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Famiglia Arcobaleno - II - Aleksey - Parte 3


 Attenzione, se é la prima volta che leggi questo racconto, ti consiglio prima di leggerti le parti precedenti, ovvero:Famiglia Arcobaleno - I – PrefazioneFamiglia Arcobaleno - I – PresentazioneFamiglia Arcobaleno - I - Jannick - Parte 1Famiglia Arcobaleno - I - Jannick - Parte 2Famiglia Arcobaleno - I - Jannick - Parte 3Famiglia Arcobaleno - I - Jannick - Parte 4Famiglia Arcobaleno - I - Jannick - Parte 5Famiglia Arcobaleno - I - Jannick - Parte 6Famiglia Arcobaleno - I - Jannick - Parte 7Famiglia Arcobaleno - II - Aleksey - Parte 1Famiglia Arcobaleno - II - Aleksey - Parte 2Questo é il seguito del racconto. Buon Divertimento! Il giorno dopo le energie erano sempre più forti. Stavamo meglio del giorno prima. Facemmo come al solito colazione da soli, e dopo aver preso i nostri zaini, andammo a scuola.Durante la ricreazione Andrea mi chiese se poteva parlarmi in un posto tranquillo.“Vieni Ale, andiamo dietro la scuola, c'è un posto dove non c'è quasi mai nessuno, solo qualche coppietta che di sicuro non ci ascolterà, dato che sono impegnati in altre cose ben più interessanti!”“OK, non correre troppo, ho piede dolorante”“Dobbiamo sbrigarci, la ricreazione é molto breve. Vieni, sediamoci qui!”E ci sedemmo su una panchina dietro la scuola. In quel angolo della scuola non ero mai stato. effettivamente ci andavano solo alcune coppiette che volevano stare tranquilli per qualche minuto, e gli altri naturalmente si ravvedevano di disturbarli!“Ale, ti avevo promesso di non parlare con nessuno di quello che mi hai raccontato ieri, e non l’ho fatto. Ieri sera riflettendo ho pensato che sicuramente i miei nonni di sicuro possono aiutarti. Sono delle persone molto brave, non perché sono i miei nonni, ma perché lo sono per davvero. Mia nonna ha lavorato per un’organizzazione umanitaria per molto anni, e mio nonno é una specie di investigatore. Ha lavorato tanti anni aiutando tante persone disagiate, e molto spesso lo ha fatto gratuitamente. Mia nonna si arrabbiava con lui perché lavoravano tanto, ma a volte non riuscivano ad avere abbastanza soldi per arrivare a fine mese.”“Ma... non so... penso che...” rimuginò Aleksey, ma Andrea non gli diede il tempo di formulare una frase.“Se vuoi possiamo parlare con loro. Li conosco, di sicuro ti potranno aiutare. Magari già oggi possiamo andare da loro e parlargli!”“No, oggi non é possibile. Forse domani. Se veniamo a lavorare nel pomeriggio nella zona dei tuoi nonni, possiamo trovare un po di tempo per parlare con loro.”“Ok, allora ci incontriamo domani alle 3 del pomeriggio nel posto in cui lavorate. Rimarrò a distanza, ma mi farò vedere. Se potete, venitemi incontro”“Ok, se ci sono dei cambiamenti ti faccio sapere” e dicendo questo si alzarono ed entrarono nella scuola.Il giorno dopo Aleksey disse ai suoi genitori che nel pomeriggio sarebbero andati a lavorare. Gli adulti rimasero in un primo momento perplessi dalla singolare richiesta, ma non trovando niente in contrario, acconsentirono.Puntuali all’appuntamento, videro Andrea che li aspettava a 50 metri di distanza seduto su un muretto. Si avviarono verso di lui, e dopo essersi salutati, andarono a casa dei nonni. Andrea aveva avvisato i nonni, quindi sapeva che stavano ad aspettarli.“Buongiorno sig.ra Müller, io sono Ale, un amico di Andrea, e questo é mio fratello Roman”“Buongiorno sig.ra Müller” aggiunse mio fratello“Buongiorno ragazzi, piacere di conoscervi. Ma chiamatemi semplicemente Hanna. Adesso entrate, ho preparato un’ora da una torta alle mele, ed é ancora calda.”Entrando nel salotto dei Müller, videro che un signore anziano stava seduto su un divano, leggendo un giornale. Sicuramente era il nonno di Andrea.“Jochen, Andrea ed i suoi amici sono arrivati” e rifecero le presentazioni con il sig. Müller.“Sedetevi ragazzi... la nonna tra qualche secondo porterà una squisita torta alle mele. Volete bere Succo d’arancia o di mele?”Tutti scelsero che un succo d’arancia si intonava con la torta di mele. Il nonno verso il succo nei 3 bicchieri, e nel frattempo si rivolse a me.