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Famiglia Arcobaleno - I - Prefazione

Post n°10 pubblicato il 19 Novembre 2011 da famigliaarcobaleno

 

Alla ricerca dell’Amore

Prefazione

In età adolescenziale, impieghiamo una buona parte del nostro tempo alla ricerca dell’Amore. Però molte volte lo confondiamo con il sesso, con l’amicizia o con l’opportunità di sistemarsi. Il tutto viene complicato dai costumi sociali o dalle imposizioni che ci arrivano dall’esterno. È così che ci sono persone che si sposano solo perché la contro parte è ricca, o può garantire un futuro tranquillo, o perché attratti da alcune doti fisiche. Se poi la società vuole che due persone che si uniscono devono essere anche di sesso opposto, allora si vengono a creare casi in cui persone attratte da persone dello stesso sesso rimangano latenti per anni, se non per tutta la vita condividendo la loro esistenza con una persona che non amano.

La società crea dei stereotipi a cui tutti dovremmo adattarci. Creare una famiglia composta da un uomo e da una donna, oppure trovare un partner con doti fisici fuori dal comune sono quei modelli che il più delle volte fuorviano da ciò che effettivamente si dovrebbe cercare, ovvero l’Amore. L’Amore, quello con la A maiuscola non riconosce la ricchezza esteriore della persona, non riconosce le doti fisiche e soprattutto non riconosce il sesso della persona.

Purtroppo la società riesce a deviare le nostre ricerche, e spesso vieta uno stile di vita giudicandolo anormale o fonte del peccato. Ma non tiene conto che la cosa più bella che una persona possa avere è trovare la persona che si ama veramente, a prescindere dal sesso, dalla religione e dalla razza. Immaginate quanto bello é svegliarsi ogni mattina con la persona che si ama, che sai che é presente in ogni momento in cui hai bisogno, che se hai un problema, non hai bisogno di spiegarglielo, tanto sa di quale argomento vuoi parlare, che sai che seguirebbe ovunque e che ti capisce solo guardandoti negli occhi. Questi valori sono talmente importanti che una volta assaporatisi capisce che altre caratteristiche come il suo sesso, o il colore della pelle o la religione di appartenenza diventano trascurabili in confronto a quello che una parola si può sintetizzare con l’Amore.

In questo racconto, che in realtà é un intreccio di diverse vite che il destino ha voluto che in qualche modo si intrecciassero tra loro, sono protagonisti dei ragazzi che combattono con i loro problemi di vita e che sono alla ricerca senza volerlo dell’Amore della loro vita.

I nomi dei personaggi ed i luoghi citati sono stati cambiati, spesso alcuni dei racconti sono frutto di pura fantasia, o sono parti di storie diverse da quelle citate. Se qualcuno dovesse riconoscere un qualcuno dei personaggi che verranno citati é da considerarsi puramente di un caso. Come già detto, quando i racconti riflettono esperienze di vita realmente vissuta, i nomi dei personaggi e le località sono state debitamente modificate per rispetto della privacy dei protagonisti.

Inoltre quanto scritto é da considerarsi una bozza. Essenzialmente é stato scritto di getto, corretto qualche errore macroscopico. Sicuramente troverete degli errori grammaticali, o delle piccole incongruenze. A volte ci saranno dei passaggi non illustrati a dovere. Forse una volta finita la bozza creerò una versione definitiva, ma questo sarà anche in funzione dell’apprezzamento da parte vostra alle storie che sto per pubblicare.

Infine voglio ricordare che le storie pubblicate pur essendo distribuite gratuitamente, sono coperte da copyright dell’autore.

Detto questo, vi auguro un buon divertimento nella ricerca dell’Amore!

Con affetto,

Tony


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ogni commento di apprezzamento o critica sono ben accetti.

