ROY1978

DOMUS


La grande cucina col focolare a carbone con la grossa pentola in cui cuoce a fuoco lento il ragù, piatto principe della domenica napoletana,ma senza essere obbligatorio come il luogo comune fa credere…Un ragù ben diverso da quello nordico:quello napoletano è fatto di salsa di pomodoro e vari tagli di carne,che si scambiano i sapori e coi quali si condiscono i maccheroni,o meglio ancora i "ziti"o le"candele",da spezzare a mano mentre si mette l’acqua a bollire sul fuoco.Il rosso di Gragnano nel fiasco di paglia,il pane"cafone"affettato in un cestino su un tovagliolo,che dorme come un bebè in culla,e poi magari una frittura di triglie gamberi e calamari,che come l’incenso scaccia via gli influssi negativi col suo odore dalle case in cui si va ad abitare,una bella orata che si rosola nel forno circondata da fette di limone,qualche sfogliatella come dessert(prediligendo le"frolle"alle"ricce"),magari con l’ aggiunta di qualche dolce siciliano,e infine un cono di noccioline per avere l’alibi di restare ancora a tavola a chiacchierare mentre i gusci formano un monticello davanti ad ogni commensale.Niente TV,e la sola luce diurna che filtra dal balcone che dà sulla veranda,magari piena di piante e fiori.La versione di"Sabato domenica e lunedì"fatta per la TV da Massimo Ranieri mi è piaciuta anzitutto per la scenografia vera e non posticcia.Era teatro,ma ambientato in una vera casa napoletana della prima metà del 900’.Il testo di Eduardo è collaudato e viaggia da decenni da solo come ogni opera d’arte che si rispetti.Abbastanza buono anche il cast,c’è solo un particolare che non mi convince:la traduzione in lingua dal dialetto.Ranieri ha giustificato tale scelta col desiderio di farsi capire in tutta Italia.Ma allora già che c’era perché non tradurlo in inglese e farsi capire da mezzo mondo?Oddio,capisco che tale esigenza abbia un suo senso:gli Abba,pop band svedese, scrivevano le loro canzoni in inglese,la lingua che li ha proiettati oltre gli angusti confini patri.Ma quelle canzoni nascevano nella lingua del rock,e non vi venivano tradotte poi e da altri.Anticipo l’obiezione che mi si farà:ma allora,già che ci siamo, eliminiamo la traduzione dei libri stranieri e i sottotitoli e il doppiaggio dai film.Per quel che mi riguarda io ho fatto il linguistico proprio per godere al 100%le opere senza il filtro della traduzione,e non perché garantisse(pur promettendoli)più sbocchi lavorativi.