Messaggi di Febbraio 2007

IL PITTORE

Post n°8 pubblicato il 17 Febbraio 2007 da pajasso
 
Foto di pajasso

In un luogo remoto, lontano dal tempo e dallo spazio, l’uomo se
ne sta in piedi osservando la tela sul cavalletto: una tela completamente blu
scuro, in cui compaiono solo piccoli punti chiari leggermente sbavati. Osserva
e pensa come la notte sia lunga; poi voltandosi e vedendo lo spettacolo di
colori che si presentava ai suoi occhi, decide di sedersi davanti al cavalletto
e prendere i pennelli in mano.
Pennelli, tavolozza, colori e l’odore dell’acquaragia sono il
mondo di quest’uomo. Rappresentano lo scopo della sua vita.
Comincia a preparare il primo colore: un blu tendente al viola e appena pronto, intinto il pennello, traccia delle leggere pennellate
sulla parte più bassa della tela. Il pittore non usa banali pitture bensì colori che fabbrica egli
stesso; colori con una peculiarità: asciugano rapidamente e sono magici; così,
mentre prepara la tinta successiva da usare, la precedente si è già asciugata.
Qualche penellata dal basso fino a metà tela ed è pronto per
pennellare con un viola tendente al rosso, la parte più bassa, coprendo il colore precedente.
Poco per volta, il blu-viola giunge fino alla parte più
alta della tela e, via via scendendo verso il basso, si perde in sfumature
passando per il rosso ed il giallo, fino a diventare un celeste molto chiaro. A
quel punto, non avendo altri colori, continua a sovrapporre agli altri colori
il celeste e, pennellata dopo pennellata, la tela diventa completamente
celeste. L’uomo assorto nei propri pensieri si pulisce le mani dalla
pittura ormai secca con l’acquaragia, poi rimane lì, assorto, ad osservare la
sua opera.
Passano le ore e lui, immutabile come il tempo, rimane lì
contemplando alternativamente la tela celeste ed il paesaggio ricco di mille
colori che lo attornia. Osserva e riflette, chiedendosi se mai avrebbe potuto e
saputo, dipingere qualcosa d’altro. L’incantevole paesaggio ad esempio.
Vorrebbe tanto farlo o, almeno, provarci. Più d’ogni altra cosa egli vuole regalare le emozioni che lui stesso
prova, ma il suo compito è un altro e lui da immemore tempo lo realizza con
incredibile puntualità, tanto da essere estremamente prevedibile.
Con il passare delle ore, però si stanca di questa tela azzurra
che pare non comunicare nulla, quindi preso in mano uno straccio pulito ed
imbevutolo di acquaragia, comincia lentamente a togliere la pittura celeste
dall’alto, scendendo verso il fondo della tela e piano piano, ad ogni passata
dello straccio, compaiono tutte le pennellate sovrapposte.
La tela poco per volta dall’immobile celeste diventa una gioia
di colori che partendo dal blu-viola in alto, scemano verso il basso in un velo
di rosso. Imperterrito il pittore cancella ogni traccia di pittura fino a
quando la tela torna ad essere completamente blu scuro, a parte pochi piccoli
punti chiari leggermente sbavati.
L’uomo alzandosi, inclina leggermente la testa, osserva la
tela e si accorge con piacere che il pallore del suo viso stanco si riflette
sulla tela scura disegnando un chiaro ovale. Il pittore sospira e rimane lì ad osservare la tela scura.
É incredibile da quanto tempo l’uomo ridipinge il quadro per
cancellarlo successivamente. Alle volte dopo qualche breve momento alle volte
solo dopo averlo osservato a lungo. É stpefacente come non si stanchi mai di ripetere gli stessi
gesti innumerevoli volte, variando solo leggermente i tempi e le tinte usate. É straordinario come rimanga ad osservare il suo viso riflesso nel
buio della tela, voltando solo leggermente il capo, divertendosi a scoprire
come l’ovale cambi forma diventando una falce e di come, dipinto dopo dipinto,
allontanandosi o avvicinandosi, l’ovale diventi più o meno luminoso e più o
meno rotondo.
In un altro tempo, in un altro luogo, un altro uomo sta
accovacciato sulla sabbia. Fa freddo come sempre nelle prime ore del mattino,
quelle che precedono l’alba, ma deve mantenere una promessa fatta al figlio:
rimanere insieme dall'alba al tramonto. Dal buongiorno del sole quando,
svegliandosi, nasce dal ventre della notte alla buonanotte del sole, quando stanco di essere stato tutto il giorno lassù appeso nel cielo, si corica
nascondendosi nel tranquillo buio della notte.
Seduto sulle sue gambe, tenuto stretto tra le braccia dell’uomo,
il figlioletto osserva le stelle ed indicandole, ne cita i nomi, ripetendo le
storie che il padre gli ha raccontato su ognuna di esse. Poi il padre gli pone un dito sulle labbra per suggerirgli di
stare in silenzio, ed accogliere il primo chiarore che nasce all’orizzonte. Il bimbo rimanendo in silenzio guarda le stelle scomparire ad
una ad una cancellate dal chiarore che prepotente si sporge dal mare scuro.
Incantati, in silenzio osservano il cielo accendersi dei colori
che la notte nasconde abilmente, fino a quando il sole, staccandosi dal mare,
pare stiracchiarsi pronto per una nuova giornata. Il pomeriggio, vede nuovamente l’uomo ed il suo bimbo, seduti
sulla spiaggia.
Il sole quasi capendo che i due spettatori attendono il suo
spettacolo, s’imbarazza diventando tutto rosso e timido com’è, comincia a
cercare un posto dove nascondersi, un posto dove gli occhi incuriositi del
bimbo non possano scrutarlo. Spostandosi comincia a scendere dal cielo verso il
mare. Il bambino stupito osserva questa lenta discesa pensando a come sembra
che il sole si trascini appresso un mantello scuro con cui nascondere il cielo.
Chissà, si chiede, se lo fa perché è geloso del cielo o perché vuol regalarci
lo splendore delle stelle.
Il bimbo sospira e voltandosi verso il padre, gli chiede se
adesso può raccontargli la storia del sole.
L’uomo, dopo aver riconosciuto negli occhi desiderosi ed
impazienti del piccolo, le stesse emozioni che si agitavano in lui, quando in
braccio al proprio padre ascoltava rapito la voce che gli raccontava le magie
del cielo, respira profondamente e con tutto l’amore che prova per quella piccola
creatura, gli racconta che lontano, in un posto senza tempo e senza spazio, c’è
un uomo che con i pennelli, giorno dopo giorno, ripete un’instancabile magia. È
chiamato il pittore del cielo, vive solo dell’amore di cui il cielo si riempie
e che lui raccoglie per fabbricare i colori con cui ridipingerlo.
Ogni giorno, eterno ed instancabile come l’amore che provo per te, mio piccolo
cucciolo d’uomo.

 
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