 
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Famiglia Arcobaleno - I - Jannick - Parte 5

Post n°9 pubblicato il 06 Novembre 2011 da famigliaarcobaleno

Attenzione, se é la prima volta che leggi questo racconto, ti consiglio prima di leggerti le parti precedenti, ovvero:

Famiglia Arcobaleno - I – Presentazione
Famiglia Arcobaleno - I - Jannick - Parte 1
Famiglia Arcobaleno - I - Jannick - Parte 2
Famiglia Arcobaleno - I - Jannick - Parte 3
Famiglia Arcobaleno - I - Jannick - Parte 4


Questo é il seguito del racconto. Buon Divertimento!

 

Jannik rimase sul pavimento per una ventina di minuti. Non riusciva nemmeno più a piangere. Raccolse un po di forze, si alzò dal pavimento e si sdraiò sul letto. Rimase sul letto giacendo in una fase di dormiveglia, alternando momenti di coscienza a momenti in cui sprofondava in sogni che a volte era ricordi di quando viveva insieme ai nonni, a veri e propri incubi in cui rivedeva il suo aguzzino ed il complice che cercavano nuovamente di abusare di lui.

Dopo circa un paio d’ore si diresse verso il bagno e dopo essersi spogliato degli indumenti zuppi del suo sudore e del suo sangue si infilò nella doccia. Durante la doccia prese coscienza che per lui non c’era più futuro in quella casa, quindi la prima cosa da fare era quella di andare semplicemente via.

Uscito dalla doccia, prese dal suo armadio nuovi indumenti, si rivestì, e svuotò lo zaino che usava per la scuola rimepiendolo con un paio di vestiti, il suo orsacchiotto, la foto che aveva dei nonni. Inoltre infilò nello zaino anche un album di fotografie ed una scatola che i nonni gli avevano lasciato con documenti vari. Sulla scatola c’era una scritta “importante”, quindi anche ignorava l’importanza dei documenti che conteneva, decise di portarseli con se, oltre ai suoi documenti personali e un po di denaro che aveva risparmiato.

Non voleva che i suoi aguzzini si accorgessero del suo piano. Voleva aver il tempo per allontanarsi. Quindi mise dei cuscini sotto le lenzuola e lasciando la luce accesa, uscì dalla finestra. Dopo aver richiuso la finestra dall’esterno, saltò su un albero che era ad un metro dalla casa, e quindi con un paio di acrobazie tra i rami si ritrovò nel giardino di casa.

Senza guardare più indietro, si incamminò verso la fermata del treno. Sulla strada che portava alla stazione c’era un internet point. Decise di mandare un messaggio a Regis. In quel momento era l’unica persona rimasta di cui poteva confidarsi.

Caro Regis,

Purtroppo la situazione con i miei aguzzini si è aggravata. Il bastardo è uscito di prigione. Adesso vive a casa con la persona che mi ha concepito, e sono stato pestato a sangue. Sto male, ma ho deciso di andare via di casa. Adesso sono in un internet point e tra qualche minuto prendo il treno per Monaco. Non so dove andare. Forse mi fermo per la notte alla stazione, o se riesco a trovare una pensione economica riuscirò a dormire qualche ora su un letto morbido.

Non so cosa fare, ma di sicuro non torno più indietro. Prima o poi quelle persone mi ammazzano.

Un abbraccio

Jannik

Dopo aver inviato l’email, si rese conto che per prendere il prossimo treno per Monaco doveva affrettarsi, quindi pagò velocemente, e con lo zaino in mano andò alla fermata del treno.

Arrivato alla stazione di Monaco, scese dal treno e cercò un centro informazioni. Dopo aver chiesto ad un paio di persone, riuscì a trovare il punto informazioni, ma con suo stupore vide che anche Max era in stazione.

“Oddio Jannik, sembra che sei stato investito da un autotreno?”

“Ciao Max, cosa fai qui a quest’ora?”

“Ho ricevuto una telefonata intercontinentale che mi informava del tuo arrivo qui a Monaco! Stavo cenando con i miei, e mi sono subito precipitato qui.”

“Grazie Max, ma non dovevi disturbarti!”

“Hey, non è un problema. Regis mi aveva detto che avevi avuto dei problemi con il tuo aguzzino, ma non mi aveva detto eri passato anche sotto un rullo compressore!”

