CHIACCHERE FRA AMICI

Buon 25 aprile a tutti ..


Oggi vorrei proporvi la visione alcune splendide opere di Frida Kahlo. la prima è Mosè (o il nucleo solare) 
Secondo le intenzioni del committente il dipinto doveva basarsi sull'interpretazione del libro di Sigmund Freud, "Mosè e il monoteismo", nel quale, Freud analizza l'origine e il mito di Mosè. Per il padre della psicanalisi Mosè sarebbe egiziano e così anche l'origine del monoteismo. Freud fa risalire sia la figura di Mosè sia il monoteismo all'epoca del faraone Akhenaton durante il quale il culto del Dio Aton (una divinità solare) divenne di primaria importanza1. Mosè sarebbe stato un seguace di questo culto e avrebbe condotto gli israeliti fuori dall'Egitto dopo la morte di Akhenaton, prima che venisse ristabilito il culto degli antichi dei.Nonostante l'interpretazione del libro di Freud sia vitale per l'ispirazione della Kahlo, lei si baserà anche nelle sue esperienze personali per comporre il dipinto. Il quadro è diviso in tre parti: Ai due lati del quadro nella parte superiore si trovano gli dei, sotto di essi si stagliano le figure dei grandi leaders e pensatori di epoche diverse (che sarebbero gli "eroi") e nella parte inferiore del dipinto vengono raffigurate le masse. Al centro si trova Mosè bambino, che i critici hanno sostenuto riprenda le fattezze del marito e pittore Diego Rivera. Il bambino è raffigurato con tre occhi, il terzo occhio, che rappresenta la saggezza, ricomparirà in altri quadri posteriori della Khalo soprattutto collegato alla figura di Rivera. Sopra Mosè in fasce compare un utero all'interno del quale è dipinto lo stesso Mosè. Questo utero è un utero sano: è noto il desiderio di Frida di avere figli (ha abortito tre volte e non è mai riuscita ad averli). Le rappresentazioni del corpo femminile o parti di esso sono costanti nelle sue opere. Sotto il bambino ci sono delle conchiglie che, secondo l'autrice, rappresentano l'amore. Sopra l'utero con Mosè c'è un grande sole che irradia raggi con delle mani sulle punte (simbolo della protezione ai fedeli). Questa è la rappresentazione conosciuta di Aton, la divinità egizia adorata da Akehnaton e precursore, secondo Freud, delle religioni monoteistiche. Il sole sarebbe il primo dio e il creatore della vita. Interessante osservare che la pittrice dispone due dei raggi sulle teste del faraone Akhenaton e di sua moglie Nefertiti, che si trovano nella parte dei grandi leaders e pensatori, quella di mezzo, e queste mani sono aperte, a differenza delle mani degli altri raggi di sole. Gli dei rappresentati nella parte superiore sono vari. A destra si trovano le divinità della mitologia egiziana: Anubis (divinità con la testa di sciacallo), le divinità che rappresentano la vita e la morte (Khnum e Sokaris); ci sono divinità della mitologia greca come Zeus (con i suoi raggi) e Afrodite (dentro una conchiglia) e immagini cristiane come la Madonna. A sinistra ci sono le divinità precolombiane, più precisamente azteche, visto che Frida Kahlo difendeva il recupero delle tradizioni messicane, come molti intellettuali del tempo. Tra queste divinità azteche è presente anche Coatlicue, la dea della vita e della morte. Gli dei sono seguiti da una serie di pensatori e leader di differenti epoche, che si trovano più in basso, e sono rappresentati con le teste più grandi per differenziarsi dalla massa: Akhenaton, Mosè, Cristo, Alessandro Magno, Cesare, Lutero, Napoleone e stranamente Hitler, che lei chiama il «bambino perso», sono alcuni degli esempi che si trovano sulla destra. A sinistra Buddha, Karl Marx, Freud, Lenin e Stalin sono altri esempi. Nelle parole di Frida queste personalità «sono i trasformatori delle religioni».Sulla parte inferiore del quadro si trova la massa umana, che lei definisce «potente e mai ben ponderata» e che è composta da tipi vari: i rebelli, gli ignoranti, gli scienziati, i tristi e i felici, i sani e i malati, i poeti ecc.Frida Kahlo rappresenta in quest'opera uno dei suoi temi preferiti, ovvero il ciclo e la dualità della vita e della morte. Quest'ultima viene rappresentata dai tronchi d'albero secchi che abbracciano tutto il quadro, ma anche dai teschi. Sono rappresentati gli dei legati alla vita e alla morte in diverse religioni. Le piante che nascono dai tronchi secchi costituiscono la nascita di una nuova vita. Le intenzioni della pittrice erano quelle di mostrare come la creazione dei miti e degli eroi fosse basata sull'umana paura della morte e della vita e come questi timori vengono plasmate nelle diverse religioni. Si tratta tuttavia di un'interpretazione personale della pittrice: lei stessa confessò, dopo aver letto il libro di Freud per la seconda volta, che è un'interpretazione diversa da quella dell'autore: «Pero ahora no hay manera de cambiarlo...»Il quadro è stato premiato nel 1946 durante una mostra di pittura nel Palazzo delle belle arti in MessicoLa seconda è Le due Frida del  1939
La Kahlo dipinse questo quadro dopo il divorzio da suo marito, il pittore Diego Rivera, dopo una storia di amore tanto appassionato quanto difficile e sofferto, tanto i due si tradivano e si amavano nello stesso tempo. Proprio per questo la pittrice si è rappresentata sdoppiata, una vestita con i tipici abiti messicani, intenti a tenere in mano un piccole medaglione con la foto del marito, ancor desiderata da quest'ultimo.L'altra, con abiti più europei, collegata alla sua gemella tramite una grande arteria che però, come vediamo nelle forbici in basso, sempre voler tagliare per fermare l'afflusso del sangue. O ancor meglio, del dolore di essere stata abbandonata.Lo sguardo di tutte e due le donne è il medesimo, e non è rivolto ad altri se non allo spettatore, che proprio in questo modo può entrare nella grande intimità di questo quadro e percepirne ogni sensazione, ogni aspetto del dramma di un amore ormai finito: una Frida amata, e l'altra no. Non più. Questa rappresentazione del cuore richiama e ricorda alcune immagini delle chiese messicane.La terza è le radici
La pittrice messicana avvertiva un forte legame con la natura e con il creato. Anche questi temi sono ricorrenti nella sua produzione artistica, talvolta come sfondi, altre volte come soggetti principali, oppure è lei stessa a farsi pianta o animale. Nell'opera «Radici» (1943) - ad esempio - il suo corpo diventa la base da cui si dipartono i verdi rami che vanno ad attecchire nel terreno sottostante.