Zona libera

PER NON DIMENTICARE


Nel 1932, nel Testo Unico di Pubblica Sicurezza, viene istituito il confino politico per gli omosessuali, in base al quale la polizia ha il potere di isolare, a propria discrezione, qualsiasi individuo che risulti avere un atteggiamento scandaloso. Il confino politico fascista compare nel 1936 e dura fino al 1940, anno in cui le autorità si rendono conto che è una misura repressiva inefficace e rispediscono i confinati a casa. Il motivo politico della repressione fascista è la difesa della razza italica e della sanità. In tutta Italia i confinati furono circa un centinaio. Ben 42 erano di Catania, dove la repressione moralizzatrice del questore Alfonzo Molina, che operò dal 3 febbraio 1938 al 5 agosto 1943, fu particolarmente dura e solerte. A Catania, in piazza S. Antonio, vi era addirittura una sala da ballo per omosessuali dove la polizia effettuava frequenti retate, risparmiando i frequentatori intoccabili perchè amici dei gerarchi locali, perseguitando e terrorizzando invece i poveri e gli appartenenti alle classi meno abbienti. Una volta catturati, gli omosessuali dovevano subire perquisizioni rettali prima di essere mandati al confino alle isole Tremiti. Per i fascisti, gli omosessuali erano essenzialmente gli omosessuali con ruolo passivo. L'uso dell'ano per fini sessuali decretava la colpevolezza dell'arrestato. Ben diversa la repressione in Germania. Il 26 ottobre 1936 Himmler dà vita al Dipartimento Federale della Sicurezza per combattere l'aborto e l'omosessualità. Gli omosessuali costituirono una categoria di prigionieri da eliminare attraverso il lavoro forzato. Il campo di concentramento era quello di Sachsenhausen. Qui il numero dei morti è stato non meno di 500.000. Si consideri che gli iscritti alle associazioni nel 1933 erano circa 1.500.000. Il numero è tuttavia incerto perchè: - molti omosessuali combattevano nelle resistenze e venivano internati come prigionieri politici; - nel dopoguerra non si è voluto indagare sulla reale portata della tragedia che colpì gli e le omosessuali. La stessa chiesa cattolica, pur avendo molti internati tra i dirigenti delle organizzazioni cattoliche, preferì il silenzio per timore che le accuse di omosessualità risultassero fondate. La repressione colpì quasi esclusivamente i maschi, riconoscibili dagli altri internati dei campi di concentramento per un triangolo rosa cucito sulle divise. Solo alcuni casi di estrema visibilità lesbica facevano scattare la repressione nazista per comportamenti asociali (triangolo rosa).