“Certo che riesci a farmi sorridere anche in questo momento tu. Eh?”

“Micky è anche in giro. Sta recuperando le chiavi della villa dei genitori di Regis, ed Eko sta andando già a casa. Ci incontreremo tutti li. Dai, dammi lo zaino che chiamo un taxi”

Impiegarono solo pochi minuti per arrivare a casa di Regis. Appena scesero dal taxi videro che Eko era già ad aspettarli, e un altro taxi stava arrivando con Micky.

“Cavolo Jannik, non mi aspettavo di rivederti in queste condizioni” disse Micky mentre gli stringeva la mano.

“Ciao Micky, grazie anche te per il disturbo che vi sto dando”

“Non c'è di che. Per prima cosa entriamo in casa, poi vediamo il da farsi”

“Eko, tu ordina qualcosa da mangiare. Qui di sicuro non troviamo niente in frigo. Max, tu mettiti comodo con Jannik, occhio alle ferite. Io telefono un amico dottore.” disse Micky mentre entravano in casa.

“Pronto Mark, sono Micky...ho un problema con un amico. Ha bisogno che un dottore lo visiti, ma non so se è il caso di andare in ospedale... Hai voglia di dargli un’occhiata?” e dopo qualche secondo “...ok, l’indirizzo è via Giacomo Leopardi Nr. 32...ok, tra 20 minuti sono ad aspettarti fuori”

Nel frattempo Eko aveva ordinato delle pizze, e Max aveva fatto accomodare Jannik sul sofà del salotto.

Mark arrivò puntualmente dopo 20 minuti, e dopo essersi salutato con Micky egli altri ragazzi, rimase a bocca aperta nel vedere le condizioni in cui versava Jannik. Lo visitò subito facendolo spogliare e stendendolo sul divano.

“Puoi dirci se è grave, Mark?” chiese Micky dopo 5 minuti.

“Jannik, le tue condizioni non sono delle migliori, ma hai un fisico forte ed hai avuto tanta fortuna. Sei un po' ammaccato, hai un paio di ferite che penso guariranno nel giro di qualche settimana. Inoltre hai bisogno di un controllo di un dentista. Un paio di denti non sono in buone condizioni. Alcuni segni sulle spalle rimarranno visibili, ma non hai bisogno di andare in ospedale questa sera. Importante è che domani vai subito da un dentista. Nel pomeriggio ho un’ora di pausa, quindi verrò verso le 2 per controllarti di nuovo. Per adesso ti metterò un paio di bende sulle ferite, e ti do un paio di pillole che ti aiuteranno a sopportare i dolori”

In salotto rimasero tutti in silenzio ad ascoltare Mark. Appena terminò, il campanello suonò! Le pizze erano arrivate.

Mark declinò l’invito di Micky a rimanere a cena con loro, e salutando i ragazzi ricordò a Jannik di prendere le medicine nei tempi che gli aveva prescritto.

Mentre mangiavano, i ragazzi cominciarono a pianificare cosa fare nei prossimi giorni.

“Jannik, per adesso tu rimarrai qui. Spero comprenderai che se uno di noi ti porta a casa nostra, i nostri genitori cominceranno a fare troppe domande, soprattutto se ti vedono in queste condizioni. Penso che per adesso non hai voglia di raccontare i tuoi problemi a troppe persone. La casa è libera per solo un mese. La mamma di Regis l’ha affittata a dei loro conoscenti. Non poteva immaginare della nostra irruzione! Comunque per adesso ti rimetti in forze qui. Poi vedremo dove puoi rimanere. Di sicuro potrai venire a casa mia, o casa di Eko o Max.” disse Micky, mentre gli altri 2 ragazzo annuivano.

“Come ha detto Mark, domani andiamo subito dal dentista. Conosco uno bravo che ha lo studio qui nei dintorni....Inoltre io rimango qui con te.” aggiunse Micky

“Rimango anche io” aggiunse Eko

“E rimango anch’io” giunse dalla bocca di Max

Jannik vedendo che tutti i ragazzi erano decisi a non lasciarlo solo cominciò si rannicchio sul divano, mentre delle lacrime gli scendevano dal viso.