“Andrea, mi ha detto che volevate dirmi qualcosa di molto importante. Mi ha parlato di un grande problema che avete, ma non ha aggiunto altro perché ti aveva promesso di non farne parola con nessuno!” e porgendoci i bicchieri aggiunse “puoi dirci quale problema avete? Se Andrea vi ha consigliato a noi,vuol dire che possiamo fare qualcosa per aiutarvi”Fu così che che raccontai di nuovo quello che avevo detto ad Andrea qualche giorno prima. Nel frattempo la nonna ci aveva portato le torte di mele, e si era seduta di fianco al marito. Rimasero ad ascoltare senza interrompermi. Durante il racconto vidi che la nonna piangeva, ma dopo qualche esitazione, decisi che dovevo raccontare tutto fino alla fine. Impiegai circa mezz’ora per raccontare tutto. Quando finii mi resi conto che nel salotto c’era un silenzio tale che avrei sentito anche il rumore che uno spillo fa quando cadeva. Il nonno,forse anche in qualità del capo famiglia ruppe il silenzio.“Andrea mi aveva detto che era qualcosa di importante, ma non avrei mai pensato che fosse qualcosa di così grave. Figliolo, se tutto quello che ci hai detto é vero, devi aver avuto una infanzia difficile, e non posso accettare questo. Ognuno ha il diritto di avere una infanzia felice. Leggo dai tuoi occhi tanto dolore. Non ti preoccupare, faremo qualcosa, anzi dobbiamo fare qualcosa. Dobbiamo solo studiare cosa fare di concreto. Adesso dovete scusarmi, ma ho bisogno di prendere un po d’aria in giardino” e andò verso la porta che portava al giardino.“Andrea, sono fiera di te. Hai avuto il coraggio di prenderti a cuore i tuoi amici. Bravo.” disse al nonna rivolgendosi al nipote. “Ragazzi, volete un’altra fetta di torta?” tutti accettammo volentieri un’altra fetta della squisita torta di mele.Andrea passò ad un altro argomento più leggero, parlando della scuola, e delle materie che più odiava. C’erano un paio di professori che odiava, o meglio erano le materie che insegnavano che non gli stavano simpatiche.Dopo un quarto d’ora il nonno tornò in salotto, si sedette di nuovo sul divano, e rimase a meditare. Nel frattempo rimanemmo in silenzio e lo guardavamo fisso negli occhi.“Allora ragazzi, é chiaro che in un modo o nell’altro dovete andare via dalla vostra famiglia. Purtroppo siete minorenni, e le leggi sono molto severe in materia. I vostri aguzzini sono in definitiva i vostri genitori, e se andate via, rischiate che comunque vi rispediscano da loro! Comunque, a rischio di nascondervi in casa, vi prometto che molto presto non avrete più a che fare con loro.” il nonno fece una pausa, e bevve del succo di mele, quindi continuò “Ale, questa sera tornate a casa. Avete bisogno dei vostri documenti. Domani portatevi i vostri documenti con voi a scuola. Quando uscirete, ci incontreremo fuori della scuola, e venite qui a casa. Io in mattinata contatterò degli amici. Vediamo cosa possiamo fare. In qualche modo dobbiamo portarvi fuori dai vostri aguzzini anche dal punto di vista giuridico. Non vorrei che qualche giudice decida di rispedirvi da loro.”“Ma, sig. Müller, perché lo vuol fare? È molto pericoloso per Lei. Addirittura rischi di avere dei problemi con la giustizia. Non voglio questo!” Dissi, interrompendolo.“Ale, lo so che posso avere dei problemi, ma so che agisco in fin di bene. Non posso permettere nella maniera più assoluta che certe persone possano abusare di voi. Ogni bambino, ogni ragazzo ha il diritto di avere una infanzia spensierata. Non so quante persone della mia età posso dire di aver avuto tante disavventure quante ne avete avute voi. E non siete ancora maggiorenni!” fece una pausa e continuò “Anche se fosse l’ultima cosa che faccio vi tirerò fuori. Se non avete avuto una infanzia tranquilla, almeno da domani la avrete.” si alzò di nuovo, e andò di nuovo in giardino.Rimanemmo per qualche minuto a guardarci, senza dire niente. Poi,mi alzai,ed andai anche io in giardino.