Creato da lenteris il 02/07/2011
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28.TOTALITA'

Post n°28 pubblicato il 02 Settembre 2011 da lenteris
 

TOTALITA'
Mi guardate male e ridete perchè sono diverso, io vi guardo e rido perchè siete tutti uguali

SPERSA> La vera saggezza di un uomo stà nell'essere capace a non voltare le spalle a coloro che sono tutti uguali rimanendo tra essi pur essendo diverso per seguire il fluire del suo Essere. L'illusione nell'essere diversi è quando quest'uomo si allontana voltando le spalle agli esseri del mondo e non accorgendosi che vive ancora con il suo ego spirituale che lo porta a pensare di essere unico. Quale peggior sciagura può capitare a un essere che segue ancora il suo (minuscolo) essere materiale?  / Lenteris> L'illusione dell'essere diverso quindi migliore e quindi orgoglioso del piccolo Io... Ma se noi siamo insieme è per unirci e non per separarci!...
FIORDILOTO> L'uomo è chiamato all'amore nella sua totalità unificata. / lenteris> Totalità unificata... bellissimo modo di esprimere l'amore...
PIERO> Noi siamo la Totalità di ciò che non abbiamo, non siamo mai la somma di quello che abbiamo… e la Totalità è viva Polifonia di voci e suoni… Non suonerò mai un brano sul mio pianoforte allo stesso modo… ogni tasto bianco e nero è un piccolo mondo da esplorare dentro un mondo più grande: altezze, suoni, vibrazioni, modulazioni, tocco, emozioni, percussioni, mai… mai… sarà lo stesso pezzo…. Una Totalità di uguali sempre diversi, di continue possibilità, sospese fra cielo e terra, in balia dei venti, sempre pronte a donare nuove emozioni, come sogni che non conoscono il tempo, che non conoscono la fretta di arrivare, che si lasciano accarezzare dalle mani dell’impossibile… come più o meno scriveva Iginio Carvelli nel suo “Uguali ma diversi”… “nella catena umana.. se stiamo insieme ci sarà un senso.. tu ed io piuttosto che altri due…” si chiede la Mazzantini nel suo “nessuno si salva da solo” e se come lei scrive “non si può spiegare l’Amore. Esso è solo, s’inganna e fatica in se stesso”…. È vero che solo l’Amore ci salverà, solo nell’apertura dell’amore ci salveremo… non in astratte ricerche di pace, in altrettanto astratte esclusioni dal mondo, in una sterile chiusura ai sensi del mondo… non nei sottili giochi narcotizzanti delle parole affabulanti che mistificano la bellezza, mentre rompono la bussola che la guidi in una direzione di senso, amore e felicità….. E’ l’amore dell’Altro, ed il mio, ed il tuo, che ci mostrano una Totalità in cui ritrovarci e riconoscerci, in cui non perderci, senza difese, nella nostra povertà, soli in comunione con chi come noi è solo… viandanti di regni da esplorare e scoprire in comunione vera di cuori e non in compagnia del nostro psichiatra di fiducia…. Affrontando quella che Thomas Merton definiva “un’arida, rocciosa, oscura terra dell’anima, talvolta illuminata da strani bagliori che gli uomini temono e popolata da spettri che essi astutamente evitano, tranne che nei loro incubi. E in questo spazio ho imparato che uno non può davvero conoscere la speranza finchè non ha sperimentato che la speranza è come la disperazione…” … E questa sera, suonando con il mio amico chitarrista Antonio, cara Amica navigante, terrò nel mio cuore questa consapevolezza, che tu generosamente, hai “provocato” nel nostro cuore…. Che noi siamo la totalità di ciò che non abbiamo…. Tu, l’altro, il mio amico chitarrista, ognuno di noi, uguale e diverso, è un tasto di quel pianoforte che hai usato da immagine simbolo…… / Lenteris> Parlando di musica si capiscono e si sentono molte cose. Hai toccato l'essenza che volevo esprimere con la foto del pianoforte. Cosa può vedere un'occhiata rapida in quella foto...? Un sacco di tasti tutti uguali nella loro apparenza.. ma il loro suono? E non solo: i loro suoni insieme? Quale miracolo riescono a creare. E noi? Quanti capolavori possiamo creare nella nostra totalità! Sinfonie di cuori. Sì siamo una sinfonia di cuori in viaggio...
POlvere> La saggezza di un uomo stà nell'accettare e nel rispettare le diversità altrui come le proprie... pur non condividendo le scelte di chi non è come lui. Come un margherità blù in mezzo a quelle bianche, che pur mantenedo il suo colore respira la stessa aria e gode della stessa pioggia.

