CHIACCHERE FRA AMICI

4° giorno di apertura della pinacoteca virtuale


Nel quale osserveremo il Concertino di Pietro Longhi
Il Concertino delle Gallerie dell'Accademia di Venezia, il primo dipinto della nuova "maniera" che porti una data: 1741, "ci trasferisce nell'interno di un palazzo veneziano: una casa patrizia, che annovera fra i suoi membri un procuratore di San Marco. A destra, in alto, se ne scorge il ritratto a figura intera, in parrucca e in veste scarlatta.Pur essendo solo parzialmente visibile, è questo un particolar e decisivo: non soltanto perché connota senza possibilità di dubbio l'ambiente e il rango sociale degli effigiati, ma soprattutto perché Longhi imposta il suo gioco sul confronto per contrasto fra quell'immagine aulica, ufficiale, e i sei personaggi maschili, occupati, tre a tre, al tavolo da gioco e a far musica. Il ritratto del procuratore è per metà fuori campo, reso in modo sommario: un'immagine convenzionale, relegata al margine dello sguardo; mentre gli altri, che stanno sul palcoscenico della vita, si vedono riconosciuta dall'attenzione del pittore un'inequivocabile, se pur minuta individualità. L'attenzione circoscrive, procede alla messa a fuoco di dettagli sempre più piccoli, ma che si rivelano essenziali alla resa del «tono umorale» della scena: come la presenza della cagnolina che par tutta presa, essa sola, dalla musica. Sarà una musica per cani? S'insinua sotto pelle un'intenzione appena di caricatura, che viene in superficie nel personaggio del fratone, preso dal gioco delle carte con altri due ecclesiastici. Non era mai accaduto che l'aristocrazia veneziana si mostrasse nell'intimità come in questo caso: propriamente in vestaglia, tutta presa nei suoi passatempi. Longhi ha varcato la soglia del privato, finora gelosamente custodita.