CHIACCHERE FRA AMICI

E' dir poco aberrante...facciamo attenzione


Califfato: i trucchi per reclutare italiane nell'IsisLe due militanti islamiche che agganciavano su Skype le adepte del nostro Paese partivano dai pop corn, poi si parlava di fede e di Isis. Al primo approccio il tono è ironico, confidenziale. Ci si guadagna la fiducia Sara ha gli occhi stanchi. Di giorno lavora in un call center alla periferia di Milano. Di notte, dopo che ha messo i bambini a letto, passa le ore attaccata al suo smartphone. Facebook, Skype, Whatsapp, le mail. «Ho paura che mi arrestino solo per le mie opinioni». La maestra BushraSara (il nome è di fantasia) non è una terrorista. Ma è entrata in contatto con le reclutatrici di Isis. Il punto di partenza è il blog Storie dell'Occidente. L'autrice è Bushra Haik, la «maestra» di Maria Giulia Sergio alias Fatima, la 28enne di Torre del Greco partita per la Siria. Bushra nasce a Bologna nel 1985. Origini siriane, passaporto canadese, si trasferisce a Riad in Arabia Saudita. Lì sposa un imam. I suoceri vivono in Siria, nei territori controllati da Isis. Bushra mantiene un legame con l'Italia, tutti la conoscono come una maestra di arabo e di Corano. Ma dalle indagini coordinate dal procuratore aggiunto Maurizio Romanelli e dal pm Paola Pirotta emerge come prepari Fatima alla partenza per la Siria. «Un uomo non dovrebbe prima salvaguardare la sua famiglia e poi partire per combattere?», chiede Maria Giulia. E Bushra: «Se tutti dovessero pensare alla famiglia nessuno combatterebbe più e lo Stato islamico sarebbe finito». I primi approcci Oggi sia Bushra che Fatima sono latitanti. La prima si trova a Riad dove ha dato alla luce un bambino. I suoi account Skype non sono più attivi ma sul suo blog sono comparsi nuovi post come questo: «Ero in quarta superiore. Le compagne erano diverse da me: a loro non interessava parlare di fede e a me non interessava parlare di trucco e ragazzi!». Il blog non fa mai riferimento esplicito all'Isis. Ma il filo rosso è l'esaltazione della fede come elevazione verso la superiorità spirituale. Il modus operandi è semplice. Le donne reclutano altre donne, che a loro volta reclutano altre donne. Le vittime diventano carnefici. Al primo approccio il tono è confidenziale, ironico. Ci si guadagna la fiducia. «In una lezione via Skype Bushra parlò di come fare i pop corn e poi spostò il discorso su Isis», racconta Loredana (nome di fantasia). Bushra introduce il concetto di hijra, la migrazione del Profeta, che in un'ottica di reclutamento coincide con la partenza per il Califfato. Le allieve Italiane, sulla trentina, le allieve quasi sempre hanno figli. Alcune, le più istruite e le meno manipolabili, si fermano ai primi discorsi. Altre, no, vanno avanti. «Spiegava quanto fosse inutile andare all'università: "Hanno successo solo le ragazze che fanno sesso con i professori", diceva». La manipolazione mira a isolare la recluta. «Cercava di convincerci che i nostri uomini non fossero abbastanza religiosi e poi prometteva di trovarcene degli altri». Attira l'attenzione anche aims-uk.org, portale dedicato alle musulmane italiane emigrate in Gran Bretagna. Tra loro, Barbara Aisha Farina, da tempo nota alle autorità. Nata a Milano, Farina si converte nel 1994, a 22 anni. Sposa l'imam Abdelkader Fall Mamour. «In anni in cui internet era poco diffuso pubblicava la rivista al-Mujahidah (La Combattente). C'era una sezione per bambini chiamata il Mujaheddino e osannava Osama Bin Laden», spiega Lorenzo Vidino, direttore del Programma sull'estremismo della George Washington University. La rete di proselitismo ha attecchito Oggi Farina non ha smesso con le sue pubblicazioni e gestisce, tra gli altri, il blog Madrasa di Baraka. In un documento si legge: «Le personalità femminili famose nei mass media (...) sono donne depravate e corrotte (...). Che Allah tranci le loro lingue e liberi la terra e i Suoi servi da costoro». Contattata via Facebook ci ha spiegato di «non voler essere associata ad alcun gruppo radicale». E se è difficile capire dove si fermi l'attività di tipo culturale-religiosa e dove inizi quella di reclutamento, è chiaro come la rete di proselitismo abbia attecchito in Italia. L'ultimo caso quello di Meriem Rehaily, la 19enne partita dalla provincia di Padova lo scorso luglio per la Siria. Anche lei forse vittima di una reclutatrice che, promettendole il paradiso, l'ha fatta precipitare nell'inferno del Califfato.