Praj> E' molto più facile distruggere che costruire, perchè per creare devi ESSERCI TOTALMENTE, diversamente dal distruggere. Quindi, la parzialità di una presenza a se stessi favorisce in generale una distruzione piuttosto che una creazione. / lenteris> Anche nel silenzio puoi esserci totalmente, lo sai e la creazione avviene per comunicazione del cuore, quella che dice e sente senza parole... Un sorriso silente ma presente

 
 
 

27. IMPARARE

Post n°27 pubblicato il 30 Agosto 2011 da lenteris
 

IMPARARE
Ricordare (ri - cor) riportare nel cuore, nell'emozione.
Quando la nostra mente capisce e impara, se non porta quella ricchezza nel cuore, dimentica, e con il tempo sfuma l'esperienza acquisita e la disperde.
Il cuore è l'unico passaggio possibile per una mente consapevole.

FIORDILOTO> Nel cuore c'è l'istinto di ritornare alla fonte, l'intuizione dell'origine, dove si trovano tutte le risposte.
PSP>  meditare / Lenteris> La meditazione come atto del cuore che pensa senza pensare..
PIERO> Il Cuore parla al Cuore” ripeteva San Francesco di Sales... Nessun'altra voce resterà, ri-tornerà, al Cuore se non dal Cuore, per la Via del Cuore. Come memoria. Appresa. Custodita. Preziosamente. Con sorrisi e lacrime.... Imparare nella sua etimologia latina è “apparecchiare”, e... mettere in tavola è accogliere, condividere, dono, atto d'amore, luogo del cuore. Che ha buona memoria. Il Cuore parla al Cuore. / Lenteris> il cuore parla al cuore quando non si difende, quando non filtra attraverso la mente la fragilità che è sempre un'essenza preziosa, una parte yin da ascoltare con fiducia...
PRAJ> Il senso della vita non sta in ciò che ci accade, ma in ciò che impariamo da quanto ci è accaduto. Soprattutto ciò che impara il cuore.

 
 
 

26. MARE

Post n°26 pubblicato il 26 Agosto 2011 da lenteris
 
Tag: MARE

MARE

IKENISHI GONSUI (1650)
C’è una meta
per il vento dell’inverno:
il rumore del mare

PIERO> Quale voce viene sul suono delle onde che non è la voce del mare? E' la voce di qualcuno che ci parla, ma che, se ascoltiamo, tace, proprio per esserci messi ad ascoltare. E solo se, mezzo addormentati, udiamo senza sapere che udiamo, essa ci parla della speranza verso la quale, come un bambino che dorme, dormendo sorridiamo. Sono isole fortunate, sono terre che non hanno luogo, dove il Re vive aspettando. Ma, se vi andiamo destando, tace la voce, e solo c'è il mare. (Pessoa)
PRAJ> ... il mare è la meta di ogni fiume. Il fiume, come ogni individuo, compie il suo compito capolavore sfociando, morendo, fondendosi nel Mare del Coscienza.
Lenteris>...in quel mare ogni goccia è un capolavoro, distinto e allo stesso tempo unito per sempre. (da uno spunto di Praj)

 
 
 

25. SVINCOLO

Post n°25 pubblicato il 24 Agosto 2011 da lenteris
 

SVINCOLO

CONVINTO = Cum Vinco (con un vincolo, prigione). Le convinzioni possono derivare dalla paura e produrre vicoli ciechi. La libertà è svincolo.

 

 
 
 

24. AUTOGUARIGIONE

Post n°24 pubblicato il 17 Agosto 2011 da lenteris
 

AUTOGUARIGIONE
Quando qualcosa non ci piace diventa interessante capire di più:
1. Non mi interessa (non mi rappresenta e tranquillamente mi oriento altrove)
2. Mi respinge (mi arrabbio, alzo la voce, disprezzo e ne sto alla larga). Evidentemente va a toccare una mia fragilità.
Ogni volta che  sto incontrando una fragilità, se potessi non fuggire e restare in gioco per prendermi cura della mia "ferita" senza avventarmi su chi me l'ha toccata, forse non mi servirebbe più la rabbia... Se ho paura ad entrare in ascensore posso provare gradualmente a farlo o decido di prendere per sempre le scale detestando i costruttori di ascensori?

PRAJ> Per me, l'autoguarigione è la figlia di Consapevolezza e Fiducia. Essa entra in funzione quando è veramente matura per operare. E' la chiave per guarire l'anima e, se ce ne bisogno per l'evoluzione di questa, anche del corpo. Quando qualcosa non ci piace bisognerebbe sempre indagare il perchè. Quando quel qualcosa non è dettato da paura, disagio o avversione, ma solamente da un qualcosa con cui non abbiamo nulla a che fare veramente, da una dimensione sper noi superflua, allora si può lasciar andare. Altrimenti è bene comprendere perchè di quel "no", di quel rifiuto.

 
 
 

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