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L' escursione a Firenze riprende

Post n°718 pubblicato il 10 Novembre 2013 da giramondo595

Staccarsi da Firenze, è veramente dura ed impossibile in quanto è  una città meravigliosa, che non fineresti mai di osservare. La tappa odierna è la prestigiosa Galleria degli Uffizi. I nostri cicerone, oggi sono le amiche Giò ( La moretta ) e Manuela (Manuela 1966 ).

La Galleria degli Uffizi ospita una superba raccolta di opere d'arte inestimabili, derivanti, come nucleo fondamentale, dalle collezioni dei Medici, arricchite nei secoli da lasciti, scambi e donazioni, tra cui spicca un fondamentale gruppo di opere religiose derivate dalle soppressioni di monasteri e conventi tra il XVIII e il XIX secolo. Divisa in varie sale allestite per scuole e stili in ordine cronologico, l'esposizione mostra opere dal XII al XVIII secolo, con la migliore collezione al mondo di opere della scuola toscana, e fiorentina in particolare, che permette di apprezzare lo sviluppo dal gotico al Rinascimento fino al manierismo, da Cimabue a Michelangelo, passando per Giotto, Leonardo da Vinci e Raffaello. Senza pari è la raccolta di opere di Sandro Botticelli. Ben rappresentate, con autentici capolavori, sono anche le altre scuole italiane ed europee (Mantegna, Tiziano, Parmigianino, Dürer, Rubens, Rembrandt, Caravaggio, Canaletto, ecc.). Di grande pregio sono anche la collezione di statuaria antica e quella dei disegni.

Tra le innumerevoli opere, che questo meraviglioso luogo, contiene oggi ci sofferemo su Giuditta che decapita Oloferne un dipinto ad olio su tela di cm 199 x 162,5 realizzato nel 1620 circa dalla pittrice italiana Artemisia Gentileschi .

Il soggetto di Giuditta che decapita Oloferne è uno degli episodi dell'Antico Testamento più frequentemente rappresentati nella storia dell'arte. Tuttavia - con la sola importante eccezione di Giuditta e Oloferne del Caravaggio conservata a Roma, nella Galleria nazionale d'arte antica - mai si è giunti a raffigurare una scena così cruda e drammatica come quella dipinta in questa tela di Artemisia Gentileschi.
L'episodio al quale si riferisce l'opera è narrato nel Libro di Giuditta: l'eroina biblica, assieme ad una sua ancella, si reca nel campo nemico; qui circuisce e poi decapita Oloferne, il feroce generale nemico.
Il quadro - di soggetto perfettamente analogo a quello della tela, un po' più piccola e dai diversi colori, eseguita in precedenza e conservata oggi nel Museo Capodimonte di Napoli con lo stesso titolo - è quello che più immediatamente si associa al nome della Gentileschi.

e sulla Madonna del Magnificat di Sandro Botticelli

La Madonna del Magnificat (Madonna con il Bambino e cinque angeli) è un dipinto a tempera su tavola (diametro 118 cm) di Sandro Botticelli, databile al 1481.Non si conoscono le circostanze esatte della commissione della tavola. La ricchezza di allusioni al Battista, patrono di Firenze, ne fa sicuramente un lavoro di ambito fiorentino. La forma circolare era tipica di opere appese nelle anticamere o nelle camere da letto, il che farebbe pensare a un'opera per la devozione privata.
Alcuni hanno pensato che l'opera fosse stata commissionata dai Medici, in particolare il numero e la composizione dei personaggi raffigurerebbe la famiglia di Piero de' Medici: la moglie Lucrezia Tornabuoni come Maria, il giovane con il calamaio Lorenzo il Magnifico, accanto a suo fratello Giuliano, dietro sta Maria, mentre le due sorelle maggiori, Bianca a sinistra e Nannina, sorreggono la corona; il bambino in fasce sarebbe la piccola figlia di Lorenzo, Lucrezia.
In realtà si tratta solo di ipotesi, perché la prima menzione certa del dipinto risale al 1784, quando Ottavio Magherini lo vendette agli Uffizi. La composizione ebbe un notevole successo e oggi si conoscono almeno cinque dipinti con lo stesso soggetto, replicati da aiutanti di bottega del maestro (tra cui uno al Louvre, uno alla Pierpoint Morgan Library di New York e uno nella Collezione Hahn di Francoforte).
La Vergine, col Bambino sulle ginocchia, è incoronata da due angeli mentre sta scrivendo su un libro le parole del Vangelo di Luca: "Magnificat anima mea Dominum" (L'anima mia magnifica il Signore), il verso iniziale del cantico con cui Maria, durante la sua visita a sant'Elisabetta, ringrazia il Signore per essere stata scelta come veicolo dell'Incarnazione divina (Luca, I, 46). Essa è riccamente abbigliata, con la testa coperta da veli trasparenti e stoffe preziose ed i suoi capelli biondi si intrecciano con la sciarpa annodata sul petto. Il Bambino guida il suo braccio, testimoniando il perfetto accordo tra Dio e la sua prescelta. Altri due angeli tengono il libro e il calamaio dove Maria intinge la penna, mentre un terzo abbraccia questi ultimi due.

