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UN UOMO

Post n°17 pubblicato il 24 Marzo 2007 da pajasso
 
Foto di pajasso

Ciao bambino,
non capisco perché certuni diventino così diversi da me. Ovviamente intendendo in peggio, perché esasperano alcuni difetti diventando persone cattive?
“Guardandoti imparo molte cose. Eri un bambino simpatico e affettuoso. Avevi un carattere decisamente piacevole, poi…”
Poi che cosa? Vuoi dire che adesso non lo sono più? Scusa, ma mi stai offendendo!
“Non devi offenderti. La realtà non deve offendere mai; tu sei sempre affettuoso e dolce ma a differenza di prima lo sei a comando. La situazione esige che tu sia coccolo? Bene eccoti lì a dispensare sguardi rassicuranti e dolci sorrisi. Un’altra situazione invece richiede un po’ di rudezza? Bene, eccoti là faccia truce apparentemente freddo come il ghiaccio pronto a far fronte ai draghi.”
Mi stai dicendo che io recito sempre, che non sono me stesso? Che faccio il coccolo ma ruffiano sarebbe più appropriato? Che faccio l’uomo duro e coraggioso quando sono solo un povero codardo che s’impietosisce immediatamente?
“No, come al solito travisi il significato di ciò che ti dico. Una volta il tuo cuore comandava e la tua mente sempre pronta a sua disposizione, eseguiva. Ora la tua mente fa tutto da sola: lei decide come tu debba essere; ogni tanto il tuo cuore tenta di combattere ma non ce la fa e si sta inaridendo perché tu lo permetti!”
Io? Io mi sto inaridendo il cuore? Ma dico, ti prendi anche beffe di me?
Dopo tutte le volte in cui ho rinunciato solo per il bene delle altre persone? Dopo che me la sono, letteralmente, presa in quel posto per restituire sorrisi a persone che talvolta manco lo meritavano? Dopo una vita in cui ho anteposto gli altri, mi vieni a dire che sono arido e vuoto?
“ALT! Non ho mai detto che tu sia arido e tanto meno che tu sia vuoto. Sto cercando di farti capire che dopo tanto donare non hai avuto più niente nel cuore; anch’egli è come una macchina. Hai fatto chilometri e chilometri senza mai mettere un goccio di benzina; ma come puoi pensare di avere ancora qualcosa da dare che venga dal cuore?”
“Si, è vero, dai ancora molto ma perché trasformi altre energie nella benzina del cuore!”
Si, il cibo, il lavoro e le estemmie!!!
“Sei sempre più arrogante e idiota!. Ti sto dicendo che tutta l’energia che ricevi dalle persone amiche che ti vogliono bene e tutte le soddisfazioni che ricavi dal fare il martire non è benzina, è miscela e anche molto ricca ma non è benzina!”
Capisco, tu ti riferisci ad una donna. Secondo te è sufficiente che cerchi una donna, la sposi ed ecco fatto il pieno, magari anche con i bollini per il set di valigie, ma va là!
“Continua a fare lo spiritoso!”
“Ti sto parlando di quella donna, non di una qualsiasi.”
“Ti sto parlando della madre dei tuoi
figli, della donna tra le cui braccia potrai gioire e piangere, della donna per cui le tue braccia saranno conforto, amore e sicurezza.”
Parlare è facile, come se quella donna fosse dietro l’angolo…
“Ascoltami!”
Non so, forse hai ragione ma…
“Ascoltami!”
Guarda, io…
“ASCOLTAMI!”
“Ascoltami come facevi da piccolo, quando ti guardavi allo specchio e senza vergognarti mi parlavi ad alta voce. Te lo ricordi?”
Si, me lo ricordo; eri la persona che amavo di più. Ti ho sempre amato, anche quando ho smesso di parlarti davanti ad uno specchio guardandomi negli occhi; sei stato il mio compagno di giochi, il mio eroe, il mio campione, la mamma che ho perso e l’amico che non ho più.
Sei stato angelo custode e demone vendicatore e sei sempre stato ad ascoltarmi, pronto a consigliarmi senza interessi perché, beh, perché tu sei la parte migliore di me: sei quello che nascondo più intimamente, sei occultato da una corazza di cinismo, perché gli altri così mi vogliono!
“No, caro io, non sono gli altri. Sei tu stesso che hai deciso cosa gli altri dovessero vedere, solo perché della tua
parte migliore te ne vergogni. Non è in linea con l’educazione che hai ricevuto e nel contrasto ha vinto la mente sul cuore.”
Mi stai dicendo che sono troppo intelligente?
“No, che hai lasciato la mente libera di comandare.”
“Vedila un po’ come la gestione di un regno: alla tirannide della mente deve essere affiancata la tolleranza del cuore. ”
“Molti lo chiamano equilibrio, io lo definisco essere se stessi in modo completo e maturo!”
Io, scusa se te lo chiedo, ma mi terresti per mano? Ho paura di trovare il cuore troppo vuoto per affrontare da solo questo cammino!
"Già lo sto facendo: parlarci significa tenersi per mano, darsi fiducia ed illuminare il buio che nasconde la strada."

 
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ciao, da Pajasso
 
Molte persone entrano nella tua vita,
ma solo i veri amici lasciano le proprie orme
nel tuo cuore.
 

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