CHIACCHERE FRA AMICI

giro del mondo..in fiabe 2


Il povero e i mille grossi (favola greca)Se qualcuno chiedesse alla gente cosa occorre per essere felici, le risposte sarebbero talmente tante da non saper che pesci prendere. Nessuno, però, oserebbe dire che per esser felici occorre esser poveri. E questo sembrava impossibile anche a noi, fino a quando, un bel giorno, venimmo a conoscenza della storia di un uomo molto particolare...Costui era povero, molto povero, e per tutto il giorno non faceva altro che lavorare. Come lui i figli e la moglie: stanchi morti tutte le sere. Eppure dopo cena, quando l'intero quartiere avrebbe scommesso che quella famiglia stava già dormendo della grossa, dalle mura della loro casa si sentiva la gioia della festa.- Prendi la chitarra, papà - diceva il figlio più piccolo.- Suona quella di ieri - aggiungeva ridendo un altro.La moglie sistemava le sedie in cerchio, prendeva in braccio una delle figliolette, le dava un sonaglio, e la faceva trottare sulle ginocchia. A quel punto il padre cominciava a suonare, e per due ore sembrava che la povertà e la fatica non fossero mai esistite. Gioia, solo gioia!- Questa ve la ricordate? - chiedeva ammiccando il padre - cantala tu la prima strofa, Pietro...La casa vicina era abitata da un uomo molto ricco, che tutte le sere veniva distratto dalla musica e dalle risate della povera famigliola. Lui si guardava intorno e pensava:- Ho tutto quello che può desiderare un uomo. Se adesso volessi mangiare il piatto più buono del mondo, almeno dieci cuochi farebbero a gara per portarmelo. Non mi manca niente. Ho dieci automobili, chissà quante barche. Ho tutto. Guarda quelli invece - indicava i balletti della famigliola che si intravedevano dalla casa di fronte - non hanno niente e sono felici. Credo proprio che gli regalerò dei soldi. Chissà con quelli quanto saranno felici, se riescono ad esserlo senza.Il giorno dopo il ricco suonò alla porta del povero.- Caro vicino. Sei un uomo onesto, lo so. Ti meriti questi soldi. Prendili e sii felice, fanne ciò che vuoi.- Grazie vicino, non dovevi. Ma non so come...- No, non dire niente. La vostra famiglia mi mette allegria. Vi sento tutte le sere. Consideralo un gesto di gratitudine.- Come vuoi...Rientrato in casa, il povero si sedette e pensò a cosa fare di quei soldi. Non fece altro per tutto il pomeriggio. Le idee gli si arrovellavano nella testa, ma nessuna sembrava buona, nessuna dava un senso a tutti quei soldi. Quei soldi in casa sua.... Mah....- Compriamo una vigna, cara? - chiese alla moglie quando si fece sera.- Ma caro, io sto bene così, ti voglio bene...- Anch'io ti voglio bene, ma dovremo pur farne qualcosa, di ‘sti soldi, no?Si intromise il figlio più piccolo:- Dov'è la chitarra, papà?- La chit..? oh, per favore, non vedi che papà è impegnato? Vai in camera tua, questa sera niente chitarra. Possibile che qui interessi solo a me quello che accade in questa casa.Quella fu la prima sera che nella sua cosa non si ballò e non si cantò. I figli erano tutti rattristati, la moglie incredula e sul punto di piangere. L'uomo si chiuse nel silenzio e per quattro giorni non fece altro che pensare ai soldi.Alla fine li prese, in mano, li pesò, li guardò a fondo. Poi guardò i suoi figli, zitti e fermi. E fu allora che decise. Senza esitare, uscì di casa, si diresse dal vicino e ridandogli i soldi, disse:- Ti ringrazio, caro vicino, perché mi hai fatto capire cos'è la felicità. E non ha niente a che fare con questi soldi.La sera stessa la musica della povera famigliola tornò a risuonare nel quartiere.E non smise più.Novantanove galline e un gallo(Favola greca)C'era una volta una famiglia che viveva in una fattoria. Marito e moglie erano attorniati da animali, i più numerosi erano le galline: ben novantanove galline e un solo gallo.Un giorno il marito disse alla moglie: "Che ne dici se vendiamo un po' di galline visto che ne abbiamo così tante?"La moglie acconsentì e il giorno dopo andò in paese a venderle a un uomo che girava in cerca di affari. La donna gli vendette tutti e cento gli animali compreso il gallo, ma l'uomo le disse: "Non ho i soldi per pagarti, ti lascio il gallo come pegno. Però mi dovresti prestare la tua asina per trasportare le galline." La donna acconsentì.E l'ambulante: "Non è che mi presteresti anche il tuo cane, sai contro i malintenzionati..."La donna gli diede tutto ciò che chiedeva e la sera, quando il marito tornò a casa gli raccontò tutto. Il marito iniziò ad urlare pieno di rabbia e il giorno dopo partì di nascosto. Andò in giro per i paesi a caccia di donne da truffare.Sulla strada vide una ragazza vicino ad un pozzo e le si avvicinò. La giovane gli chiese: "Da dove vieni?" Egli rispose: "Vengo dal mondo dei morti."La ragazza allora esclamò: "Quindi tu conosci Takis, il povero figlio morto della mia padrona""Certo che lo conosco, sta bene ma è povero. Gli mancano scarpe, soldi e vestiti", rispose lui. Allora la ragazza corse a chiamare la sua padrona. La signora quando seppe delle condizioni del figlio diede allo scaltro uomo cibo e tutto il necessario per il povero figliuolo.La sera tornò a casa il marito, grand'ufficiale del re. La signora gli raccontò che aveva regalato ad un uomo proveniente dall'aldilà scarpe, vestiti e soldi per il loro figlio. L'ufficiale capì subito che era tutta una truffa e corse a cercare l'uomo. Il mascalzone, accortosi che era ricercato, si rifugiò presso un mulino e disse al mugnaio: "Corri mugnaio, scappa perché qualcuno ti sta cercando." Il povero mugnaio impaurito scappò su di una pianta mentre l'uomo si coprì di farina. Poco dopo arrivò l'ufficiale e chiese al mugnaio, che però era il furfante, di tenergli il cavallo. Sceso da cavallo si tolse gli stivali e si arrampicò sulla pianta. Allora l'uomo scaltro si infilò gli stivali e, salito sul cavallo, corse via con il bottino. L'ufficiale tornò a casa sconfitto e disse alla moglie: "Avevi regalato a Takis scarpe, vestiti e denaro, allora io ho pensato di fargli avere anche stivali e cavallo!"