Nella pagina sinistra del libro si leggono alcune parole del Benedictus di Zaccaria, marito di Elisabetta, riguardo alla nascita del figlio Giovanni Battista (Luca I, 76-79) e rimanda quindi all'episodio della Visitazione. Gesù tiene nella mano il melograno, che è un simbolo di fertilità e di regalità (ha una corona ed è ricco di semi), inoltre i grani rossi rimandano al sangue della Passione, prefigurandola, e i chicchi tenuti insieme sotto la scorza ricordano l'unità della Chiesa.
Secondo André Chastel, Botticelli in questa opera cercò di coniugare il naturalismo classico con lo spiritualismo cristiano. Il tema sacro è adattato con originalità alla tavola.
La composizione dei personaggi si adatta perfettamente alla forma circolare, a partire dalla dolce curva della schiena della Madonna, che si piega come a proteggere il Bambino. Le linee di forza fanno convergere l'occhio verso l'elegante incontro delle mani di madre e figlio, verso il libro. Il punto più debole della composizione è nell'angelo di sinistra, che appare un po' troppo compresso nel ristretto spazio, richiedendo un braccio eccessivamente lungo.
Lo sfondo è composto da una finestra ad arco in pietra serena, oltre la quale si scorge un sereno paesaggio fluviale. La cornice di pietra dipinta schiaccia le figure in primo piano, che assecondano il movimento circolare della tavola in modo da far emergere le figure dalla superficie del dipinto, come se l'immagine fosse riflessa in uno specchio convesso ed allo stesso tempo la composizione è resa ariosa grazie alla disposizione dei due angeli reggilibro in primo piano che conducono attraverso un'ideale diagonale verso il paesaggio sullo sfondo. La leggera deformazione dà alla Vergine e al Bambino dimensioni leggermente maggiori rispetto agli altri personaggi, legandosi alle consuetudini devozionali del medioevo. Si tratta delle primissime avvisaglie della crisi che investì poi Firenze alla fine del secolo, con la morte di Lorenzo il Magnifico e l'instaurarsi della repubblica teocratica di Savonarola: il dipinto infatti mostra un distacco dal dato naturale, in favore di forme più sperimentali, sempre più lontane dalla lucida geometrica prospettica del primo Quattrocento.
I colori preziosi e brillanti, la linea di contorno nitida e chiara, l'eleganza lineare, il disegno impeccabile caratterizzano la tavola e sono tutte caratteristiche mutuate dall'esempio di Filippo Lippi, primo maestro di Botticelli. Dal Lippi deriva anche l'ideale della malinconica e perfetta bellezza della Vergine, come nella celebre Lippina, anche se Botticelli conferì alla sua Madonna un tono più aristocratico e irraggiungibile.


riccidorati il 13/11/13 alle 19:40
" Firenze stanotte sei bellaaaaaa in manto di stelleeeee...che in cielo risplendono tremule,come fiammelleeeee...""Dedicata a Firenze e a te splendido amico.Un bacione-one-one in allegriaaaaaa-Giulia

 
Rispondi al commento:
ciubini.enrico
ciubini.enrico il 10/11/13 alle 07:16 via WEB
Buongiorno Caro Pasquale, come al solito i tuoi post meravigliosi. Bacione e buona domenica,,,
 
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Beata Madre Teresa di Calcutta


Quello che noi facciamo
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ma se non lo facessimo
l'oceano avrebbe una
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Non importa quanto
si dà
ma quanto amore si
mette nel dare.


Trova un minuto
per pensare,
trova un minuto
per pregare,
trova un minuto
per ridere.

La peggiore malattia
dell'uomo?
La solitudine.


Le parole gentili
possono essere brevi
e facili da pronunciare
ma la loro eco è infinita.