“Non hai bisogno di piangere Jannik” disse Max, avvicinandosi al ragazzo

“Non piango perché sono infelice. Piango per la gioia di aver trovato questa sera 3 nuovi amici. E questi siete voi! Oggi ho perso definitivamente la mia mamma, e per questo ero infelice. Ma adesso gioisco perché ho trovato voi! Grazie!”

“Jannik, lo facciamo volentieri, non hai bisogno di ringraziarci.” Disse Eko che nel frattempo si era avvicinato e gli stava asciugando le lacrime.

“Jannik, nei prossimi giorni dobbiamo andare a scuola. Inoltre dobbiamo farci vedere ogni tanto ai nostri genitori, ma non ti preoccupare, non ti lasceremo mai solo. Dobbiamo solo organizzarci.” aggiunse Micky

“C’è una stanza degli ospiti molto grande. Ha un letto matrimoniale, ed un divano che si trasforma a letto. Che ne dite di dormire tutti insieme nella stessa camera?” Disse Max entrando in salotto. Un coro di “si” seguì la proposta di Max, e dopo aver finito di mangiare andarono nella loro camera. Si era fatto oramai tardi, quindi dopo qualche chiacchiera mentre si infilavano nei letti, non tardò molto che Morfeo accolse tra le sue braccia tutti i ragazzi.

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Il giorno dopo Eko e Max dovevano andare a scuola, ma Micky era libero, quindi si preoccupò di fissare un appuntamento dal dentista. Data la gravità del problema, il dottore fissò un appuntamento all’ora di pranzo, dato che per tutto il giorno l’agenda era piena di appuntamenti. Quindi decisero di fare colazione con molta calma, e sistemare sia la camera dove dormivano che il salotto.

Dopo aver dato una prima occhiata ai denti, il dottore scuotendo il capo comunicò a Jannik che con delle cure appropriate avrebbe rimesso a posto i denti ammaccati, ma forse 2 di essi non era possibile recuperarli. Fece quindi dei lavori urgenti, e fissò quindi un appuntamento dopo 2 giorni. A questo appuntamento ne sarebbero seguiti altri.

Per fortuna aveva con se il tesserino sanitario, per cui non fu nemmeno un problema sbrigare le pratiche burocratiche legate ai costi delle cure che necessitava. Era da chiarire come coprire i costi che l’assistenza sanitaria non riconosceva, o riconosceva in parte, ma per quello c’era tempo.

Nel pomeriggio tornarono a casa, dato che Mark voleva visitare Jannik nuovamente. Arrivarono quasi insieme, sia Mark che i 2 ragazzi. Dopo essere entrati in casa, Mark diede subito un’occhiata alle condizioni delle ferite e delle varie ammaccature di Jannik. Dopo un quarto d’ora, con un sorriso alla bocca, comunicò a Jannik che tutto procedeva per il meglio. Cambiò le fasce sulle ferite, e si raccomandò di cambiarle ogni giorno. Avrebbe fatto una nuova visita entro qualche giorno.

I 2 ragazzi e Mark quindi si accomodarono in cucina dove Micky aveva nel frattempo preparato del caffè.

Dopo che Mark andò via si mise ai fornelli per preparare la cena. Nel frattempo Jannik andò nella camera di Regis, dove aveva ancora il computer, e lo accese per controllare la sua posta elettronica. Trovò una email di Regis.

Caro Jannik,

Dopo aver letto il tuo messaggio, ho subito chiamato Micky, Max ed Eko, ed informato dei tuoi problemi. Penso che quando leggerai questa email li avrai già incontrati, altrimenti di seguito di elenco i loro numeri di cellulare. Se non li hai ancora incontrati, chiamali, ti stanno cercando.

Scusa se non puoi stare tanto tempo nella casa di mamma. Purtroppo alcuni suoi amici saranno a Monaco tra un mese, e soggiorneranno in casa per alcuni mesi. Comunque non ti preoccupare, abbiamo un mese di tempo per organizzarci.

