Ti Racconto

UN AMORE, UNA STORIA - parte 1


In ogni casa esistono piccoli o grandi segreti, mai svelati, spesso conservati proprio in una soffitta. Pensava questo Giulia accingendosi a sistemare la soffitta della casa di famiglia, un palazzo dei primi del '900 che aveva ospitato cene di politici e i personaggi più alti in grado delle milizie fasciste. Ceramiche antiche, suppellettili, sedie e quadri impolverati, stazionavano indisturbati da decenni. Le sembrava quasi un'invasione, ma doveva provvedere personalmente. Erano i “tesori” di famiglia e presto quell'abitazione non lo sarebbe più stata, ceduta ai bisogni della modernità. Il suo valore storico sarebbe stato esposto al godimento degli ospiti del bed&breakfast, quello che presto sarebbe diventato grazie all'iniziativa della nuova proprietà. Aveva già selezionato gran parte delle cose che c'erano, quando, al di sotto di un tappeto orientale il cui antico fasto era solo un ricordo impolverato, scoprì un baule. Era chiuso con un lucchetto che non fece fatica ad aprire facendo leva con un pezzo di legno. Vi trovò lenzuola di lino con i bordi ricamati, sottovesti leggere di seta, fazzoletti delicatissimi con le iniziali ricamate: il corredo completo di una giovane sposa del passato. “Chissà come mai è ancora tutto qui, intatto?” si chiese Giulia. Scavò nel fondo cercando di capire cosa ci fosse al di sotto e trovò, legate da un nastro chiuso con un fiocco, un pacco di lettere su carta pergamenata e ingiallita dal tempo. Diede un rapido sguardo e notò che erano state spedite e ricevute dalla stessa persona, come se ad un certo punto mittente e destinatario si fossero incontrati consegnando ad uno solo dei due tutta la corrispondenza. La grafia aveva i movimenti tipici dell'uso del pennino e capì di essersi imbattuta in un vero e proprio tesoro:il segreto di sua nonna Cecilia. Ne prese una a caso e cominciò a leggere.20 aprile 1940Cara Leda,non so dirti l'emozione che mi ha procurato leggerti. Dopo il nostro ultimo incontro non speravo in questa tua, anche se lo avevi promesso ed ho letto nei tuoi occhi il vero mentre lo dicevi e le lacrime ti solcavano il viso, regalandoti un rossore pieno di vitalità e passione. Leda, amore mio, credevo che ti avrebbero impedito di scrivermi, che la paura ed il tuo dovere di madre avrebbero preso il sopravvento. Ho errato anche solo a pensarlo, ora lo so. Questo tuo invito, ora, giunge come il dono più grande ricevuto nella mia vita. Mia bellissima Leda, sai amarmi come nessun altro essere al mondo ha mai saputo fare. Prima di incontrarti vagavo in cerca di me, inconsapevole di cosa cercassi. Tu, mia amatissima, hai saputo indicarmi la strada. Non passa giorno, ora, attimo in cui non pensi a te. Ho ancora su di me il sapore della tua pelle, mi sembra di continuare a toccarla, morbida, vellutata, passiva al mio contatto. Leda ho ancora bisogno di te, del tuo calore, delle tue labbra avide sul mio corpo, del piacere dolce e violento assieme, con cui hai inondato le mie membra.Leda, ti sogno tutte le notti esogno di te e me, insieme, felici nel nostro amore speciale che nessuno potrà mai capire.A volte temo di parlare nel sonno, che qualcuno mi ascolti. Temo di urlare il tuo nome sul finire del sogno, mentre ti vedo scomparire e ti tendo la mano per tenerti a me. Poi mi desto sudata e affannata e mi guardo intorno, ma tu non sei lì con me. Tu sai, condividi il mio tormento. Ci sono giorni, mia cara, in cui la mia anima mi pone davanti a dei dubbi e allora cado nello sconforto, cercando risposte a cui la mia mente non sa rispondere. E' innaturale, mi dico, e non è giusto che un amore così grande possa essere interpretato come il segno del demonio. Ed ogni volta che ci penso, mi sforzo di rivedere il tuo viso. Se solo tu fossi qui con me, tutto sarebbe più facile, ma basta il pensiero di te, credimi, per fugare ogni dubbio, perché tu sei la mia forza, il mio sostegno. Ebbene, che sia del demonio se deve esserlo, ma io ti amo Leda, di un amore profondo e sincero di cui l'uomo o Dio non osi dubitare.Ma dobbiamo comunque essere prudenti, perché non si tratta solo di noi due ed io non potrei sopportare l'idea di perdere quanto più amo al mondo per una leggerezza, una dimenticanza, una stupida sciocchezza. Mio Dio! Scrivo lasciando accavallare i pensieri per l'emozione, sicuramente confondendoti e dimentico di dirti quanto di più importante per il nostro incontro. Mio marito è partito per Roma stamane molto presto. Aveva un'aria preoccupata, mi ha accennato a qualcosa che aveva a che fare con il nostro futuro, ma non gli ho dato molto peso, non aspettavo altro che se ne andasse per scriverti. Gli ho accennato appena della mia intenzione di partire per visitare la Permanente di Milano, così gli ho detto, e lui non si è mostrato molto convinto, ma sono certa che riuscirò a convincerlo al suo ritorno. Non vedo l'ora di rivederti vita mia. Sto già organizzando il tutto in casa per la mia assenza ed ho chiesto a Sara, la mia fidata cameriera, di accompagnarmi.  Per lei tu sei la mia migliore amica ed è il vero in fondo, sei anche questo per me. Verremo con la mia auto ed ho già disposto che sarò io a guidarla. Non temere, non importa se sarà un lungo viaggio, non voglio altri intorno. Sono certa che la tua casa di campagna possa diventare per noi il nostro nido d'amore, il nostro rifugio, il luogo dei ricordi che mi accompagneranno per tutto il tempo in cui saremo lontane. Vedi mio amore? Già penso a quando dovrò lasciarti, perchè temo quel momento. A presto anima mia. Tua, Cecilia