 

 

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Grazie diana.fini

 

 Grazie Trappolinax ( Wanda )

Grazie aumania_12 ( Alisia )

Grazie Trappolinax ( Wanda )

grazie STREGAPORFIDIA (Sonia)

questi splendidi regali,
li voglio
dedicare a
tutti voi amici

Aforismi 

Edward Morgan Forster è stato uno scrittore
britannico,autore di racconti brevi,
di romanzi e saggi letterari.
Da alcuni suoi romanzi sono stati
tratti film di grande successo come:
Passaggio in India (1984, regia di David Lean)
Camera con vista (1986, regia di James Ivory),
Maurice(1987, regia di James Ivory)
e Casa Howard (1992, regia di James Ivory).


Se è facile raccontare la vita,
ben più difficile è viverla,
e siamo tutti dispostissimi a
chiamare in causa "i nervi",o qualsiasi
altra parola d'ordine che serva a
occultare i nostri desideri.
( Edward Morgan Forster )

 Albert Einstein è stato un fisico
a soli 26 anni, ha mutato
il modello istituzionale di
interpretazione
del mondo fisico


E' più facile spezzare
un'atomo, che
un pregiudizio
( Albert Einstein )

 

GRAZIE PER I VOSTRI DONI

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       grazie a tutti
       per i vostri doni.
       Questi sono solo
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       della vostra amicizia
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       sono felicissimo di
       ciò...bacioni
        a tutti

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      Grazie agli amci Trappolinax e luce 1001 per
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SAGGEZZA POPOLARE ANDREOLESE

Cu ava focu campau,cu ava pana moriu.
Chi ha del fuoco è vissuto,
chi ha pane è morto a causa del freddo

'A casa mbidìàta,o pòvara o malàta.
La casa ch'è oggetto d'invidia va
incontro a povertà o malattia.

A bbona lavandàra on manca petra.
Ad una brava lavandaia non manca
pietra (su cui lavare).

E cu' t'affìdi, ti nganni.
Sulla persona a cui presti
fiducia ti sbagli (facilmente).

Canta lu gaddru e si scòtula li pinni.
Il gallo canta e si scuote le piume.
(Si dice di persona che di un fatto
non vuole assumersi alcuna responsabilità
e "se ne lava le mani", come Pilato.

Per altri curiosi proverbi andreolesi:

http://www.andreolesi.com/dialetto/proverbi.htm

 

FRASI CELEBRI

Golda Meir, fu una donna politica
israeliana, quarto premier d'Israele
e prima donna a guidare il governo
del suo Paese.

La vecchiaia è come un aereo
che punta in una tempesta.
Una volta che sei a bordo non puoi
più fare niente
(Golda Meir)

Anton Pavlovič Čechov è stato uno
scrittore, drammaturgo e
medico russo.
Laureatosi in medicina,
scriveva novelle di notte.

L' intelligente
ama istruirsi,
lo stupido istruire.
( Anton Cecov )

Non sappiamo cosa può accaderci
in quello strano guazzabuglio che è la vita.
Possiamo però decidere quello che avviene
in noi, come affrontarlo, che uso farne...
ed è questo, in conclusione,
ciò che conta.
( Joseph Fortton )

 

Henry Ford è stato un imprenditore statunitense.
Fu uno dei fondatori della Ford Motor Company,
società produttrice di automobili, ancora oggi
una delle maggiori società del settore negli
USA e nel mondo.

Chiunque smetta di imparare è vecchio,
che abbia venti o ottant'anni.
Chiunque continua a imparare resta
giovane. La più grande cosa
nella vita è mantenere la
propria mente giovane.
( H. Ford )

Riflessioni sul Tempo ... Il passato rivive ogni giorno perché non è mai passato. (Proverbio Africano); Il tempo è un grande maestro, ma sfortunatamente uccide tutti i suoi studenti. (Hector Berlioz);        Una briciola d’oro non può comprare una briciola di tempo. (Proverbio Cinese);                                            Quando ogni uomo avrà raggiunto la felicità, il tempo non ci  sarà più. (Fëdor Dostoevskij)Il tempo che ti piace buttare, non è buttato. (J Lennon )Un giorno senza un sorriso è un giorno perso.(Charlie Chaplin) L'unica cura per l'acne giovanile è la vecchiaia.( Totò )Ogni minuto muore un imbecille e ne nascono due. ( Eduardo De Filippo )Chi vive troppo tempo in un luogo perfetto finisce per annoiarsi. (Paulo Coelho)

 
 

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