Creato da raffaella.nasto il 09/02/2011

RaffArt

arte e cultura

 

 

Joan Mirò e la poetica del surreale

Post n°18 pubblicato il 23 Marzo 2011 da raffaella.nasto

 Buongiorno a tutti, carissimi amici. Oggi parleremo di Joan Mirò, nato a Barcellona nel 1893, figlio di un orefice e nipote di un ebanista. Cominciò a disegnare all'età di 8 anni. Poi entrò nel 1912 alla Scuola d'Arte di Barcellona, ove scoprì il Fauvismo.

I suoi primi lavori furono esposti alla locale Galleria Dalman. L'anno dopo si recò a Parigi ove conobbe il connazionale Picasso e, soprattutto, il circolo Dadaista di Tristan Tzara da cui sarà maggiormente influenzato. La sua pittura già in quel periodo appariva decisamente originale, caratterizzata da un realismo trasformato dall'accentuazione o dall'aggiunta di numerosi dettagli che conferiscono alle sue opere come " La fattoria " ( 1922 ), un aspetto quasi allucinatorio.

 
 
 

Warhol, la fine del percorso

Post n°17 pubblicato il 22 Marzo 2011 da raffaella.nasto

 Buongiorno a tutti. Ecco di nuovo un ultimo articolo sul nostro Andy Warhol.

Andy ebbe comunque una grande influenza sulla cultura americana dell'epoca, ma anche al di fuori degli States stessi. Egli scrisse: " Il problema con i classicisti è che quando guardano un albero non vedono altro e disegnano un albero ".

Quest'affermazione la dice lunga sul suo modo controcorrente di concepire l'Arte e il

" fare Arte "  e Warhol altro non poteva essere che un anti-classicista tout court.

Prossimamente affronteremo il " problema del classicismo " proposto da Warhol.

Tornando brevemente alla biografia di Warhol, fu amico dello scrittore Truman Capote. Anche il regista Oliver Stone citò Andy Warhol nel film " The doors ", dedicandogli 2 minuti di pellicola in una scena in cui incontra Jim Morrison ad una festa.

Le sue opere sono esposte nei maggiori musei di tutto il mondo, fra cui: Museo d'Arte contemporanea " Donnaregina " di Napoli, Gallerie Nazionali di Capodimonte sempre a Napoli, Andy Warhol Museum di Pittsburgh, Tate Gallery di Londra, Museum of Modern Art di New York e Metropolitan Museum of Art sempre a New York, Stati Uniti.

Morì a New York il 22 febbraio 1987.

 
 
 

Warhol 2

Post n°16 pubblicato il 20 Marzo 2011 da raffaella.nasto

 Il nostro Andy dichiarava spesso che i prodotti di massa rappresentano la " democrazia sociale " e come tali devono essere riconosciuti, dunque sia i più ricchi come Jimmy Carter o Liz Taylor possono bere la stessa Coca cola che beve il più indigente e sconosciuto.

Il poliedrico Warhol ha sperimentato varie forme d'Arte, fra cui la scultura, creando alcune opere che riproponevano in tre dimensioni alcuni suoi lavori serigrafici più celebri come per esempio scatole di detersivo " Brillo " e altri prodotti in scatola.

Inoltre ha fatto altre incursioni nel campo cinematografico, producendo alcuni lungometraggi e films e nella musica, sostenendo gruppi come i " Velvet Underground " e Lou Reed. Per esempio in " Lonesome Cowboys " è un film che ritrae la cultura gay newyorkese dell'epoca, censurato insieme a " Blow Job " in cui una telecamera filmava per 35 minuti il volto di un uomo che riceveva una fellatio ( naturalmente questi 2 lavori sono stati censurati subito e distribuiti solo con il passaparola ).

Fondò la " Factory ", un luogo in cui giovani artisti newyorkesi potevano ritrovarsi in uno spazio collettivo per creare e qui sono passati pittori come Basquiat e Keith Haring. Il 3 giugno 1968, Valerie Solanas, artista che frequentava la Factory, sparò ad Andy Warhol e al suo compagno di allora, Mario Amaya. Entrambi sopravvissero all'accaduto, ma da allora Warhol, che riportò comunque gravi ferite, ridusse drasticamente le sue uscite pubbliche.

Ancora Andy si cimentò nel cinema, girando films di stile " minimalista " dai titoli " Sleep, Kiss, Eat, Empire ", tutti del 1963-1964 e mostrano azioni ripetute nel tempo, riprese da una camera fissa, una sorta di quadri non più appesi, ma proiettati su una parete bianca.

L'Arte e la pittura non hanno nulla più da dire per Warhol?

Andy fu nient'altro che figlio della generazione degli anni in cui visse ed operò, figlio di un'America basata sulla cultura dell'immagine pubblicitaria enorme , ripetitiva, di forte impatto e lui non rappresentò altro che questo mondo, questo aspetto della società, quindi non si pone il problema se la pittura intesa nel modo " classico " del termine abbia o non abbia valore per Warhol. Il nocciolo del discorso è che egli compie una scelta coerente e in linea coi suoi tempi e col proprio percorso di studio: produce opere usando la tecnica serigrafica, la cui base è la ripetitività, adatta proprio a riprodurre su vasta scala una stessa immagine o uno stesso logo, per esempio si usa  per personalizzare gadgets, cioè magliette, penne, calendari e altro su cui si stampa il logo della propria ditta e lo si regala alla gente a scopo pubblicitario.

Ecco, in poche parole, il succo della poetica " pittorica " di Warhol.