La mia offerta di trasferirti qui in America è sempre valida. Io e mia madre saremmo felici ti accoglierti qui. Ma capisco che la decisione è molto impegnativa, quindi prendi tempo prima di prendere una decisione definitiva.

Spero che nonostante i problemi avuti tu stia bene. Se hai bisogno di qualcosa, di qualsiasi cosa a cui i nostri 3 amici non possono aiutarti, fammi sapere. Cercherò di aiutarti anche se sono qui in America.

Ah, se vuoi parlare con il sig. Schmitz della polizia di Monaco, ti do anche il suo numero di telefono. Credo ti può consigliare al meglio.

Un abbraccio forte da tuo amico Regis e da mia mamma

Regis

Mentre leggeva l’email, a Jannik scesero alcune lacrime. Non avrebbe mai potuto immaginare di trovare degli amici come Regis, Micky, Eko e Max. Decise subito di contattare il sig. Schmitz. Fortunatamente era ancora in ufficio, e dopo aver accennato brevemente all’evolversi della situazione, fissò un appuntamento per l’indomani mattina.

Tutti i ragazzi cenarono insieme. L’indomani decisero che Max sarebbe andato con Jannik alla centrale di polizia, e nel pomeriggio si sarebbero incontrati con gli altri 2 ragazzi in centro per fare shopping. Trascorsero la serata insieme giocando a Risiko e raccontandosi barzellette.

L’indomani, dopo aver fatto colazione andarono alla centrale per incontrarsi con il sig. Schmitz.

“Ciao Jannik, non mi aspettavo di vederti di nuovo. Mi puoi aggiornare su cosa ti é successo, anche se posso già immaginare da quel poco che mi hai detto ieri per telefono, e dalle condizioni in cui sei!”

Così Jannik raccontò di nuovo ciò che era successo dopo che l’aguzzino era ritornato a casa.

“Lo so che sembra incredibile. Purtroppo queste vicende non sono mai semplici, e soprattutto se si sono affidati ad avvocati molto bravi, riescono a trovare sempre delle scappatoie. Tra l’altro, non è stata fatta alcuna denuncia della tua scomparsa. Presumo che la tua tutrice ha tutto l’interesse a non ritrovarti.” dopo un attimo di silenzio, continuò “Mi dispiace Jannik, ma faremo di tutto per assicurare quel mostro alla giustizia. A quello che ti aveva fatto adesso si aggiungerà anche il maltrattamento di minore. Bisognerà solo che fai un’altra denuncia. Comunque sappi che sarò io stesso ad informare gli uffici competenti.”

“Sig. Schmitz, io credo in quello che fa, ma credo che in qualche modo troveranno qualche sistema per non andare in prigione. Se non siete riusciti a tenerlo dentro dopo il tentato stupro, quante possibilità ci sono che ritorni indietro per delle percorse?” Disse Jannik con voce tremolante.

“Lo so, è ingiusto, ma se non combattiamo contro il male non riusciremo mai a vincerlo. Per questo dobbiamo combattere. E io sarò al tuo fianco. Comunque, come ti avevo detto, informerò gli organi competenti. Ho anche informato l’assistenza sociale, ma se ritieni di non averne bisogno, non sei tenuto ad andarci.”

“Grazie, ma credo che per adesso con i miei amici non ho bisogno dell’aiuto dei servizi sociali. Per quanto riguarda la denuncia invece penso che seguirò il Suo consiglio, anche se purtroppo non sono molto ottimista” disse Jannik mentre si si alzava e salutava il poliziotto.


Continua...

 

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Famiglia Arcobaleno - I - Jannick - Parte 4

Post n°8 pubblicato il 02 Novembre 2011 da famigliaarcobaleno

 

Attenzione, se é la prima volta che leggi questo racconto, ti consiglio prima di leggerti le parti precedenti, ovvero:

Famiglia Arcobaleno - I – Presentazione
Famiglia Arcobaleno - I - Jannick - Parte 1
Famiglia Arcobaleno - I - Jannick - Parte 2
Famiglia Arcobaleno - I - Jannick - Parte 3


Questo é il seguito del racconto. Buon Divertimento!