“Sig. Müller, la ringrazio per quello che sta facendo”Il sig. Müller si girò, e mi abbracciò “Fissiamo delle regole. Primo, non mi dare più del Lei. Secondo, per te non sono il sig. Müller, ma Jochen. Terzo, lo so che io e mia moglie non possiamo essere i tuoi genitori, ma spero che avremo un rapporto in qualità di nonni, quindi comincia ad abituarti all’idea di chiamarmi nonno.”Alcune lacrime scesero dagli occhi di Jochen. Anche io piansi e lo abbracciai.Ci salutammo, e ci demmo appuntamento per l’indomani. Jochen ci diede 50 euro in banconote di piccolo taglio. In definitiva dovevamo giustificare la nostra giornata lavorativa ai nostri genitori. Ringraziando, ci dirigemmo verso casa.--------------------------------“Wow, state diventando una fonte di guadagno molto redditizia. Con solo 3 ore di lavoro avete guadagnato quasi 50 Euro” mi disse il nostro padrone dopo che gli diedi il guadagno della giornata. Avevo speso qualche euro per comprarci un gelato!“Abbiamo avuto molta fortuna oggi. Un paio di passanti ci hanno lasciato delle mance molto grandi” risposi in maniera molto innocente.“Aleksey, il prossimo fine settimana lo passerete con alcune persone. Non ti preoccupare, non solo quelli dell’altra volta, ma sono più sicuri. Vogliono fare con voi dei filmini. Mi hanno promesso che non vi drogheranno. Non vi costringeranno a fare cose che non volete, ma se farete quello che vi chiederanno ci daranno un sacco di soldi”“Ma Roman é ancora scioccato dall’ultimo fine settimana. Come farà a farcela in così breve tempo a subire altri adulti?” risposi, senza comunque alzare troppo il tono. Volevo che sapesse che non ero d’accordo, ma non volevo nemmeno rifiutarmi totalmente. Tanto avevamo altri piani.“Voi farete quello che vi dico. E se vi dico che andrete con loro, voi andrete. É nell’interesse di tutta la famiglia. Abbiamo bisogno di soldi”Si, ma non hai mai pensato a lavorare e guadagnarteli? Invece per te e per la tua donna é più comodo fare lavorare noi, costringerci a mendicare per poter soddisfare i tuoi vizi al gioco e all’alcol. E se non siamo d’accordo basta bastonarci. Non avete nemmeno compassione se qualcuna abusa di noi, tanto per voi siamo solo carne da vendere al miglior offerente. Dissi nei miei pensieri, ma mi guardai bene dal dirlo ad alta voce. Annuendo agli ordini ricevuti, andai nella mia camera dove c’era Roman che stava sbrigando i suoi compiti. Lo aiutai su alcuni problemi di matematica che non riusciva a risolvere. Nonostante tutto il ragazzo era molto intelligente e riusciva ad imparare molto in fretta. Ero fiero di mio fratello.Prima di andare a letto, mi intrufolai nella camera dei nostri genitori, e presi da un cassetto dell’armadio i nostri passaporti. Sapevo dove erano, li avevo visti già molto tempo prima casualmente. Un giorno la donna mi fece entrare nella sua camera da letto, ed aprì il cassetto dove c’erano un album delle foto. I nostri passaporti erano sotto l’album. Voleva farmi vedere le foto di quanto era una ragazza. Era una donna molto bella, ma anche lei non aveva avuto una vita facile. In un certo senso provavo compassione per lei. In definitiva quando era una ragazza avevano abusato di lei. Quello che faceva adesso non era altro quello che lei aveva subito da piccola. Fortunatamente aveva litigato con il suo uomo per farci andare a scuola. Penso che in fondo in fondo anche lei sperava che noi avessimo un futuro migliore.------------------------------------------Il giorno dopo preparammo i nostri zaini come sempre. Mettemmo solo i libri che ci servivano. Non potevamo mettere indumenti. Non volevo dare alcun motivo per scoprirci. Sapevo che in qualche modo i nostri nuovi nonni avrebbero fato qualcosa.Andammo a scuola come sempre. Andrea non disse niente. Anche lui era molto nervoso. Durante la ricreazione si avvicinò, e mi disse che una Mercedes classe A nera ci avrebbe aspettato fuori. Al volante avremmo trovato una persona vestita con una camicia a quadri e con gli occhiali. Lui non sarebbe venuto con noi,ma ci saremmo visti direttamente dai nonni. Senza dire niente, annuii, e ritornai in aula.Come previsto, all’uscita della scuola c’era la Mercedes e l’uomo come descritto da Andrea. Senza dire niente, salimmo in auto. Ci portò in un centro commerciale. Scendemmo dall’auto, e dopo essere entrati nel centro, ci sedemmo in un bar. L’uomo ordinò un caffè per lui e per me, ed una cioccolata per mio fratello. Dopo qualche minuto si materializzò anche il nonno di Andrea che si sedette di fianco a Roman.