altrettanto saggezza si preparerà a vivere l’eternità. Chiede oggi stesso a Gesù di entrare nel tuo cuore. Chiedi oggi stesso a Gesù di perdonare I tuoi peccati, di donarti una vita nuova presente ed eterna. Lui sta alla porta del tuo cuore e aspetta che tu apra per entrare e vivere per l’eternità con te.
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Post n°73 pubblicato il 09 Giugno 2014 da chester_s_1996
O TI CAPISCO |
Post n°72 pubblicato il 07 Maggio 2014 da chester_s_1996
La paura ci afferra per le strade...La criminalità attenta alla nostra sicurezza...La violenza regna nelle nostre città... Una soluzione deve pur esserci! La morale si deteriora e si corrompe...I legami familiari si disintegrano... I ragazzi sono lasciati in balia del vizio... Una soluzione deve pur esserci! Problemi e crisi in ogni campo...Problemi che attendono una soluzione che non è soltanto economica... Problemi d'ogni genere, che incontriamo ogni giorno nel nostro ambiente... Una soluzione deve pur esserci! Si trova forse nella rivolta o nella lotta violenta? Si trova forse nelle dimostrazioni che scavano un solco sempre più profondo tra generazione e generazione, dividendo la società piuttosto che unirla ? Una soluzione deve pur esserci! Non si trova nell'alcool o nella droga. Non si trova nell'immoralità o nella violenza. Queste sono il suicidio della società. Occorre una soluzione che risolva il problema alla radice. Occorre, prima di tutto, identificare la ragione fondamentale della crisi del mondo. Che cosa non va? Perché il mondo, la nazione, la tua città, forse la tua famiglia si trovano in una crisi così grave? La ragione di questa situazione così tragica dell'umanità è da far risalire all'individuo. Perché tante esistenze senza scopo o con scopi bassi ed immorali ? Perché la solidarietà umana si trasforma in odio e violenza ? Perché le scoperte scientifiche a scopo pacifico divengono tremendi strumenti di distruzione? Perché mondo così tecnicamente evoluto, deve soccombere dinanzi alla minaccia del male e dell'ingiustizia in tutte le sue forme ? Al di là dei problemi economici ed energetici in cui ci dibattiamo; al di là delle gravissime ingiustizie sociali, delle manifestazioni di crudeltà e di indifferenza verso i deboli ed i poveri, c'è un fatto sostanziale: l’ uomo si sta ribellando contro il suo Creatore! E poi che si ribella contro Dio, si ribella contro l'equilibrio della vita, contro il suo fratello e contro se stesso. Quando l’ uomo tornerà ad essere in armonia con Dio, allora sarà in armonia con i suoi simili, allora riacquisterà il senso vero della giustizia e potrà conoscere il vero segreto della felicità quaggiù. Una soluzione deve pur esserci! Infatti, c'è: Gesù Cristo, il Salvatore del mondo, il tuo Salvatore! Egli è la soluzione divina dei problemi: della tua esistenza, di quelli della tua famiglia e di quelli del mondo. Non il Cristo, personaggio storico del passato, di cui tutti parlano, ma GesùCristo Salvatore, l'immutabile Signore della storia, Colui che risolve tutti i problemi attuali della vita. Egli ha operato ed opera nell'anima di milioni di uomini che in ogni parte del mondo oggi vivono una esistenza cristiana felice ed attiva per il bene dei propri simili. Costoro non hanno, purtroppo, dalla vita terrena tutto quello che sarebbe necessario, ma hanno acquistato in Cristo la consapevolezza della vita come dono. Questo dono che viene dall'alto e che deve essere offerto a coloro che, avviliti dalle circostanze avverse, vivono un'esistenza di sofferenza e di stenti. « Gesù Cristo, lo stesso ieri, oggi ed in eterno », è Colui che ha detto: « Venite a me voi tutti che siete stanchi e carichi ed io vi darò riposo ». Egli ripete ancora al mondo in crisi ed a te, avvilito dai mali del mondo, a te che ti senti inerme dinanzi a tanta violenza, peccato ed ingiustizia: « lo sono la via, la verità e la vita, nessuno viene al Padre se non per me ». Fare un'esperienza con Cristo significa trovare la soluzione dei nostri