 

 

Il viaggio verso casa sembrava durasse un’eternità. Jannik aveva voglia di rivedere la mamma, e sfogarsi con lei delle paure che aveva accumulato.

Dopo un paio d’ore era sull’uscio della porta di casa. La mamma lo vide dalla finestra della cucina, e uscì fuori per abbracciarlo. Quando entrarono, gli disse che aveva preparato il pranzo, quindi poteva accomodarsi subito a tavola. Dopo il pranzo, la mamma disse a Jannik che qualche giorno prima la polizia li aveva portato alla centrale, e dopo aver fatto vedere una copia della tua denuncia chiesero della persona che era andato in camera insieme al suo compagno. La persona è una persona molto influente, per questo non hanno rilevato il nome, o meglio la madre disse ai poliziotti che non sapeva chi fosse, ed il compagno si era rifiutato di dare maggiori dettagli della persona. Anche per questo in questo momento era ancora in prigione.

Jannik rimase ad ascoltare il racconto senza dire una parola. Quando la mamma finì, si alzò e disse che era stanco, e che voleva dormire per un paio d’ore.

I giorni seguenti passarono senza nessuna novità rilevante. Le vacanze oramai stavano volgendo alla fine. Un fine settimana ebbe la possibilità di andare di nuovo a Monaco e rivedere Regis e Cristine. Oramai anche per loro si avvicinava sempre più la data di partenza per gli Stati Uniti.

Il periodo natalizio era oramai alle porte, e anche l’aria che si respirava era quella festiva. Si facevano i preparativi per le varie cene del periodo festivo, si comprava qualche regalo (non tanti, dato che purtroppo i soldi non erano tanti). Jannik organizzò un altro week-end a Monaco, l’ultimo in cui avrebbe rivisto i suoi amici.

Col nuovo anno però l’aria in famiglia cambiò nuovamente. Nel frattempo era stato fissato il processo per il compagno della mamma. Un giorno la mamma mentre cenavano chiese a Jannik nuovamente se tutto quello che aveva raccontato alla polizia fosse vero. Erano mesi che non avevano più parlato, e Jannik rimase stupito nella domanda della mamma.

“Si, tutto quello che la polizia ha scritto nella denuncia è tutto vero. Mi dispiace solo che non abbiano ancora identificato l’altra persona.”

“Senti Jannik, domani ci sarà un primo incontro con il giudice. Una persona amica ci ha messo a disposizione uno dei più influenti avvocati di Monaco. Vediamo se riusciamo a fare annullare la tua denuncia. In definitiva non ti è successo niente, e c'è sempre la parola di 2 persone adulte che possono negare quello che hai detto. Naturalmente se ritiri la denuncia, sarà molto più facile. In qualche modo l’avvocato ci ha detto che riuscirà ad archiviare il tutto senza danni per noi e per te. Ah, dimenticavo, la persona amica ci ha promesso un consistente regalo che cambierà la vita a noi ed a te! Ci darà 70000 Euro se non facciamo il suo nome. Se poi tu collabori ci darà 150000 Euro”

Jannik rimase con la bocca spalancata mentre la mamma parlava. Riusciva a stento a credere a quello stava ascoltando. Dopo che finì di parlare, rimase per almeno un paio di minuti senza parola, quando ritrovò la forza di balbettare qualche sillaba.

“Ma, ma... hai capito che quelle persone hanno cercato di abusare di me? Per me era chiaro che tu non hai voluto rilevare il nome dell’altra persona, ma capisci che se anche il tuo ex esce fuori, può darsi che ci riproverà di nuovo?”

“Non fare il bambino. Primo, non è il mio ex, ma è ancora il mio compagno. E se vuoi, un giorno può diventare anche tuo padre. Secondo, l’altra persona ci ha promesso tanti di quei soldi se riusciamo a non coinvolgerlo che possiamo alzare il nostro tenore di vita. Abbiamo 50000 euro di debiti, e con quei soldi possiamo ripagarli subito. Capito perché è necessario che tu ritiri la denuncia? Comunque, anche se non lo fai, sicuramente riusciamo a negare quello che hai dichiarato. Se collabori sarà molto più semplice per tutti noi.”

