CHIACCHERE FRA AMICI

Spigolature calabresi.....3 sotto l' ombrellone, per i pochi fortunati


Continua il viaggio ..nella mia regione. Nei due messaggi precedenti. Vi ho parlato della Statua del Gagini, della Madonna a Mare, oggi vi parlerò di una splendida chiesa sita nel mio paesino d' origine.Con questo messaggio, voglio augurare a tutti voi, un felice rientro dalle vacanze ed un felice ritorno alla normale routine.. Ai pochi fortunati, che sono riusciti a ritagliarsi le ferie in questo periodo... auguro buon divertimento e sereno relax.La Chiesa di S. Andrea,in dialetto andreolese 'A chjìasi 'e Santa Ndrià, è la chiesa del Patrono del Paese di S.Andrea Apostolo dello Jonio. Un paesino della costa ionica calabrese. E' ubicata su una collina rocciosa all'inizio del paese) - È una chiesa ad una sola navata, costruita intorno all'Xl sec., ma restaurata o ingrandita verso la metà del '700 (sul portale di granito c'è la data del 1757) e arricchita nella facciata esterna - sul finire dell'Ottocento (1893) - di vari ornamenti architettonici e dell'unica campana di cui è dotata. Al suo interno si possono ammirare: l'altare, costruito in stile barocco sul lato o- rientale; efficaci affreschi murali, iniziati nel 1926, che sono opera dei pittori Zimmatore e Grillo, originari di Pizzo Calabro, ma venuti nel nostro paese - su richiesta dell'arc. don Bruno Voci - per affrescare la chiesa di Sant'Andrea e la cappella deirimmacolata nella Chiesa Matrice (lo si evince dal sigillo "Zimatore e Grillo pinsero 1926" che si legge in alto sulla parete della cantorìa)', e la statua del Santo, scolpita nel 1009 e restaurata nell'Ottocento, dopo l'oltraggio subito il 1806 dai soldati francesi, i quali, non riuscendo a portarla via perché "Sant'Andrìa ac cippàu", le divelsero gli occhi. All'esterno la Chiesa è circondata da un bel giardino ("villètta"), e nel lato orientale si erge la nicchia esterna del Santo, di chiaro sapore neobarocco, la cui statua poggia su un tronco di palma ricavato su una orditura di mattoni pieni sapientemente intrecciati e guarda verso il mare con le sue triglie attaccate al braccio. Tale nicchia fu progettata dall'arch. Francesco Armogida e fu eseguita nel 1952 (sotto il Priore Peppino Carioti Davulìsi e il Procuratore Vincenzo Riverso) da mastru Brunu d'a Guardia (Bruno Betrò) e da mastru Bruno Calabretta insieme ad altri muratori. Adiacente alla Chiesa vi è una delle 3 porte d'ingresso al paese, la quale reca la data del 1727 e i segni dell'invasione francese del 1806. All'interno la Chiesa è tripartita da lesene laterali: nella parte orientale c'è l'altare del Santo e, retrostante, una piccola abside a due ingressi laterali, dalla quale si accede nel panoramico giardino. Si distingue dalle altre Chiese del paese per la ricca decorazione che l' adorna in ogni parte. Chi entra, infatti, nella parte centrale dell'intradosso dell'arco che sovrasta l'altare, scorge su doppia riga la didascalia in latino "DILEXIT [AND]REAM || DOMINUS IN ODOREM SUAVITATIS". E sopra, nella cantorìa, sulla parete occidentale, trova raffigurato da una parte Davide che suona l' arpa e dall'altra Santa Cecilia che suona l'organo a canne; e, sopra una finestrella centrale, S. Paolo tutto intento a scrivere su un grosso libro. Sulla volta a botte, da est ad ovest, sono impresse 3 scene riguardanti la vita del Santo: l'angelo che porge ad Andrea la palma del martirio; la predicazione alle folle che il Santo fa in piedi dalla barca; e l'implorazione che Andrea fa a Cristo perché protegga il paese, raffigurato - a tinte sfumate, ma chiaramente percepibile - sulle 3 colline su cui si adagia. Le prime due scene furon dipinte su tela, poi applicate alla volta e forse restaurate; la terza, invece, fu dipinta direttamente sull'intonaco della parete, la quale nel tempo si è impregnata di umidità e perciò è in varie parti screpolata. Sono pitture a colori vivi, come il rosso (colore predominante, associato all'idea del martirio), il verde, l'azzurro, il giallo ... Scendendo verso le 2 pareti laterali, in alto, per ogni lato, ci sono 3 aperture voltate, ognuna delle quali porta disegnato al suo interno un angioletto con un ricco mazzo di fiori variopinti e alFestemo altri 2 angeli che sostengono un festone orna¬mentale. E ai 2 lati di ogni finestra 2 tondi, ciascuna col busto di un apostolo e sotto il nome in latino: a sinistra Pietro, Andrea, Giacomo maggiore, Giovanni, Filippo e Bartolomeo; e a destra, Mattia, Simone, Taddeo, Giacomo minore, Matteo e Tommaso. Le due pareti laterali sono tutte ricoperte di scene esemplari (sempre di martirio) della vita paleocristiana, anche se a tinte più sbiadite, direi terrose: a destra, prima la crocifissione di S. Pietro, tradizionalmente raffigurato col capo all'ingiù; al centro la lapidazione di S. Tarcisio che stava portando l'eucarestia a un cristiano (nella parte centrale della raffigurazione sporge la nicchia in cui si conservano le reliquie del Santo Patrono); e infine il martirio dei Cristiani al Colosseo dati in pasto ai leoni (un quadro che - secondo l' informazione dello storico Pietro Voci - è la riproduzione di un disegno di un certo Conti ) e a sinistra, prima il martirio di religiosi ( francescani ? ) da parte di soldati orientali ( islamici ? ); poi il martirio di Sant' Agnese che poggia il capo sul ceppo ed è decapitata dal boia con una possente scure; e infine il martirio di San Sebastiano colpito a morte dalle frecce dei soldati romani.Incollando questo link sulla barra di explorer troverete altre foto della chiesahttps://www.facebook.com/pasquale.romeo1/media_set?set=a.918972511451627.1073741845.100000166594886&type=1