Post n°871 pubblicato il 02 Novembre 2014 da giramondo595
Con le insolite immagini del cimitero del mio paesino natio
si apre questo messaggio, dedicato al ricordo dei nostri cari
Quì sono sepolti mio padre, mia nonna,i miei zii.. e tanti altri parenti ed amici. Passeggiando lungo i vialetti del cimitero, ho rivissuto la mia vita,rincontrando idealmente Tutti coloro che mi hanno visto crescere e dalle quali ho imparato tantissimo..
Alla loro memoria ed in memoria di tutti i defunti dell' universo, di quelli degli amici del blog e chi chiunque passi di qui. Voglio dedicare questo saluto
A tutti i defunti và la nostra preghiera. L' eterno riposo
L'eterno riposo dona loro, o Signore, e splenda ad essi la luce perpetua. Riposino in pace. Amen.
L'omaggio prosegue con il principe Antonio De Curtis e la sua splendida poesia 'A Livella
due splendide poesie di Cesare Pavese ed Ugo Foscolo
Verrà la morte e avrà i tuoi occhi- questa morte che ci accompagna dal mattino alla sera, insonne, sorda, come un vecchio rimorso o un vizio assurdo. I tuoi occhi saranno una vana parola, un grido taciuto, un silenzio. Così li vedi ogni mattina quando su te sola ti pieghi nello specchio. O cara speranza, quel giorno sapremo anche noi che sei la vita e sei il nulla Per tutti la morte ha uno sguardo. Verrà la morte e avrà i tuoi occhi. Sarà come smettere un vizio, come vedere nello specchio riemergere un viso morto, come ascoltare un labbro chiuso. Scenderemo nel gorgo muti. Cesare Pavese
All'ombra de' cipressi e dentro l'urne confortate di pianto è forse il sonno della morte men duro? Ove piú il Sole per me alla terra non fecondi questa bella d'erbe famiglia e d'animali, e quando vaghe di lusinghe innanzi a me non danzeran l'ore future, né da te, dolce amico, udrò piú il verso e la mesta armonia che lo governa, né piú nel cor mi parlerà lo spirto delle vergini Muse e dell'amore, unico spirto a mia vita raminga, qual fia ristoro a' dí perduti un sasso che distingua le mie dalle infinite ossa che in terra e in mar semina morte? Vero è ben, Pindemonte! Anche la Speme, ultima Dea, fugge i sepolcri: e involve tutte cose l'obblío nella sua notte; e una forza operosa le affatica di moto in moto; e l'uomo e le sue tombe e l'estreme sembianze e le reliquie della terra e del ciel traveste il tempo. Ma perché pria del tempo a sé il mortale invidierà l'illusïon che spento pur lo sofferma al limitar di Dite? Non vive ei forse anche sotterra, quando gli sarà muta l'armonia del giorno, se può destarla con soavi cure nella mente de' suoi? Celeste è questa corrispondenza d'amorosi sensi, celeste dote è negli umani; e spesso per lei si vive con l'amico estinto e l'estinto con noi, se pia la terra che lo raccolse infante e lo nutriva, nel suo grembo materno ultimo asilo porgendo, sacre le reliquie renda dall'insultar de' nembi e dal profano piede del vulgo, e serbi un sasso il nome, e di fiori odorata arbore amica le ceneri di molli ombre consoli. Sol chi non lascia eredità d'affetti poca gioia ha dell'urna; e se pur mira dopo l'esequie, errar vede il suo spirto fra 'l compianto de' templi acherontei, o ricovrarsi sotto le grandi ale del perdono d'lddio: ma la sua polve lascia alle ortiche di deserta gleba ove né donna innamorata preghi, né passeggier solingo oda il sospiro che dal tumulo a noi manda Natura. Pur nuova legge impone oggi i sepolcri fuor de' guardi pietosi, e il nome a' morti contende. E senza tomba giace il tuo Sacerdote o Talia, che a te cantando nel suo povero tetto educò un lauro con