" Ai posteri l'ardua sentenza! ".... A voi la possibilità di dialogare e confrontare insieme a me, se volete, il valore di un'artista comunque a " tutto tondo ", padre della Pop Art e sperimentatore vivace e prolifico....

Un artista così può piacere e può non piacere sicuramente.

 

 
 
 

Andy Warhol e la Pop Art

Post n°15 pubblicato il 20 Marzo 2011 da raffaella.nasto

 Buongiorno a tutti e buona domenica. Oggi parliamo di un altro artista controverso, che ebbe un grande impatto nel panorama della giovane Arte americana del Dopoguerra: Andy Warhol, pseudonimo di Andrew Warhola, nato a Pittsburg nel 1928 e morto a New York il 22/02/1987.

Figlio di immigrati ruteni del villaggio di Mikovà ( Slovacchia ), studiò arte pubblicitaria al Carnegie Mellon University di Pittsburg e, dopo la laurea, nel 1949, si trasferì nella " Grande mela " che gli offrì subito variegate chance di affermazione nel mondo pubblicitario, infatti lavorò per riviste del calibro di Vogue e Glamour.

La sua singolare attività artistica annovera numerosissime opere, prodotte in serie con l'ausilio dell'impianto serigrafico. E' celebre l'immagine di Marilyn Monroe ripetuta più volte usando combinazioni di colori diversi come sfondo e nel volto stesso della Monroe, così come in altri ritratti come per es. Che Guevara, Mao Zedong.

Caratteristica peculiare della poetica di Warhol è l'immagine ripetuta quasi ossessivamente più volte sulla tela, usando colori vivaci, forti che, messi sul supporto e combinati in vario modo sul volto raffigurato, conferiscono all'immagine un effetto quasi tridimensionale, dato proprio, per esempio, dall'uso di colori primari e secondari ( giallo con viola ) che si esaltano e si valorizzano a vicenda.

Warhol estrapolava grandi marchi di prodotti commerciali, tipo la Coca Cola o immagini d'impatto come la sedia elettrica o un incidente stradale e le ripeteva sul supporto su vasta scala, ottenendo quella sensazione di straniamento, di svuotamento  di significato, tipica della sua poetica: grande maestro della provocazione fu il nostro Andy. Egli riuscì a portare i prodotti di uno scaffale di supermercato all'interno di un museo e di una mostra d'Arte, ecco la sua invenzione, ecco la trovata geniale.

 

 
 
 

Modì: dramma nel dramma

Post n°14 pubblicato il 16 Marzo 2011 da raffaella.nasto

 Nel maggio del 1919 Modigliani ritornò a Parigi con Jeanne e la loro bambina, continuando comunque a dipingere. Ma lo stile di vita senza alcuna regola stava per presentare il suo conto: la sua salute peggiorò rapidamente.....

Modigliani fu trovato delirante nel letto mentre era aggrappato alla sua amata Jeanne ( incinta al nono mese ): quando accorse il medico al suo capezzale era ormai troppo tardi, in quanto Amedeo soffriva di Meningite tubercolitica.

Morì il 24 gennaio del 1920 e per lui vi fu un grandioso funerale ove parteciparono numerosi artisti e personalità della cultura dell'epoca......

Jeanne, portata a casa dei suoi genitori, non ebbe il coraggio di continuare a vivere senza di lui e uccise lei e la creatura che aveva in grembo il giorno dopo la morte di Amedeo........

Anche questa biografia, purtroppo, termina con un tragico epilogo.

Mi chiederete: li trovo tutti io questi artisti?

In realtà, buona parte dei pittori ha vissuto esperienze di vita forti, drammatiche; per converso, vi sono stati anche artisti con un vissuto cosiddetto " normale ", come ad esempio Picasso, Guttuso, Cezanne e tanti altri.

Non esiste il connubio o l'equazione che condurre una vita dissoluta sia il Pass per entrare nella leggenda: ogni artista è una storia a sè, magari ricca di incoerenze, di problematiche, di errori, ma il mio desiderio è farvi sentire ciò che ciascun artista voleva trasmettere ai posteri, alla gente comune, al ricco quanto al povero e si tratta semplicemente di emozioni, sensazioni impalpabili, non tangibili, riservate solo alla sfera più celata e profonda di ciascuno di noi.

L'Arte è e resterà sempre uno splendido mezzo comunicativo ove la creatività trova la sua ragion d'essere e veicola le emozioni e i modi di vedere il mondo dell'artista che genera l'opera. L'opera d'Arte altro non è che il prodotto finale di un travaglio, di un percorso interiore che parte dall'artista fino a raggiungere e toccare le corde più segrete di ogni anima sensibile a cui si rivolge.......

Non si può resistere all'Arte, come non si può resistere per tutta la vita all'amore, dunque, lasciamoci conquistare da questa meravigliosa materia!

Un ultimo commento su Modì: non è certo questa la sede per disquisire, nè per giudicare la vita di una persona; resta il fatto che Amedeo ha consumato la propria vita e la propria salute con l'uso di droghe e di alcool, magari per sfuggire ad un vuoto esistenziale, ad una crisi che lo attanagliava già fin da adolescente, chi potrà mai dire dove sia la verità e quali siano i motivi che lo spinsero a portare avanti tali scelte?

Se Amedeo fosse vissuto un altro pò di anni, certamente avremmo potuto vedere e godere di chissà quante e quali opere strepitose, ecco il mio unico rammarico.... Tutto il resto è storia già vissuta, tutto il resto è Arte ancora da scoprire con me, se vorrete.

Arrivederci al prossimo artista e, come sempre, non vi dirò chi è!

Vostra RaffArt.

 
 
 

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