ROY1978

NOIR


Un 34enne,aspirante scrittore,ddopo un doloroso divorzio si era innamorato di una prostituta nera che gli ricordava la moglie.Pare che la ragazza abbia vissuto per mesi con lui,che le scriveva poesie e comprava regali,e sembrava intenzionata-a detta delle colleghe-a portare avanti quella storia,ma senza lasciare il marciapiede.Il suo corpo fu restituito dal Po lo scorso gennaio e ci volle un mese per identificarlo.Fu assassinata e non annegò.Nel suo appartamento fu rinvenuto un racconto in cui una prostituta nera finiva uccisa allo stesso modo dal convivente a causa del suo rifiuto di cambiare vita. Letto il manoscritto i Carabinieri hanno ricostruito la storia della vittima e sono risaliti allo scrittore assassino,che in questi mesi ha soggiornato a Londra,dove ha lavorato per la sicurezza delle Olimpiadi di quest'anno.E'stato arrestato all'aeroporto,appena rimpatriato.Per ora è solo fortemente indiziato.A differenza del suo personaggio,però,questo tizio non si è suicidato dopo il delitto.Mi ricorda la Catherine Tramell di"Basic Instinct",che uccideva(anche)per avere materiale di cui scrivere.E'come attuare il metodo Stanislawskj alla letteratura,anziché inventare.O meglio,un giallo/noir può essere scritto anche da chi si pone nei panni del detective,e non necessariamente dell'assassino.Certo se il movente dell'omicidio è la realizzazione di un giallo credibile,il reo è di una malvagità e di una freddezza tali da far rabbrividire.Se invece il libro è solo una conseguenza del delitto allora può essere inteso come uno sfogo,un modo per sublimare un'esperienza vissuta,di fare i conti con la propria coscienza.In certo casi può essere addirittura una forma di vendetta.Lo so bene.Mi chiedo cosa ne penserebbe Hemingway di uno scrittore che ha commesso un delitto e poi l'ha raccontato,lui che consigliava di scrivere sempre di ciò cche si conosce.Ma forse emetterebbe un giudizio solo sul libro,e dopo averlo letto.In fondo uno scrittore è bravo per come scrive e non per cosa scrive.