Arcano Incantatore

IL COLORE DELL'ACQUA


Vivo lontano e vicino dall'immensa e inumana città, vivo quasi solo,sopra un alto sperone di roccia, in una bella e modesta casetta,per arrivarci vi è una lunghissima scala anti incendio; una volta c'eraun ascensore ma le masse diseredate di questa città, tenute a badadal Deanziol e da cibo scadentissimo, che passa a fiumi la municipalità,la notte girano sfaccendate, sfasciandolo continuamente, dallascala, invece, per fortuna, se ne tengono lontani, troppo lunga dafare per arrecare disturbo.Una mattina mi trovo un ologramma dentro casa, è la classicatecnica di coloro che chiedono l'elemosina; da vicino il portonedi casa lo proiettano dentro.Un po' scocciato apro bruscamente il portone, gli dico di andarsene;dopo averlo chiuso, come da prassi, se non gli dai retta, ti muovono,per dispetto, l'ologramma per casa; invece notai che quell'ologrammaera immobile, c'era qualcosa che non andava, aprii la porta e vidiuna figura, immobile come il suo ologramma, ferma sul murettodavanti alla vista dell'enorme città.Chiesi alla magra figura vestita di sacco se era tutto a posto,ma non rispose, le chiesi se poteva spegnere il suo ologrammae una flebile voce femminile mi rispose:<<speravo che chi volesse vivere così lontano dalla cittàfosse più gentile.>>Risposi un po' asciutto che mi ero trovato questo cocuzzolo,appunto, per stare tranquillo.Passarono cinque minuti buoni di immobilità e la invitai in casa...si era fatta tutte quelle scale.Passò un minuto che questa figura barcollante si voltò e si decisedi entrare, era una giovane ragazza molto magra e dipelle chiara, truccata vistosamente, tutto sommato potevasembrare graziosa.Si mise a sedere in cucina con lo sguardo basso perso nel vuoto.Le chiesi senza risultato se avesse fame, allora le tagliai un po'di prosciutto crudo e un po' di pane ma lei rimase sempre immobile.Dissi:<<Sai ho due figlie che dovrebbero avere la tua età, le ho mandatea studiare in un posto migliore; la piccola è un tipo un po' avventurososta facendo un corso di preparazione per la colonia lunare privata Selene,chissà forse vuol seguire l'esempio della mamma che è sempre a giroin missione per lavoro, anzi che sono riuscito a dissuaderlaa partecipare al quel programma di terraformig su Marte, sai la Lunasono due giorni di viaggio, Marte molto di più ed è anche una coloniamolto più selvaggia.... Ma mi ascolti?>>.Mi chinai cercando di incrociare il suo sguardo perso  e dissi:<<lo sai che questo prosciutto è un miracolo?Un mio amico alleva maiali, lui dice di cinta,ma io mi accontento che sia maiale veroe non carne creata industrialmente.>>Lei con fare meccanico e senza convinzione ne afferra unafetta e comincia a mangiare.Provai a chiederle chi fosse? Non rispose, provai a chiederleperché fosse così abbattuta e lei sorrise enigmaticamenterispondendomi:<<ma io non sono qua!>>.Rimasi perplesso e non feci altre domande visto chesi era decisa a mangiare.Dopo qualche fetta consumata in silenzio sembrò rianimarsiun po' ed esclamò: <<Ho bisogno di te!>> ed io risposiche ero disposto a darle una mano; tirò fuori da un sacchettinodi pelle otto sassolini neri piatti e circolari disponendolia croce e vi pose vicino una clessidra liquida che gocciavapigramente; prese la mia mano e la sua e le mise al centrodi questa croce, vidi una luce abbagliante, svenni e mi ritrovaistordito in altro loco.Mi alzai e notai che ero in un posto sconosciuto, oscuroe al chiuso; lei mi venne incontro, bella, con indosso un vestitodi strass bianco che brillava di luce propria.Mi prese per mano e con molta cautela cominciammo adaddentrarci dentro questi lunghi corridoi di roccia,ma questa roccia sembrava trasparente in superficiee vi passava all'interno una tenue luce soffusa cherischiarava un po' l'ambiente.Cominciammo ad incontrare, sempre più spesso, una sortadi quadri animati, sospesi a mezz'aria con una figurafemminile dentro, la quale ci osservava con cipiglioe a volte ammoniva la mia compagna.Allora mi fermai di autorità:<<Dove siamo?