lungo amore, e t'appendea corone; e tu gli ornavi del tuo riso i canti che il lombardo pungean Sardanapalo, cui solo è dolce il muggito de' buoi che dagli antri abdüani e dal Ticino lo fan d'ozi beato e di vivande. O bella Musa, ove sei tu? Non sento spirar l'ambrosia, indizio del tuo nume, fra queste piante ov'io siedo e sospiro il mio tetto materno. E tu venivi e sorridevi a lui sotto quel tiglio ch'or con dimesse frondi va fremendo perché non copre, o Dea, l'urna del vecchio cui già di calma era cortese e d'ombre. Forse tu fra plebei tumuli guardi vagolando, ove dorma il sacro capo del tuo Parini A lui non ombre pose tra le sue mura la città, lasciva d'evirati cantori allettatrice, non pietra, non parola; e forse l'ossa col mozzo capo gl'insanguina il ladro che lasciò sul patibolo i delitti. Senti raspar fra le macerie e i bronchi la derelitta cagna ramingando su le fosse e famelica ululando; e uscir del teschio, ove fuggia la luna, l'úpupa, e svolazzar su per le croci sparse per la funerëa campagna e l'immonda accusar col luttüoso singulto i rai di che son pie le stelle alle obblïate sepolture. Indarno sul tuo poeta, o Dea, preghi rugiade dalla squallida notte. Ahi! su gli estinti non sorge fiore, ove non sia d'umane lodi onorato e d'amoroso pianto. Dal dí che nozze e tribunali ed are diero alle umane belve esser pietose di se stesse e d'altrui, toglieano i vivi all'etere maligno ed alle fere i miserandi avanzi che Natura con veci eterne a sensi altri destina. Testimonianza a' fasti eran le tombe, ed are a' figli; e uscían quindi i responsi de' domestici Lari, e fu temuto su la polve degli avi il giuramento: religïon che con diversi riti le virtú patrie e la pietà congiunta tradussero per lungo ordine d'anni. Non sempre i sassi sepolcrali a' templi fean pavimento; né agl'incensi avvolto de' cadaveri il lezzo i supplicanti contaminò; né le città fur meste d'effigïati scheletri: le madri balzan ne' sonni esterrefatte, e tendono nude le braccia su l'amato capo del lor caro lattante onde nol desti il gemer lungo di persona morta chiedente la venal prece agli eredi dal santuario. Ma cipressi e cedri di puri effluvi i zefiri impregnando perenne verde protendean su l'urne per memoria perenne, e prezïosi vasi accogliean le lagrime votive. Rapían gli amici una favilla al Sole a illuminar la sotterranea notte, perché gli occhi dell'uom cercan morendo il Sole; e tutti l'ultimo sospiro mandano i petti alla fuggente luce. Le fontane versando acque lustrali amaranti educavano e vïole su la funebre zolla; e chi sedea a libar latte o a raccontar sue pene ai cari estinti, una fragranza intorno sentía qual d'aura de' beati Elisi. Pietosa insania che fa cari gli orti de' suburbani avelli alle britanne vergini, dove le conduce amore della perduta madre, ove clementi pregaro i Geni del ritorno al prode cne tronca fe' la trïonfata nave del maggior pino, e si scavò la bara. Ma ove dorme il furor d'inclite gesta e sien ministri al vivere civile l'opulenza e il tremore, inutil pompa e inaugurate immagini dell'Orco sorgon cippi e marmorei monumenti. Già il dotto e il ricco ed il patrizio vulgo, decoro e mente al bello italo regno, nelle adulate reggie ha sepoltura già vivo, e i stemmi unica laude. A noi morte apparecchi riposato albergo, ove una volta la fortuna cessi dalle vendette, e l'amistà raccolga non di tesori eredità, ma caldi sensi e di liberal carme l'esempio. A egregie cose il forte animo accendono l'urne de' forti, o Pindemonte; e bella e santa fanno al peregrin la