Racconti

E POI?


. . .    s e g u e  . . .“Non sono triste”, proseguo “ma continuo a trovare sempre più persone che non sanno nemmeno di averlo quel paniere ed a furia di metterci qualcosa, svuoto troppo rapidamente il mio.”“Sempre meno persone con qualcosa da raccontare e sempre più persone che vogliono il pane già cotto” rivolto più a me stesso che a lei, sdraio la schiena sulla morbida sabbia e scrutando il cielo continuo a parlare: “Non capiscono che nulla nasce per caso e che nulla è frutto della fortuna, coincidenza. Non sono disposti ad accettare che tutto è invece frutto di ciò che si semina e dell’amore con cui se ne prende cura. Quel pane di emozione con cui nutrirsi e nutrire è un piccolo seme che coltivato con amore germoglierà e fiorirà in una nuova spiga con cui poter fare altro pane.”“Prova a sdraiarti come me ad osservare il cielo. Molti lo fanno ma continuano ad inseguire le loro preoccupazioni gravi o meno che siano. Non si preoccupano di controllare se hanno messo un seme nel paniere, se sta crescendo e cosa stia diventando. Non riescono ad osservare il cielo scorgendovi volti fanciulleschi che ridono nei loro infantili giochi, non riescono a percepire la tenerezza nel volto di un uomo che ama, non danno peso alla lacrima di una donna, non vedono quella vecchietta che ha bisogno di essere tenuta per mano negli ultimi anni che le rimangono. No, non scorgono nulla di questo nel cielo. Oh certo lo possono vedere se incontrano quelle persone ma non riescono a sentirlo nell’aria, eppure c’è e chiunque lo può sentire!” Termino quasi arrabbiato e vedendo che, sdraiata, stai ad occhi chiusi, mi chiedo se non sono io ad essere ormai anacronistico.Mi tiro su a sedere per guardare di nuovo il mare con la sua implicita manifestazione di forza e possenza ed il cielo con la sua inesauribile sensazione di pace.“Ho il timore che aprendo gli occhi, sparisca tutto” lo dici con un filo di voce e la tua espressione risponde per te. Non la puoi vedere, tu no ma io, compiaciuto, sì!“Cosa vedi tra le palpebre chiuse, cara sconosciuta?”“Non vedo nulla di preciso, soltanto tanto amore. Profondo, passionale, sconvolgente Amore”Lascio che la risata liberatoria sgorghi come una fontana e tu aprendo gli occhi mi guardi chiedendoti se ti prendo in giro. Ti accarezzo il volto con lo sguardo e ti invito ora ad osservare il mare. “Cosa ci vedi?” ti chiedo in un sussurro.Rimani solo qualche secondo ad osservare la distesa blu, poi senza distogliere dalle onde lo sguardo, quasi in trance cominci a parlare.“Vedo gli occhi preoccupati di una donna che aspetta il rientro in barca del suo uomo. Vedo un uomo che lavora tirando su le reti, chiedendosi se ci sarà abbastanza pesce da vendere per pagare la retta universitaria del figlio affinché non debba fare la sua vita”Di colpo sorridi e sempre guardando il mare prosegui: “vedo tanti volti, alcuni tristi ed altri gioiosi, ma soprattutto sento i loro respiri, le loro emozioni”Alzi il volto verso il cielo e serena mormori: “il cielo vibra di amore, basta solo osservarlo! Ora capisco. Non sei triste , sei solo venuto a raccogliere un po’ di semi per il tuo paniere!”Ti volti raggiante a guardarmi, mi spieghi che non ti sei mai sentita così bene, così carica e allungano la mano per salutarmi, mi ringrazi per averti fatto vedere che non sempre è quello che si vede. Mi osservi ancora un istante e poi ti incammini verso il tuo destino.Sorrido del tuo grazie, sorrido perchè non ero qua a riempire il mio di paniere ma in attesa di te che ormai sapevi solo mettere nuovi pani ma non semi nel tuo paniere d’amore.Alzo lo sguardo al cielo ed osservo il gabbiano che tornato, si libra nel cielo regalandomi la sua libertà.“Grazie” dico di cuore al cielo, “grazie per moltiplicare i semi nel mio paniere lasciando che sia io a curarli per metterli di nascosto nel paniere di chi ha bisogno”.Saluto anche il mare, mio eterno complice e m’incammino verso quel nuovo vuoto d’amore che percepisco nell’aria.