>> e lei disse:<<Non importa dove siamo ma quello che dobbiamo fare!>>e le chiesi ancora chi raffiguravano questi quadri con questaimmagine che sembrava un dipinto di una nobildonna di epocaelisabettiana e lei mi ripose:<<Sono proiezioni di lei>>, <<Lei chi?>>risposi, <<Una che dice di essere Maria Stuarda maio non ci credo!>> incalzò.Mi riprese la mano costringendomi a proseguire in questocorridoio e più ci addentravamo e più  la luce sui muridiventava meno fioca e più questi quadri aumentavanorendendoci difficile il passaggio.Con grande circospezione e fatica arrivammo ad una rientranza,mi fece salire delle scalaccie di pietra umide e scivolosee mi disse a bassa voce:<<Vedi questa stanza? C'è una bastoneche fa da leva contro questo grosso sasso rotondo; io attireròi quadri verso di me in fondo, in direzione di dove siamo venutie tu fai in modo di far rotolare questo sasso contro il corridoio,non badare in nessun modo a ciò che accadrà a me, proseguiraiin direzione opposta, troverai una stanza con la luce;spengila con l'acqua>>.Non mi diede nemmeno il tempo di replicare che si allontanò,mi affacciai ad una finestrella per vedere dove andava;tirò fuori una piccola torcia elettrica e cominciò ad agitarlain aria avviandosi verso dove eravamo venuti, centinaiadi quadri cominciarono ad accalcarglisi addosso urlando<<Qui la luce la faccio solo io!>>.A quel punto con un notevole sforzo faccio rotolare ilsasso il quale si precipita come un maglio verso il corridoiocominciando a frantumare parecchi quadri; corro indirezione opposta seguendo le istruzioni, arrivo inuna stanza troppo illuminata ed intuisco che al centroc'è una sorta di faro alimentato da un braciere e conun gioco di lenti e di specchi proietta luce sui muri che asua volta la trasporta nei corridoi attigui.Trovo un secchio riempito d'acqua da una infiltrazionedal soffitto e lo getto nel braciere; si fa improvvisamente buio.A tentoni riesco a rifare la strada a ritroso, ogni tantoinciampo su quadri a volte rotti e poi ne raggiungo unamassa accatastata.Sembra che si muova qualcosa da sotto i quadri e intuiscouna luce fioca come quella della piccola torcia che aveva laragazza. Scosto un po' di quadri e la tiro fuori un po' malconciae con un taglio sulla guancia di cui cerco di occuparmi.Lei con rinnovata energia mi trascina via di nuovo esclamando:<<Non c'è tempo da perdere!>> aiutandosi con la torcia cominciaad avventurarsi per cunicoli e corridoi, nel frattanto la lucedai muri sta ricominciando a tornare, lei mi legge nel pensieroed esclama:<<Il braciere si è già riacceso, dobbiamo sbrigarci!>>.Arriviamo ad una sontuosa porta laccata di blu; lei a bassavoce mi dice che questo è il luogo dove lei crea le sueproiezioni e che dovevo bussare con molta energia sui batacchie dire di essere, con voce tonante, il Guardiano d'Ebano.Bussai ed una voce sguaiata e molto scocciata mi rispose,recitai la mia parte, la porta si aprì e notai in pochi attimi ladonna del quadro, quella vera, stesa su una specie disarcofago di cristallo e attraverso un ennesimo gioco dibracieri, specchi e pannelli di cristallo, cercava di imprimerela propria immagine sui quadri.Appena il tempo di realizzare tutto questo che la ragazzagettò con tanta violenza a terra specchi e cristallifrantumandoli, la donna invece, con fatica, vista la mole,si alza dal suo giaciglio e corre fuori chiamando "il Guardiano".Girandomi verso la ragazza notai uno sguardo moltopreoccupato, non feci in tempo a proferir parola chemi prese per mano e mi trascinò lontano da quel luogo.Arrivammo finalmente a veder la luce, seppur dellaluna, una strana luna di lana, quasi si sciogliesse nellanotte stellata; tutto era molto, troppo suggestivo.Tra degli ampi olivi prendemmo fiato, la ragazza sisedette con sguardo triste; <<Credo che tu debbaavere delle spiegazioni>> disse <<Credo anche io>> risposi.