“Grazie Uli. Ragazzi, questa persona oltre ad essere un mio caro amico, é anche un avvocato. Questa mattina gli ho raccontato sommariamente di voi, e gli detto quello che vogliamo fare.” disse il nonno presentando il suo amico.“Non voglio prolungarmi con le questioni tecniche, anche perché sono molto complicate, ma in maniera semplice possiamo agire per passi successivi. Primo, possiamo denunciarli e chiedere subito il disconoscimento della patria potestà su di voi. In questo modo non avranno alcun diritto e pretese su di voi. Secondo, verificare con chi stare per il vostro futuro. Il vostro nuovo nonno é disposto a tenervi, ma quello che mi preoccupa sono i vostri aguzzini. Al meglio dovete trasferirvi altrove. Al momento non sappiamo dove e come, ma parlando anche con l’ufficio dei minori, possiamo capire come muoverci al meglio. Tenete conto che in qualche modo dovete continuare ad andare a scuola. Purtroppo un’altra scuola. Nei prossimi giorni starete con loro in attesa di capire quali alternative abbiamo. Importante, non dovete farvi vedere troppo in giro. Quella gente non scherza. Secondo, vi consiglio di informare la polizia anche quello che vi é successo qualche giorno fa, e soprattutto dovete fare alcuni esami in ospedale. Dovete farvi controllare da uno specialista, e da quanto posso presume, durante gli abusi non é stato utilizzata alcuna protezione, quindi dobbiamo verificare quali conseguenze ci sono per voi.”All’ultimo punto non ci avevo ancora pensato. Un tremito di freddo scese sulle mie spalle. Avevo intuito a cosa si riferiva. Non mi ero mai trovato di fronte ai rischi e pericoli di un rapporto sessuale, e in questi giorni non mi ero posto minimamente il problema. Guardai l’avvocato con occhi sbarrati.“Ale, non é detto che vi hanno trasmesso qualche malattia, ma dobbiamo comunque controllare. È per il vostro bene.”“Si, capisco. Non ci avevo pensato prima a questo aspetto.”“È normale, sei ancora un ragazzo. Vogliamo solo il tuo bene, e speriamo che nei prossimi giorni riceveremo notizie confortanti.” disse Uli guardando entrambi i ragazzi. “Comunque, per tutte le pratiche burocratiche ci penso io. Voi domani andate con Jochen in ospedale. Ho fissato un appuntamento per voi da mio amico che lavora in ospedale. Io non ci sarò perché sono impegnato, ma nel pomeriggio tardi vi verrò a trovare a casa.” e rivolgendosi a Jochen “Ragazzi, voglio aggiungere solo un’altra cosa. Da adesso si occuperanno di voi i Müller, e posso garantirvi che non potevate finire in mani migliori. Spero che questo significhi anche finalmente una svolta in positivo del vostro futuro.” e con questo abbraccio sia me che mio fratello.“La nonna sta preparando una cena di benvenuto. Per adesso la lasciamo in pace, e andiamo subito a comprare qualche indumento di prima necessità. Penso che nei vostri zaini ci sono solo libri.” disse il nonno rompendo il momento romantico che si era creato! Quindi ordinò il conto, e dopo aver pagato ci congedammo da Jochen. Ufficialmente adesso eravamo nelle mani del nostro nuovo nonno.Per il resto del pomeriggio rimanemmo nel centro commerciale, e comprammo alcuni nuovi boxer, T-Shirt, calze, e tutto quello che ci sarebbe servito per i prossimi giorni. Il nonno aveva portato con se un bel po di soldi. Non era abituato a pagare con le carte di plastica. Lui voleva vedere i soldi fisicamente. Non si fidava delle nuove tecnologie.Dopo aver dato fondo al suo portafoglio, salimmo nella sua auto, e andammo a casa, dove ci aspettava la nonna ed Andrea.Continua...Se stai apprezzando il racconto, puoi divulgarlo tra i tuoi amici, su Facebook o altri canali. Il link di questo blog è: http://blog.libero.it/RainbowFamily/ogni commento di apprezzamento o critica sono ben accetti.