Ti Racconto

UN AMORE, UNA STORIA - Fine (?)


Giulia cercò avidamente la lettera successiva. Quell'incontro doveva aver sconvolto gli equilibri di quell'amicizia forte ed al contempo ambigua tra due donne che vivevano entrambe una situazione ed un momento storico non facile, perché la prima lettera fu di Leda, inviata a Cecilia solo mesi dopo. 20 febbraio 1940Cecilia, carati prego, ti supplico, scrivimi. Dimmi parole terribili, maltrattami, feriscimi, se riesci più di quanto non abbia fatto a te, ma questo silenzio non mi fa respirare, non riesco a vivere. Tu sei per me il mio unico riferimento, la mia unica ragione di vita e non posso sopportare l'idea di perderti. Da quando ti ho conosciuta la mia esistenza ha assunto un nuovo significato e l'unica cosa che mi dà la forza di andare avanti è l'attesa di una tua lettera, di un cenno del tuo affetto.Io ho sbagliato, mia cara, lo so. Ho ceduto ad un tuo momento di debolezza e ho lasciato che i sensi mi sopraffacessero, ma poterti abbracciare, accarezzare, stringerti a me in quel momento di totale tua vulnerabilità non è stato per prevaricarti, ma per proteggerti e consolarti. Tu hai donato a me i tuoi segreti, ma io non sono stata altrettanto sincera. Ho sempre temuto che tu non potessi capire, che mi avresti giudicata e allontanata. Ti ho amata dal primo momento che ti ho vista. Ti ho amata in segreto, in silenzio, celando la mia reale inclinazione così come faccio da anni, vergognandomi di ciò che sento di essere, ma che non potrò mai essere. Averti così vicina e bisognosa di affetto, ha liberato i miei timori e non ho desiderato altro che dare a te quell'amore che meriti attraverso il mio. Devi credermi, non volevo farti del male, non volevo sconvolgere la tua vita già così terribile al fianco di un uomo crudele. Non voglio perderti Cecilia, ma ti chiedo solo, prima di allontanarmi da te, prima di odiarmi per sempre, di scrivermi. Perdonami se puoiLedaA seguire solo poche righe di risposta, gelide come il marmo.7 marzo 1940Leda, mia dolcissima Leda, lasciami del tempo. Ho bisogno di riflettere. Ti chiedo di lasciarmi il tempo di capire. Mi farò viva io, non dubitarne. Non rimarrò nel silenzio e non lascerò te nell'oscurità.Ceciliapoi ancora un semplicissimo telegramma20 marzo 1940Sarò a Milano solito posto il 22 marzo STOP CeciliaGiulia si lasciò andare. Tutto ciò che avvenne o non avvenne durante il loro incontro si intuiva dalla prima lettera che aveva letto e che era anche l'ultima di quel periodo. Probabilmente si erano chiarite ed avevano dato libero sfogo al loro amore, ritrovandosi non solo nel corpo, ma anche nell'anima. Le uniche altre comunicazioni scritte tra la nonna e Leda furono il telegramma attraverso il quale Leda era stata avvisata della morte del nonno e qualche cartolina: Parigi, Istanbul, Praga inviate dopo la fine della guerra. Il telegramma conteneva in sé tutta la rabbia di una donna che finalmente era stata liberata da un incubo.6 agosto 1941 Lupo cattivo morto STOP Cappuccetto Rosso finalmente libera STOP Felice STOPMa perchè nonna Cecilia aveva conservato tutte le loro lettere? Chi era Leda? Cosa avvenne dopo, per tutto il tempo della guerra? Non ricordava nulla a proposito di una donna con questo nome nella sua infanzia, per cui avevano smesso di frequentarsi o anche solo di avere contatti. Perchè? Forse sua madre ricordava poteva ricordare qualcosa di più su questo nome. Giulia sentiva che non poteva fermarsi alla semplice lettura di poche lettere nascoste in un vecchio baule. Doveva esserci di più perchè quella storia non rimanesse solo un momento di debolezza, ma una storia d'amore. E Giulia voleva e sentiva fortemente che lo fosse.