<<Di lei sappiamo poco, se non che era una cerusica chedivenne fattucchiera. Il problema non sono solo i suoi poterialchemici, ma come li usa. Se si accontentasse dellaricchezza e del potere sarebbe più sopportabile; il suoproblema è che odia tutto e tutti, non riesce ad avereun rapporto affettivo se non in un solo modo: lapossessione.>> <<Che vuoi dire?>> Chiesi.<<Voglio dire che l'unico modo per relazionarsi congli altri è il dominio assoluto sullo spazio e sultempo; così ci impose la vasca di porfido. ....Si,scusami, non puoi sapere di cosa parlo ... la vascadi porfido è un artefatto dove la vittima sta immersain una soluzione, credo, di miele, latte, acqua, mescalinae vai a sapere cos'altro; lo scopo è quello di tornare nelliquido amniotico, nella pancia della madre; convinsetutti che quella vita larvale fosse la vera felicità;lo scopo non era certo questo, ma era, appunto, undominio assoluto su tutto il corpo e tutto il tempodei suoi simili. Questo è il suo unico modo unilateraledi relazionarsi e di amare. Il resto viene da se, ildominio arriva anche agli elementi; con questo fintocielo da cartolina e questa suggestiva luna di lana;che altro non fanno che tenere le vittimeeternamente tra le braccia di Morfeo.>><<Ma adesso che facciamo?>> chiesi.<<La situazione è complessa, abbiamo contro ilGuardiano D'Ebano, qua però un po' staremo al sicuro.>><<Per quanto dovremmo rimanervi?>><<Fino a che non mi viene un'idea per quel golem!>><<Quale golem!>><<Si, certo, il Guardiano d'Ebano, è una sorta di suosoldato, una grossa e pericolosa creatura di legnocon un cervello infantile e il cuore di bimbo.Lei lo tiene in scacco convincendolo che è troppobuono per andarsene per il mondo; che il suo cuoredi legno dovrebbe indurirsi e diventare di ferro perallontanarsi da lei; così gli fa fare ciò che vuole.>><<E quindi?>><<E quindi, dato che è pericoloso ci vuole un'idea!Per approcciarlo dobbiamo far finta di non aver la testa!>><<Non aver la testa!>> risposi.<<Esatto, la fattucchiera definisce il "suo popolo",cioè coloro che sono imprigionati nelle vasche di porfido,come "sciocchi senza testa" e noi faremo finta,davanti al guardiano d'Ebano, sollevandoci un po'i vestiti, di non aver la testa.>><<E dopo?>><<Dopo dovremmo trovare il modo di sfasciarel'artefatto alchemico che tiene su tutta questa baracca:la clessidra nera!>>.Girammo parecchio per viottoli di ghiaia e filari di pioppi;per arrivare ad una sorta di grosso cono di vetro blucon il vertice in alto.<<Questo è il punto di osservazione>> disse.<<È un vecchio artefatto dal quale la fattucchiera controlla tutti i corridoi.>>Pose l'occhio sul vertice del cono di vetro e conqualche mugugno di assenso mi disse:<<Dobbiamo trovare il Guardiano senza che leitrovi noi! Da quello che ho visto il golem sta nellasua stanza dei giochi a titillarsi con le biglie colorate,lui ama molto i colori ed è estremamente avido diconoscerli e possederli tutti.>>Trovammo una grande scala a chiocciola di pietralavica, scendemmo ed ad ogni piano vi era unadiversa fontana di travertino spenta; le chiesiil perché, lei rispose che la fattucchiera amavamolto le fontane, tenerle spente e pronte all'usovoleva dire dominarle.La ragazza mise in funzione una grande fontana,strana ed inquietante a forma di grande migaleda cui l'acqua usciva dall'addome; disse:<<Eccola! la sua fontana preferita, adessoandiamo dal Guardiano!>>Arrivammo in una grande sala imbiancata di fresco,odorosa di ebano e piena di biglie di vetro coloratodi tutte le dimensioni e colori; lei, imitata da mesi sollevò i vestiti di quel tanto per coprir latesta ed in questa versione acefala gridava:<<Non far come noi!