terra che le ricetta. Io quando il monumento vidi ove posa il corpo di quel grande che temprando lo scettro a' regnatori gli allòr ne sfronda, ed alle genti svela di che lagrime grondi e di che sangue; e l'arca di colui che nuovo Olimpo alzò in Roma a' Celesti; e di chi vide sotto l'etereo padiglion rotarsi piú mondi, e il Sole irradïarli immoto, onde all'Anglo che tanta ala vi stese sgombrò primo le vie del firmamento: - Te beata, gridai, per le felici aure pregne di vita, e pe' lavacri che da' suoi gioghi a te versa Apennino! Lieta dell'aer tuo veste la Luna di luce limpidissima i tuoi colli per vendemmia festanti, e le convalli popolate di case e d'oliveti mille di fiori al ciel mandano incensi: e tu prima, Firenze, udivi il carme che allegrò l'ira al Ghibellin fuggiasco, e tu i cari parenti e l'idïoma désti a quel dolce di Calliope labbro che Amore in Grecia nudo e nudo in Roma d'un velo candidissimo adornando, rendea nel grembo a Venere Celeste; ma piú beata che in un tempio accolte serbi l'itale glorie, uniche forse da che le mal vietate Alpi e l'alterna onnipotenza delle umane sorti armi e sostanze t' invadeano ed are e patria e, tranne la memoria, tutto. Che ove speme di gloria agli animosi intelletti rifulga ed all'Italia, quindi trarrem gli auspici. E a questi marmi venne spesso Vittorio ad ispirarsi. Irato a' patrii Numi, errava muto ove Arno è piú deserto, i campi e il cielo desïoso mirando; e poi che nullo vivente aspetto gli molcea la cura, qui posava l'austero; e avea sul volto il pallor della morte e la speranza. Con questi grandi abita eterno: e l'ossa fremono amor di patria. Ah sí! da quella religïosa pace un Nume parla: e nutria contro a' Persi in Maratona ove Atene sacrò tombe a' suoi prodi, la virtú greca e l'ira. Il navigante che veleggiò quel mar sotto l'Eubea, vedea per l'ampia oscurità scintille balenar d'elmi e di cozzanti brandi, fumar le pire igneo vapor, corrusche d'armi ferree vedea larve guerriere cercar la pugna; e all'orror de' notturni silenzi si spandea lungo ne' campi di falangi un tumulto e un suon di tube e un incalzar di cavalli accorrenti scalpitanti su gli elmi a' moribondi, e pianto, ed inni, e delle Parche il canto. Felice te che il regno ampio de' venti, Ippolito, a' tuoi verdi anni correvi! E se il piloto ti drizzò l'antenna oltre l'isole egèe, d'antichi fatti certo udisti suonar dell'Ellesponto i liti, e la marea mugghiar portando alle prode retèe l'armi d'Achille sovra l'ossa d'Ajace: a' generosi giusta di glorie dispensiera è morte; né senno astuto né favor di regi all'Itaco le spoglie ardue serbava, ché alla poppa raminga le ritolse l'onda incitata dagl'inferni Dei. E me che i tempi ed il desio d'onore fan per diversa gente ir fuggitivo, me ad evocar gli eroi chiamin le Muse del mortale pensiero animatrici. Siedon custodi de' sepolcri, e quando il tempo con sue fredde ale vi spazza fin le rovine, le Pimplèe fan lieti di lor canto i deserti, e l'armonia vince di mille secoli il silenzio. Ed oggi nella Troade inseminata eterno splende a' peregrini un loco, eterno per la Ninfa a cui fu sposo Giove, ed a Giove diè Dàrdano figlio, onde fur Troia e Assàraco e i cinquanta talami e il regno della giulia gente. Però che quando Elettra udí la Parca che lei dalle vitali aure del giorno chiamava a' cori dell'Eliso, a Giove mandò il voto supremo: - E se, diceva, a te fur care le mie chiome e il viso e le dolci vigilie, e non mi assente premio miglior la volontà de' fati, la morta amica almen guarda dal cielo onde d'Elettra