Jannik, senza dire una parola, si alzò e si precipitò in camera sua. Mentre entrava in camera si rese conto che stava piangendo come non mai. Si sentiva ferito, ma non tanto per gli uomini che avevano cercato di stuprarlo, ma nel realizzare di aver perso la speranza a cui si era aggrappato dopo la morte dei nonni, ovvero la mamma. Per lei in definitiva non interessava più di tanto se qualcuno avrebbe cercato di abusare del suo figlio. Più importante era che il suo compagno stupratore uscisse il prima possibile, e che il conto in banca avesse una cifra di rispetto.

Chiuse la porta della camera a chiave e crollò sul letto, e mentre pensava e ripensava alle parole che la mamma gli aveva appena detto, si addormentò.

La notte fu alternata da sogni belli in cui rivedeva i nonni felici che accudivano il loro nipote, a incubi veri e propri in cui un’orda di persone sinistre lo toccavano dappertutto, ed alcuni lo palpeggiavano nelle parti intime. Nel vedere che alcuni di loro si stavano togliendo i pantaloni, ogni volta saltava dal letto sudato e tremante. Ogni volta si rimetteva a dormire, ma gli incubi dopo un po ritornarono di nuovo.

La nuova giornata salutò Jannik con un mal di testa. La sveglia suonò puntualmente alle 7:00. Dopo aver sbrigato i bisogni mattutini, andò in cucina e tirò fuori degli affettati, del formaggio e dei panini del giorno prima. Scaldò i panini con il microonde, e dopo essersi versato del succo d’arancia in un bicchiere, iniziò la colazione. La mamma stava ancora dormendo. Il giorno prima, dopo che Jannik era andato in camera sua, era uscita. Non sapeva quando era ritornata, ma come era solito, non prima delle 4:00 del mattino.

Si avviò verso la scuola, e dopo le prime 2 ore di lezioni, andò nella sala computer. Voleva scrivere una email Regis.

Caro Regis,

Spero che l’America si stia abituando alla tua presenza. Quandomi racconterai un po delle tue nuove avventure? Hai nuovi amici Yankee? Tua madre? Ha iniziato a lavorare?

Purtroppo qui le cose non vanno molto bene! Mia mamma ha deciso di schierarsi dalla parte del suo compagno, e sta cercando di farlo uscire di prigione. Uno studio legale si sta interessando del caso, e mi stanno facendo pressione per ritrattare la denuncia che facemmo a Monaco. Non so cosa fare! Mi sa che tra qualche giorno uscirà di prigione e me lo ritroverò addirittura in casa come padre!

Non credo di sopportare questa situazione. Sto pensando a come uscirne fuori, anche con soluzioni estreme, ma poi credo che i miei nonni non sarebbero d’accordo nel rivedermi così presto!

Non so come mai, ma forse è il mio destino di ritrovarmi sempre nella cacca!

Adesso devo andare, le lezioni iniziano tra un paio di minuti.

Un abbraccio,

Jannik

Il tempo di controllare che l’email fosse stata inviata correttamente, e si precipitò in classe. Fortunatamente il professore di matematica era in ritardo di un paio di minuti. Il resto della giornata scolastica passò senza particolari annotazioni. Prima di tornare a casa, chiese all’amministratore dei computer se poteva dare un’occhiata alle sue email, anche se ora di chiudere la sala computer. L’amministratore, un ragazzo di non più di 27 anni, gli indicò un computer che era già acceso.

Nella posta trovò un’email di Regis.