>>.Una massa di legno profumato si alzò a tre metrialtezza circa, era il golem; con voce profonda, incertae infantile disse: <<Lo so!>>.Per prender tempo la ragazza cominciò a chiedereal golem i vari colori delle biglie, stando attenta anon contraddirlo; egli amava molto quelle blutrasparenti che erano rare e odiava quellebianche opache che principalmente gliregalava la fattucchiera; anche i colorierano strumento di dominio della strega.La ragazza cercò allora di provocarlo:<<Tu che sei Guardiano perché la fontana preferitadalla tua padrona oggi è diversa?>><<Diversa?>> rispose lui.<<Vieni a vedere!>>Ci recammo presso la fontana che zampillavaacqua ed il golem d'ebano rimase "di sasso".Non aveva mai visto l'acqua e sbigottito la toccò.La ragazza disse:<<Tu non conosci questo colore>>intendendo il trasparente dell'acqua.Il golem cominciò a tremare di stupore e di rabbiae la mia compagna lo incalzò:<<che colore è questo?Dimmi! Qualcuno ti ha nascosto questo colore?>>.Il golem disse:<<Non capisco c'è il colore ma non c'è?>>.<<Prova ad entrare dentro la fontana, forse dasotto potrai vedere il suo colore.>> Disse la ragazza.Il golem entrò nella fontana ma per quanti sforzifacesse, essendo di legno, galleggiava; alloradisperato gridò:<<Sapete voi di che colore è l'acqua?Vi prego ditemelo!>>Risposi io e dissi che l'acqua vista da dentro èil più bel blu o celeste che ci sia, a seconda anchedella tua immaginazione.A queste parole il golem fremette violentemente:<<un colore che decido io! Lo voglio!>>La ragazza lo apostrofò:<<Se tu non avessiun cuore di legno potresti scendere sul fondo dellafontana e scoprirne il colore cangiante!>><<Come faccio?>> chiese il golem<<Trovati un cuore di ferro!>> rispose la ragazza;<>, incalzò. Il golem si abbatté fragorosamente a terra battendole dita come schioccanti nacchere, così esprimevala sua rabbia e la sua disperazione.Presi la ragazza in disparte: <<Che hai in mente?>><<Cerco di convincerlo a sfasciare la clessidra nera!>><<Che cosa è?>><<Vedrai!>> rispose lei.La ragazza gridò al golem: <<Peccato, noi ce neandiamo senza sapere il colore dell'acqua!>>Il golem si alzò fragorosamente di scatto e disse:<<Mi ha nascosto il colore del'acqua e io le prenderòle sfere! Mi servirò del colore proibito!>>Seguimmo l'essere di legno fino ad un portone,tirando i grossi batacchi di cristallo con la boccali frantumò, la porta si aprì ed entrammo in unostrano luogo circondato da pungenti rovi conal centro quattro obelischi di chiaro avorio,che facevano contrasto con i rovi carichidi nere more ed in mezzo agli obelischi,finalmente la nera clessidra.Tutto questo "mondo" era tenuto incantatoda questo assurdo artefatto che era costituitoda una oscura e opaca clessidra di ferro edentro di essa una valanga di sfere di acciaioche si precipitavano in basso in un orridofragore gridato.Il golem si fermò e cominciò a piagnucolarema la mia compagna lo incalzò:<<Se ti metti nel petto un po' di quelle sferedi color acciaio potrai andare nel fondo dellafontana e conoscere il colore dell'acqua!>>Il golem disse:<<Ma il color acciaio èil colore proibito, non ci sono biglie pergiocare color acciaio!>><<Infatti tu non dovrai rimirale o giocarcima dovrai nasconderle dentro di te!>> disse la ragazza.Il golem si convinse, con un maglio spaccòla clessidra, si versarono a terra tante sferetted'acciaio ... poi il vuoto ...Mi risvegliai solo, in casa mia; ero steso in terracon la testa pesante, mi accorsi che queglioggetti che la ragazza aveva portato erano ancorala; i sassolini neri, la clessidra liquida che altronon era che un anestetico.La ragazza aveva frugato dentro la mia casa,ma senza fare molto danno, trovò soloqualche soldo, poca roba, ma mi trovai,guardandomi allo specchio, l'impronta di rossettodi un tenero bacio sulla fronte.Udm