Cerchio dei pensieri

Finisterrae


Uno dei luoghi dove ho visto maggiormente la furia del mare è qui. A Cabo San Lucas in Baja California. Partiti in aereo da San Diego dove si aspettava a giorni la coda di un urgano, ci accingiamo a un volo di un'ora con il rosario in mano e il pilota che ricorda ogni 10 minuti che avremo delle turbolenze quindi di non alzarsi, non fumare, non slacciare le cinture, non bere. E' un'esperienza in cui tutto ciò che vuoi al mondo è toccare terra con i tuoi piedi in modo naturale.Cabo San Lucas è il luogo dove tutti quelli che possono vanno a sposarsi, Keith Richards ad esempio. Un'atmosfera rilassata americo-mexicana in cui c'è la pace, relax, tramonti romantici, oasi naturali di rocce scolpite dal vento, e il miglior pesce crudo del mondo. 
Il caso ha voluto che per tre giorni rimanessimo prigionieri della coda di un uragano. La maestosità e la violenza del mare in quei giorni era qualcosa che mi rapiva per ore. Tra il balcone della camera dell'hotel Finisterra e il mare c'erano le tre piscine con bar, un ristorante, due gazebi per matrimoni, una scala che portava alla spiaggia, 500 metri di sabbia e infine il mare. Durante quei giorni il mare sembrava arrivare direttamente in camera. Le onde dell'oceano emettevano un frastuono tale da svegliarci la mattina presto con i vetri chiusi sporchi di salsedine e dal balcone si potevano vedere muri d'acqua rivoltarsi sulla spiaggia, portati da un vento che faceva barcollare i miei 60 kg. x 1,70.
Per tre giorni ho passato le mie mattinate ad osservare tutto ciò. Non è una cosa che si può spiegare. Non è nemmeno una cosa che si può augurare a qualcuno, però è stata la mia prima ( di due) esperienza davanti ad un uragano che oltretutto muoveva i suoi ultimi passi ed è stata la prima volta in cui ho capito che non c'è assolutamente nulla che possa combattere una tale forza, e questo è chiaro. Il sentimento era sicuramente di paura, impotenza, terrore, ma tutto era anche terribilmente affascinante. Le onde erano immense e si confondevano con il cielo nero. Non c'era esattamente una fine visiva al caos, non si percepivano altri suoni se non il mare. Non ci si poteva nemmeno parlare perchè il vento impediva di sentirsi e creava solo fischi. Dopo tre giorni di mare, vento e salsedine addosso ad ogni cosa, la spiaggia era diventata un balcone alto più di 20 mt sull'oceano Pacifico. L'approccio da allora verso il mare è indubbiamente cambiato.  Il fascino è diventato rispetto , ma ogni volta che mi ci trovo in mezzo senza sentirmi veramente al sicuro, mi assale  quell'impressione di impotenza e finitudine provata allora.