Messaggi del 05/03/2007

IL MEDICO

Post n°11 pubblicato il 05 Marzo 2007 da pajasso
 
Foto di pajasso

È buio nella mia mente.
Le stesse tenebre che mi avvolgono immerso nel bosco, mi
sommergono la mente.
Non è sempre stato così. Una volta ero un uomo felice, la vita
mi aveva dato ricche soddisfazioni, professionalmente e soprattutto sentimentalmente. Agli occhi del mondo ero il signor nessuno, ma a quelli della
mia famiglia, di amici e colleghi ero unico, amato, stimato e ricercato.
Svolgevo una professione normalissima, il medico, ma in un
ambiente particolare. Ero un medico d’emergenza, la mia prestazione si
realizzava nel pronto soccorso, sulle strade, ovunque avvenissero incidenti.
Facevo, anche se più correttamente dovrei dire “faccio”, il traumatologo. Ho
restituito il sorriso a tante persone, ho confermato le lacrime di altri. Ho
sempre ritenuto che in tutte le guerre ci siano battaglie che si vincono ed
altre che si perdono. In tutte le guerre e quella che combattevo non era
esclusa da questa inesorabile regola.
Battaglie, battaglie! -urla la testa- non la guerra. Non tutta
la maledetta fottuta guerra.
Tutto è cominciato, anzi, tutto è finito quando tu mi hai
avvicinato. Oh, sapevi bene dove fare leva, sapevi benissimo che ero un
maledetto stupido ingenuo sentimentale. Ecco perché mi hai fatto vedere tutte quelle
foto. Mi hai spiegato chi eravate, ti sei dilungato nel farmi capire che
eravate la punta della lancia di ogni intervento umanitario. Mi hai descritto
le caratteristiche di ogni componente, eccetto il medico. Lui vi mancava! Ti
sei quasi divertito a raccontarmi le peripezie nella ricerca d’informazioni;
quanto fosse incredibile il vostro stupore quando avete esaminato il mio
fascicolo: preparazione ottima, esperienze eccellenti, rapporti sociali e umani
eccezionali. Non un neo in quel fascicolo, salvo la mia indisponibilità a
catapultarmi nel mezzo di giungle verdi o d’asfalto che fossero. Amavo
l’equilibrio che avevo raggiunto, in particolare quello psicologico.
Abbiamo serenamente discusso come persone adulte e mature, hai
provato in tutti i modi a convincermi ma la mia famiglia era un legame troppo
forte, troppo importante. Un legame irrinunciabile. Hai sorriso, mormorando: “peccato!” ed io ti ho anche compatito
rassicurandoti che avresti trovato qualcun’altro e pure migliore di me.
Ti ho lasciato così e per strada, tornando a casa, pensandoo a tutti gli stupidi
racconti di spionaggio in cui il signor nessuno, diventato improvvisamente
fondamentale per la salvezza del mondo, era costretto, con il ricatto ad adeguarsi
al nuovo ruolo.
Illuso, stupido illuso!
Queste sono le beffarde parole che mi tuonano in testa. Come ho potuto pensare
che mi potessero raccontare tutto quello che facevano, tutti gli aspetti poco
legali della loro attività. Come ho potuto pensare che non fossero convinti
alla fine della mia capitolazione, come ho potuto escludere la loro certezza di
una mia adesione.
Non riesco a capire se quelle che sento sulle guance sono gocce
di pioggia o lacrime. Forse sono lacrime del Dio in cui non credo più. Anche
Lui ha perso molto.
Sono passati tre anni da quando mi sono unito a voi. Tre anni
d’inferno. Balcani, Nicaragua, Sri Lanka, Ruanda, Darfur, Cecenia ed altri. Se l’uomo ha uno
sfintere solo, il mondo ne produce di continui e contemporanei. In tre anni ho
cucito e ricucito le stesse ferite alle stesse persone. In tre anni ho chiuso
molte paia di occhi per l’ultima volta. In tre anni sono morto pezzo per pezzo.
Per tre anni ho venduto la mia anima al miglior offerente, ho visto incubi
divenire realtà, ho visto sogni spegnersi definitivamente negli occhi di
uomini, donne e bambini. Per tre anni ho convissuto, approvando tacitamente con
il mio silenzio, macabri giochi di potere.
È stato quello sciocco commento a cambiare tutto: “Se non si
convince basta seccargli qualcuno!”. Non stava parlando un mafioso. Non era un
delinquente che parlava di guerre tra bande. Era un militare. Un uomo preposto
all’ordine ed alla pace. Un uomo pronto ad uccidere per necessità, non per
gusto o mero interesse.
Uno sciocco commento che si è trasformato in un tarlo. Un tarlo
che mi ha divorato la mente fino a quando ho cercato conferme o smentite a
quanto mi assillava. Un tarlo zittito dalla conferma che il mio primo rifiuto ad
entrare in questa organizzazione era stata la condanna della mia famiglia.
Hanno fatto scomparire la mia famiglia in un fungo arancione
davanti alla scuola di mia figlia. L’hanno fatto con abilità, facendolo passare
per un attentato terroristico all’ambasciata davanti alla scuola. È stato così naturale, rimasto solo, distrutto dal dolore,
annientato dal silenzio del mio cuore, abbracciare una causa che lottasse
contro i terroristi di tutto il mondo; una sorta di giustizia nel vacuo
tentativo di placare il tormento di convivere con il mio dolore. Il tarlo del dubbio ha lasciato il posto al gelido silenzio
delle tenebre di una tragica certezza.
Ora le tenebre che mi sommergono la mente sono amiche e sono le
stesse che mi rendono invisibile sotto questi alberi. Tenebre che si riflettono negli occhi duri spietati e decisi,
occhi in cui si può però scorgere un bagliore: è il riflesso dell’intensificatore di luce del mirino
telescopico di un fucile di precisione. Un fucile da cecchino.
Il crocicchio scorre lentamente alla radice del tuo naso mentre
chino, leggi queste righe. Ti ho scritto per spiegarti perché sono morti i tuoi
cari, i tuoi amici, i tuoi “amati colleghi di lavoro” e tu, tu non hai
resistito a tornare qua dove ci siamo incontrati la prima volta, non hai
resistito a leggere queste righe.
“Peccato” mormoro e mentre ti volti a guardare verso la finestra
che dà sul bosco, tiro il grilletto.
Ho perso la guerra, una guerra senza vincitori, una guerra in
cui tutti abbiamo perso. Io ho ritrovato un uomo, in grado di rimettere i
panni di cittadino al servizio degli altri, pronto ad ingaggiare una nuova e
più leale guerra, pronto ad espiare le sue colpe.
Ho ritrovato l'uomo; l'ho ritrovato anche se i denti dell'angoscia continuano a mordermi l'anima.

 
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ciao, da Pajasso
 
Molte persone entrano nella tua vita,
ma solo i veri amici lasciano le proprie orme
nel tuo cuore.
 

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