tua resti la fama. - Cosí orando moriva. E ne gemea l'Olimpio: e l'immortal capo accennando piovea dai crini ambrosia su la Ninfa, e fe' sacro quel corpo e la sua tomba. Ivi posò Erittonio, e dorme il giusto cenere d'Ilo; ivi l'iliache donne sciogliean le chiome, indarno ahi! deprecando da' lor mariti l'imminente fato; ivi Cassandra, allor che il Nume in petto le fea parlar di Troia il dí mortale, venne; e all'ombre cantò carme amoroso, e guidava i nepoti, e l'amoroso apprendeva lamento a' giovinetti. E dicea sospirando: - Oh se mai d'Argo, ove al Tidíde e di Läerte al figlio pascerete i cavalli, a voi permetta ritorno il cielo, invan la patria vostra cercherete! Le mura, opra di Febo, sotto le lor reliquie fumeranno. Ma i Penati di Troia avranno stanza in queste tombe; ché de' Numi è dono servar nelle miserie altero nome. E voi, palme e cipressi che le nuore piantan di Priamo, e crescerete ahi presto di vedovili lagrime innaffiati, proteggete i miei padri: e chi la scure asterrà pio dalle devote frondi men si dorrà di consanguinei lutti, e santamente toccherà l'altare. Proteggete i miei padri. Un dí vedrete mendico un cieco errar sotto le vostre antichissime ombre, e brancolando penetrar negli avelli, e abbracciar l'urne, e interrogarle. Gemeranno gli antri secreti, e tutta narrerà la tomba Ilio raso due volte e due risorto splendidamente su le mute vie per far piú bello l'ultimo trofeo ai fatati Pelídi. Il sacro vate, placando quelle afflitte alme col canto, i prenci argivi eternerà per quante abbraccia terre il gran padre Oceàno. E tu onore di pianti, Ettore, avrai, ove fia santo e lagrimato il sangue per la patria versato, e finché il Sole risplenderà su le sciagure umane. Concludo questo omaggio con alcuni dei vostri splendidi commenti
il.poeta1 Pregare per chi non c'è piu e anche per coloro hanno lavorato una vita per avere qualcosa di suo e oggi non hanno nemmeno dove dormire.Che dio solo LUI li aiuti....:))Buona giornata...:))Sal.
manuela1966 "Immagino la vita come un viaggio che va dal mare alla montagna, attraverso enormi vallate, a volte esse sono di verde erba e fiori, a volte di appuntiti sassi e rovi; i nostri piedi, sono la nostra anima". Rita5675 Noi siamo cio' che i nostri avi sono stati... ricordarli è farli continuare a vivere.... non le cose del mondo fanno grande la memoria, ma l'amore che ci hanno dato
Riflessione del 2 Novembre: Spesso si crede che l'amore dipende da un uomo, da una donna.....Ma non è così carissimi.....L'amore è uno stato dell'essere, ed è già presente dentro ognuno di noi....A volte è sotterrato da molte preoccupazioni, pensieri, condizionamenti, ma se andiamo più a fondo lì troviamo l'amore.....Noi siamo nati come esseri colmi di Amore Incondizionato, e siamo in questa vita per condividere questo amore con ogni creatura.....Ritorniamo ad essere anime luminose ed amorevoli, e "Siamo" puro Amore in ogni cosa che pensiamo, diciamo, e facciamo, con la consapevolezza che l'Universo ci rimanda molto di più di quello che noi doniamo agli altri incondizionatamente....Eleviamo le nostre vibrazioni attraverso la preghiera a Dio Padre e le meditazioni.....Luce e Amore avvolgano tutti i nostri cuori.....Con Amore Infinito...Lidia
Il 2 Novembre è il giorno della memoria,
il giorno in cui si ricorda chi ha sfiorato la nostra vita
e che la vita ce l’ha donata.
Il 2 Novembre è solo un giorno della memoria,
la memoria delle persone che si sono amate
e che non ci sono più,
ma che vivono nei ricordi di ognuno di noi,
ogni giorno.
