IL "RIFONDINO"

NO ALLA PRIVATIZZAZIONE DELL’ACQUA


Cari cittadini, il parlamento ha approvato una legge che obbliga tutte le aziende che curano i nostri acquedotti a vendersi al miglior offerente. E’ una grande, vergognosa svendita dei nostri beni più preziosi, le aziende che i nostri padri e nonni hanno contribuito nel dopoguerra a costruire. Ma mettere l’acqua in mano ai privati significa soprattutto mettere in mano a pochi un bene comune, necessario alla vita, necessario alla dignità di una città. Significa privatizzare un diritto. Il tuo diritto. Quello dei tuoi familiari. Vi immaginate cosa potrebbe succedere se l’acqua del rubinetto fosse equiparata al gas, all’elettricità, o a una linea telefonica, e fosse venduta a prezzi sempre più alti (COME IN PARTE GIÀ STA SUCCEDENDO) e venisse, magari, negata a un cittadino perché moroso nei confronti del gestore che eroga il servizio idrico??? L’acqua è un “monopolio naturale”: significa che non si può fare vera concorrenza negli acquedotti. Lo capisce anche un bambino: nessuno può mettersi tre rubinetti in casa e poi scegliere il migliore. Il famoso “mercato” non è la risposta: non risolve i problemi, li crea. Approfondisce le differenze tra ricchi e poveri, non li avvicina. Alcune aziende pubbliche in Italia funzionano male: ma regalarle tutte ai privati non significa salvarle, significa cadere dalla padella nella brace. Tutte le privatizzazioni attuate in Italia nel settore dell’acqua sono state dei disastri: bollette carissime, acqua cattiva e non controllata, reti colabrodo senza manutenzione, comuni e sindaci che non hanno più il potere di intervenire, MA E’ NORMALE L’AZIENDA PRIVATA FA’ I SUOI INTERESSI. E noi invece privatizziamo per legge: un grande regalo alle multinazionali e, in gran parte del sud Italia, alla mafia. Ma non dovevamo combatterla, la mafia? Invece le aziende che forniscono servizi ai cittadini vanno rimesse nelle mani dei consigli comunali, delle persone che eleggiamo, non di “grandi manager” che una volta nominati trasformano l’azienda in un feudo. Il modo per evitare di privatizzare c’è ed è semplice: bisogna volerlo, però. Tutti assieme, senza dividerci politicamente, TUTTI UNITI pensando alla nostra esistenza e a quella dei nostri figli. Basta modificare lo statuto comunale e affidare l’acquedotto O DIRETTAMENTE AL COMUNE OPPURE ad un’azienda di diritto pubblico (come un consorzio, ad esempio). NOI DEL PRC SIAMO PRONTI A DIFENDERE IL BENE PRIMARIO E VOI? NO ALLA PRIVATIZZAZIONE DELL’ACQUA