Racconti

parte II

A cosa non m’arrendo? All’idea di essere morto? Ti sbagli, replico in modo quasi aggressivo ma il mio sconforto aumenta quando, dopo le mie parole, il volto si
apre in una risata sorniona. Comincio ad arrabbiarmi perchè mi sento preso in giro e questa forma, questo volto o qualunque cosa sia, sembra approfitti del potere che esercita sulla mia
mente e giochi con la mia impotenza.
“Impotente solo perché non ti accetti!”
Un silenzio profondo scende tra noi, ma mi accorgo che è un
silenzio a senso unico: “lui” mi legge nel pensiero.
“No, solamente nel tuo cuore; la tua mente, per come la
concepisci tu, non serve a nulla e quella che tu consideri mente o intelligenza,
noi la chiamiamo coscienza, cuore ecc.”
Chi sei? Anzi chi siete, visto che parli di "noi"? la domanda è spontanea ma istintivamente so già che non avrò la risposta che
cerco; infatti guardandomi mi dice di non essere nessuno pur essendo colui che
amo di più.
Sei Dio? Lo pronuncio sottovoce quasi che fosse una bestemmia.
“Se tu uomo ti consideri tale, ebbene si sono Dio, ma se tu
uomo non ti consideri Dio, ebbene non lo sono neanche io”
Parole enigmatiche, che se pronunciate da un essere normale
farebbero sospettare una pazzia e nemmeno latente, mentre dette da lui riuscivo ad
accettarle.
Ma sono morto? Non capisco più niente! Sono morto o no?
“È morto solamente il vecchio Giorgio anche se il nuovo è restio a
riconoscersi! Ma quello che tu ti chiedi non è riferito allo spirito. Tu vuoi
sapere se il tuo corpo è ancora vivo!”
Forse ti sembra una richiesta da poco, ma non è così per me. Questa è l’unica forma di vita che conosco, nella tua grandezza parrà ridicolo ma, scusa, per me è estremamente importante.
“Se ti dicessi che puoi accedere ad un livello decisamente
superiore ma abbondando il tuo corpo, oppure che potresti tornare al momento in
cui ti stavi addormentando senza ricordare nulla di tutto ciò, cosa decideresti?”
La tentazione è forte. Non è da poco quello che mi proponi, ma temo che sceglierei di tornare indietro.
“Perché?”
Perché vivere è bello e fino a quando la vita mi regalerà
emozioni, beh, desidero farlo fino in fondo. Inoltre so cosa significa perdere qualcuno e cosa vuoi che ti dica,
ci sono persone cui non posso dare questo dolore, almeno non volontariamente.
“E se ti dicessi che potresti essere più utile a loro nella
nuova condizione?”
Vedo che non esiti a giocare sporco; scusa eh, ma sei una carogna. Questi sono vili ricatti morali, mi chiedi di decidere se sono più importante io o loro. Ho sempre pensato che
avrei dovuto trovarmi in una tragica situazione per prendere una decisione
simile e questa non è una situazione tragica, anzi mi offri addirittura la possibilità di
tornare indietro.
“Per te esiste solo la vita e la morte vero?”
Non so; forse c’è dell’altro, anzi senza forse. Non so però se
sono pronto e disposto a sapere cosa possa esserci oltre alla morte; poi c'è un'altra questione: non può e non
deve essere una decisione nelle mie mani, come non deve esserlo nelle mani di
chiunque altro direttamente coinvolto.
“Hai mai privato qualcuno della vita?”
Mi leggi nel cuore! La tua è una domanda insulsa e fuori luogo perchè
lo sai meglio di me!
“Perché dici che nessuno deve decidere quando la vita deve terminare?”
Non è quello che ho detto. Reputo che ognuno sia libero di fare quello che vuole, compreso privarsi della vita. Io intendo dire che non si può chiedere a qualcuno se vuole vivere o morire, è assurdo! Significa dare la possibilità di riflettere attentamente al suicidio e nel caso uno non sia perfettamente in equilibrio, ecco che una decisione irrevocabile e fatale, è presa per i motivi sbagliati.