più scottanti problemi. Gesù può purificare il tuo cuore e darti una ragione di vita. Egli può usarti per il vero bene dei tuoi fratelli, se sei disposto a credere alle Sue promesse, lasciateci nell'Evangelo: « Iddio ha tanto amato il mondo che ha dato il suo unigenito Figliuolo affinché chiunque crede in lui non perisca ma abbia vita eterna. Infatti Iddio non ha mandato il suo Figliuolo nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui... Chi crede nel Figliuolo ha vita eterna; ma chi si rifiuta di credere al Figliuolo non vedrà la vita, ma l'ira di Dio resta sopra lui » (Vangelo di S. Giovanni 3:16,17,36). « Che debbo io fare per essere salvato?.. Credi nel Signor Gesù Cristo e sarai salvato tu e la casa tua » (Atti degli Apostoli 16 :30, 31). « Tutti hanno peccato e son privi della gloria di Dio, e son giustificati gratuitamente per la sua grazia mediante la redenzione che è in Cristo Gesù » (Romani 3:23, 24). Hai fatto quest'esperienza con Cristo? Puoi dire che Lo hai incontrato e che Egli è il tuo personale Salvatore? Egli è la soluzione dei tuoi problemi! Credi in Lui, invocaLo, confessaGli il tuo peccato e ricevi questo meraviglioso dono della Sua grazia! Questa è la soluzione per te, per e per i tuoi famigliari |
Post n°71 pubblicato il 14 Aprile 2014 da chester_s_1996
Al pari di altre feste religiose, anche la Pasqua è un appuntamento consueto. Ma, oltre ad essere una fra le date del calendario liturgico o annoverata tra le cosiddette “feste comandate”, che cosa significa davvero Pasqua?
La Bibbia ci fa andare indietro di secoli, quando, in origine, Dio stabilisce la celebrazione della Pasqua per commemorare la liberazione del popolo d’Israele dalla schiavitù d’Egitto. L’ultima piaga si sarebbe abbattuta sul Faraone ed il suo popolo: l’Angelo dell’Eterno sarebbe passato a colpire i primogeniti degli egiziani, “passando oltre” le famiglie d’Israele che, secondo l’ordine di Dio, avevano segnato le proprie case con il sangue di un agnello: “Infatti il Signore passerà per colpire gli Egiziani; e, quando vedrà il sangue sull’architrave e sugli stipiti, allora il Signore passerà oltre la porta e non permetterà allo sterminatore di entrare nelle vostre case per colpirvi” (Esodo 12:23). La presenza o l’assenza del sangue avrebbe fatto la differenza.
La Pasqua, perciò, non si riduce ad una semplice festività religiosa, da celebrare con mangiate di colciumi, essa ha un grande significato; è intesa a ricordarci che Dio ha provveduto anche per noi un Agnello e che il Suo sangue sparso c’è stata offerta salvezza e liberazione.
Giovanni il Battista, additando Gesù, esclama: “Ecco l’Agnello di Dio, che toglie il peccato del molto” (Giovanni 1:29). Noi tutti siamo meritevoli di giudizio, a causa del nostro peccato, ma in Cristo possiamo ottenere salvezza perché: “….anche la nostra Pasqua, cioè Cristo è stata immolata” (1^ Corinzi 5:7).
L’Agnello è stato offerto, la salvezza provveduta. Ora spetta a noi “segnare” il nostro cuore con il Suo sangue, perché: “Se diciamo di essere senza peccato, inganniamo noi stessi e la verità non è in noi….ma il sangue di Gesù ci purifica da ogni peccato” (1^ Giovanni 7-8) infatti siamo stati riscattati “con il prezioso sangue di Cristo, come quello di un agnello senza difetto né macchia” (1^ Pietro 1:19).
Dio ha detto: “Quando vedrò il sangue passerò oltre”, non quando vedrò le tue buone opere, i tuoi meriti, le tue funzioni religiose……Il passaggio da una vita di schiavitù ad una di libertà, da una di giudizio ad una di salvezza deve essere contrassegnato dal sangue di Gesù; riponi la fede in quel sacrificio a sarai salvato.
Caro amico, oggi puoi festeggiare la vera Pasqua ubbidendo alla Parola del Signore, che ti invita a fare di Gesù il tuo Salvatore, il quale disse. “In verità, in verità vi dico: chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha vita eterna; e non viene in giudizio, ma è passato dalla morte alla vita” (Giovanni 5:24)
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