SENZA GIRI DI PAROLE

60 MILIONI DI LITRI DI URINA AL DI'......


Non ci crederete ma, purtroppo, è vero, ogni giorno 60 milioni di litri di urina finiscono nei fiumi, portando con sé farmaci e droghe. Che possono arrivare nei cibi. Il 20% dell'acqua potabile di Torino viene dal Po, ma viene anche dal nostro grande fiume l'acqua di Ravenna, del Polesine, di Rovigo e di Ferrara. L'acqua che disseta Firenze viene, invece, dall'Arno, dal Vomano quella di Teramo, dal Calastra l'acqua di Potenza, dal Chienti quella di Macerata, dall'Oreto l'acqua di Palermo, dal Rio Manu quella di Sassari e così via. Dagli anni Ottanta infatti si potabilizzano le acque di superfice, ed ora ci si accorge che sono drogate. Le prime segnalazioni risalgono agli anni Ottanta: Thomas Heberer e Hans-Jurgen Stan, chimici del Politecnico di Berlino, stavano cercando le prove dell'inquinamento del mecoprop, un erbicida, in acque di lago e di fiume quando si imbatterono in una molecola di acido clofibrico. Questo è un metabolita( cioè un prodotto intermedio delle reazioni chimiche del metabolismo) del clofibrato, un farmaco anti-colesterolo. Dopo poco, laboratori europei e nordamericani segnalavano che questo acido era ovunque. Insomma, per farla breve, l'80% dei farmaci trovati nell'ambiente vi giunge con le urine dei pazienti trattati. Nei fiumi l'inquinamento chimico non è solo dai farmaci ma anche dalle acque di scarico della zootecnia. Pensate che nella sola Pianura Padana sono allevati 4 milioni di bovini, 7,5 milioni di suini e mezzo milione circa tra ovini e caprini. Ed infatti nelle acque del Po, che lambiscono Piacenza e Cremona, provincie ad alta zootecnia, sono state trovate concentrazioni altissime di antibiotici che promuovono una maggior resa zootecnica, in due parole prodotti che gonfiano i vitelli. Nelle acque lombarde e nei sedimenti del Po, Lambro e Adda, nonchè negli acquedotti di Varese e Lodi sono stati trovati antibiotici antitumorali, antinfiammatori, diuretici, antipertensivi, ansiolitici. Stessi ritrovamenti si sono verificati anche sull'Arno. I farmaci nelle acque sono a concentrazioni minime, ma sono un rischio per gli embrioni. In un recente studio in un famoso laboratorio di Milano ha mostrato che una miscela di farmaci alle concentrazioni rinvenute nel Po ha effetti tossici sulla proliferazione di cellule umane. Alcune miscele possono potenziare l'effetto dei farmaci e causare sull'ambiente alterazioni del comportamento dei pesci esposti agli antidepressivi, femminilizzazione dei maschi di trota iridea esposti agli ormoni femminili a concentrazioni anche di 5-6 parti per miliardo. Che fare? In Svezia stanno nascendo movimenti di ecologismo scientifico che mirano a favorire la produzione e la scelta di farmaci rispettosi dell'ambiente. Noi....siamo indietro anni luce, purtroppo...e allora si potrebbe prendere farmaci strettamente necessari...smaltire gli avanzi negli appositi cassonetti delle farmacie.....migliorare l'efficenza dei depuratori....ecc....ecc....o pregare il buon Dio!!