ROY1978

C(U)ORI RAZZISTI


L’antefatto in sintesi:la Juventus viene multata per i cori razzisti dei tifosi contro gli ospiti napoletani.La curva colpevole viene squalificata.La Juventus prova a rimediare ospitando in quella stessa curva dei bambini al posto degli adulti.I bambini ripetono i cori razzisti dei grandi e la Juve si becca un’altra multa.Da napoletano dovrei sentirmi offeso,ma non ci riesco.Non perché sia d’accordo coi cori,ma per due ragioni,una personale e una generale:anzitutto,io non mi sento né superiore né inferiore ad un torinese in fatto di intelligenza e sensibilità,e non basterebbe un coro di 7 miliardi di persone per convincermi del contrario.Anche fisicamente sono”normale”,in quanto autonomo.E poi,perché per me un epiteto per dirsi di stampo razzista deve riferirsi all’appartenenza etnica e/o alla fede religiosa:due punti che non dividono me e un torinese,ma semmai ci accomunano.Sono buonista?Neanche un po’, solo logico.Se questa ripugnanza dei torinesi verso noi napoletani si limita allo sfottò da stadio,comunque l’accetto senza problemi,anche se non mi abbasserei mai a ricambiarlo.Certo me ne ricorderò quando la Juve affronterà in champions league una squadra non italiana,tifandole contro,ma resto nell’ambito dello sfottò.Trovo invece molto più grave quando questa avversione travalica gli spalti e si riflette nella vita di tutti i giorni.Ricordo bene alcuni episodi di cui sono stato vittima quando sono andato al Nord a cercare lavoro.Con mio fratello cercavo un alloggio e pur potendo pagare il pigione,il proprietario quando seppe la nostra prove-nienza ci disse che preferiva mille volte affittare a dei marocchini che a dei napoletani.Non rac-cogliemmo la provocazione,e cercammo altrove.Alla fine trovammo una sistemazione che faceva al caso nostro,mentre in fabbrica demmo entrambi prova di zelo e così la diffidenza iniziale si tramutò in stima.Il fatto è che eravamo consapevoli della cattiva nomea di cui godevamo anche a causa di certe intemperanze dei nostri conterranei,e così io e mio fratello chinammo il capo e tirammo l’aratro per smentire il pregiudizio che voleva accomunarci a quelle frange estremiste. Cosa mi distingue dai cattivi napoletani?Beh,più di mille parole varrebbe la testimonianza di chi mi conosce personalmente,ma a mia difesa posso dire che anzitutto io mi ritengo prima italiano e poi napoletano,e non il contrario come di solito avviene.Io mi guardo dall’esterno,come se fossi in A-merica,ad esempio,e mi vedo prima come europeo,poi come italiano e infine come napoletano. Questo mi rende cittadino del mondo,e fiero delle bellezze artistiche e naturali prima dell’Europa, poi dell’Italia e infine di Napoli.Quando invece si pensa a se stessi prima come a napoletani, torinesi o fiorentini,e poi come a italiani ed europei,ci si autoghettizza,col risultato che ciò che c’è oltre il proprio orticello perde di valore e d’importanza.Questo atteggiamento porta alla xenofobia,più che al razzismo,ed è questo -mi pare- il sentimento prevalente nei tifosi juventini succitati.Per concludere,se qualcuno di questi dovesse leggere questo post voglio invitarlo a lanciare uno sguardo spassionato sull’intero territorio italiano e a riconoscere le tante bellezze di cui siamo spes-so indegni eredi.Gli italiani hanno una storia di eccellenza in tutti i campi che non può non inorgo-glirci,ed io mi sento fiero del pugliese Modugno e delle cotolette alla milanese non meno dei quadri del napoletano Luca Giordano,tanto per dire.                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                          ø                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                    $a$      Ÿ  ý