Un abbraccio…
Immaginiamo i nostri cari defunti in un mondo diverso, senza affanni e senza dolore...Il Signore li custodisca nella Sua dimora eterna. Un caro saluto a te, Pasquale...mira
Con il pensiero rivolto ai nostri cari che ci hanno lasciato, per te l'augurio per una domenica serena, Vittorio - PS - bellissimo il post e grazie aver proposto la stupenda poesia del grande Totò.
Il ricordo di chi abbiamo amato e dai quali siamo stati amati non svanirà col tempo perché è saldamente radicato nel nostro cuore.Un pensiero a chi non è più con noi.Kiss-Giulia
Buona serata, ricordiamo i nostri morti. +++ Riflettiamo sul +++ Vangelo secondo Matteo (25,31-46)
Venite benedetti del Padre mio.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Quando il Figlio dell’Uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul trono della sua gloria. Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre, e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra. Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: “Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi”. Allora i giusti gli risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?”. E il re risponderà loro: “In verità Io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”. Poi dirà anche a quelli che saranno alla sinistra: “Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli, perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, ero straniero e non mi avete accolto, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato”. Anch’essi allora risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato o assetato o straniero o nudo o malato o in carcere, e non ti abbiamo servito?”. Allora egli risponderà loro: “In verità Io vi dico: tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l’avete fatto a me”. E se ne andranno: questi al supplizio eterno, i giusti invece alla vita eterna». Parola del Signore
Anche questi giorni son passati..i cimiteri in questi giorni..ricordiamoci dei nostri cari anche durante il resto dell'anno.. Buon lunedì Pasquale..smackkk Enza
Ricambio affettuosamente l'augurio di buona settimana anche se la mia inizia con un bel raffreddore, ma non importa,qui c'e un bel sole oggi me lo farà passare in fretta,trovo interessanti le tue pubblicazioni ti seguirò buona settimana.
Stavo gironzolando sul tuo blog e anche se sto per andare via volevo chiederti se mi dici cos'e' quel quadro(o forse è un affresco?)che hai messo appena sotto l'eterno riposo? Conosco un'affresco molto simile per stile che stava a Palermo si chiama il trionfo delle morte di autore ignoto che ultimamente è stato attribuito a Gaspare da Pesaro. Sarei curioso di sapere cos'e' quello che hai messo tu se mi perdoni l'ignoranza grazie ciao
perdonarti di che cosa?!.. anzi sono molto di questa richesta.. Ti accontento subito. Il quadro è Il Trionfo della morte è un dipinto olio su tavola (117×162 cm) di Pieter Bruegel il Vecchio, databile al 1562 circa e conservato nel Museo del Prado di Madrid.
Ti ringrazio e mi scuso per non aver scritto qualcosa su questo stupendo quadro..chissà forse prossimamente ne parleremo più a fondo..Smack a tutti gli amici
Quello che noi facciamo è solo una goccia nell' oceano, ma se non lo facessimo l'oceano avrebbe una goccia in meno
Non importa quanto si dà ma quanto amore si mette nel dare.
Trova un minuto per pensare, trova un minuto per pregare, trova un minuto per ridere.
La peggiore malattia dell'uomo? La solitudine.
Le parole gentili possono essere brevi e facili da pronunciare ma la loro eco è infinita.
GRAZIE AMICI QUESTI REGALI SONO PER VOI
Grazie Solic
Grazie diana.fini
Grazie Trappolinax ( Wanda )
Grazie aumania_12 ( Alisia )
Grazie Trappolinax ( Wanda )
grazie STREGAPORFIDIA (Sonia)
questi splendidi regali, li voglio dedicare a tutti voi amici
Aforismi
Edward Morgan Forster è stato uno scrittore britannico,autore di racconti brevi, di romanzi e saggi letterari. Da alcuni suoi romanzi sono stati tratti film di grande successo come: Passaggio in India (1984, regia di David Lean) Camera con vista (1986, regia di James Ivory), Maurice(1987, regia di James Ivory) e Casa Howard (1992, regia di James Ivory).
Se è facile raccontare la vita, ben più difficile è viverla, e siamo tutti dispostissimi a chiamare in causa "i nervi",o qualsiasi altra parola d'ordine che serva a occultare i nostri desideri. ( Edward Morgan Forster )
Albert Einstein è stato un fisico a soli 26 anni, ha mutato il modello istituzionale di interpretazione del mondo fisico
E' più facile spezzare un'atomo, che un pregiudizio ( Albert Einstein )
GRAZIE PER I VOSTRI DONI
Carissimi amici, grazie a tutti per i vostri doni. Questi sono solo una piccolissima rappresentanza della vostra amicizia ed affetto. sono felicissimo di ciò...bacioni a tutti
Grazie agli amci Trappolinax e luce 1001 per i bellissimi regali per il compleanno del mio blog
SAGGEZZA POPOLARE ANDREOLESE
Cu ava focu campau,cu ava pana moriu. Chi ha del fuoco è vissuto, chi ha pane è morto a causa del freddo
'A casa mbidìàta,o pòvara o malàta. La casa ch'è oggetto d'invidia va incontro a povertà o malattia.
A bbona lavandàra on manca petra. Ad una brava lavandaia non manca pietra (su cui lavare).
E cu' t'affìdi, ti nganni. Sulla persona a cui presti fiducia ti sbagli (facilmente).
Canta lu gaddru e si scòtula li pinni. Il gallo canta e si scuote le piume. (Si dice di persona che di un fatto non vuole assumersi alcuna responsabilità e "se ne lava le mani", come Pilato.
Per altri curiosi proverbi andreolesi:
http://www.andreolesi.com/dialetto/proverbi.htm
FRASI CELEBRI
Golda Meir, fu una donna politica israeliana, quarto premier d'Israele e prima donna a guidare il governo del suo Paese.
La vecchiaia è come un aereo che punta in una tempesta. Una volta che sei a bordo non puoi più fare niente (Golda Meir)
Anton Pavlovič Čechov è stato uno scrittore, drammaturgo e medico russo. Laureatosi in medicina, scriveva novelle di notte.
L' intelligente ama istruirsi, lo stupido istruire. ( Anton Cecov )
Non sappiamo cosa può accaderci in quello strano guazzabuglio che è la vita. Possiamo però decidere quello che avviene in noi, come affrontarlo, che uso farne... ed è questo, in conclusione, ciò che conta. ( Joseph Fortton )
Henry Ford è stato un imprenditore statunitense. Fu uno dei fondatori della Ford Motor Company, società produttrice di automobili, ancora oggi una delle maggiori società del settore negli USA e nel mondo.
Chiunque smetta di imparare è vecchio, che abbia venti o ottant'anni. Chiunque continua a imparare resta giovane. La più grande cosa nella vita è mantenere la propria mente giovane. ( H. Ford )
Riflessioni sul Tempo ... Il passato rivive ogni giorno perché non è mai passato. (Proverbio Africano); Il tempo è un grande maestro, ma sfortunatamente uccide tutti i suoi studenti. (Hector Berlioz); Una briciola d’oro non può comprare una briciola di tempo. (Proverbio Cinese); Quando ogni uomo avrà raggiunto la felicità, il tempo non ci sarà più. (Fëdor Dostoevskij)Il tempo che ti piace buttare, non è buttato. (J Lennon )Un giorno senza un sorriso è un giorno perso.(Charlie Chaplin) L'unica cura per l'acne giovanile è la vecchiaia.( Totò )Ogni minuto muore un imbecille e ne nascono due. ( Eduardo De Filippo )Chi vive troppo tempo in un luogo perfetto finisce per annoiarsi. (Paulo Coelho)
il giorno in cui si ricorda chi ha sfiorato la nostra vita
e che la vita ce l’ha donata.
Il 2 Novembre è solo un giorno della memoria,
la memoria delle persone che si sono amate
e che non ci sono più,
ma che vivono nei ricordi di ognuno di noi,
ogni giorno.
Un abbraccio…