Caro cucciolo,

Prima di scriverti questa email ho dovuto rileggere per almeno 5 volte quello che mi hai scritto. Ho verificato anche che non fosse uno scherzo o altro... ma non riesco ancora a realizzare quello che mi hai scritto! Ho contattato telefonicamente i miei amici a Monaco, sai quelli che conosci anche te. Sono tutti disponibili ad aiutarti. Se vuoi ti possono ospitare a casa loro. Se ci dovessero essere dei problemi con le loro famiglie, potresti stare a casa nostra di Monaco. In questo momento è vuota.

Inoltre ho parlato con mia mamma, ed anche lei è d’accordo di farti venire qui in America. Naturalmente non sappiamo ancora come, e soprattutto dato che per te sarebbe un cambio della tua vita, dovresti magari pensarci per bene.

Tienimi aggiornato, e per favore non fare mosse avventate. Ogni problema può essere risolto.

Un caro abbraccio da Regis

Mentre leggeva l’email, un paio di lacrime bagnarono le guance. L’amministratore si accorse dello stato del ragazzo, e chiese se ci fossero dei problemi, e se poteva fare qualcosa.

Jannik disse che era tutto a posto, e mentre si asciugava le lacrime, spense il computer e si avviò verso l’uscita della sala; non prima di aver ringraziato nuovamente per la disponibilità.

La sera la mamma annunciò che il compagno sarebbe uscito entro un paio di giorni, in attesa del processo. Processo che non ci sarebbe stato se lui avesse ritirato la denuncia. Jannik, senza fare alcun commento, andò in camera sua e cominciò a piangere sul letto. Oramai era da tanto tempo, forse 4 anni, che non abbracciava il suo orsacchiotto, ma in quel momento sentì la necessità di riabbracciarlo. Aveva bisogno di qualcuno che porgesse la propria spalla ai suoi problemi, ma i nonni erano oramai in cielo, ed il suo migliore amico era a migliaia di chilometri di distanza. Fu così che abbracciato al suo orsacchiotto, si addormentò.

Il giorno dopo, andò a scuola prima del solito, e dirigendosi verso la sala computer chiese al responsabile se poteva leggere le email prima che iniziassero le lezioni. Il responsabile, quello del giorno prima acconsentì e gli indicò un computer che era già acceso.

Aprì la sua posta, e si mise a scrivere subito un messaggio per Regis.

Caro Regis,

grazie la tua email, e per quello che hai scritto. Purtroppo i miei peggiori sogni si stanno avverando. Tra qualche giorno il bastardo me lo ritroverò in casa e forse sarò costretto anche a chiamarlo papà. Non sto a scriverti come mi sento in questo momento. Mi manchi. Ho perso i miei nonni, praticamente ho perso anche mia mamma, e tu sei lontano. Solo il mio orsacchiotto mi fa compagnia la notte. Purtroppo non ho nessuno con cui sfogarmi.

Scusa se non riesco a darti notizie belle.

Un abbraccio

Jannik

Dopo aver controllato che il messaggio fosse stato inviato correttamente, si precipitò verso la sua classe, come sempre dopo aver ringraziato il responsabile della sala computer, il quale disse a Jannik: “Oggi chiudo una decina di minuti più tardi. Se vuoi puoi venire e fare le tue cose!”. Jannik che nel frattempo era già fuori della sala computer, ringraziò facendo l’occhiolino.

Puntuale come un orologio svizzero si presentò dopo le lezioni in sala. Senza dargli il tempo di dire qualcosa, indicò quale computer poteva utilizzare.

Trovò un altro messaggio di Regis.


Caro Jannik,

Mi dispiace che non ricevo belle notizie da te in questi giorni, ma non ti preoccupare, prima o poi avremo tempo di raccontarci delle nostre cavolate. Adesso ho qualcosa di serio a cui pensare, ovvero al mio cucciolo che é in Germania.

La mamma ha parlato con un avvocato in Germania, e ci ha detto che per poter venire qui in America senza problemi devi essere maggiorenne. Prima hai bisogno dell’autorizzazione dei tuoi genitori, e penso che tua mamma non sia tanto felice di spedirti qui. Sto contattando un paio di altri amici che potrebbero aiutarti. Appena ho delle novità ti aggiorno.

Per il momento ti saluto con un abbraccio.

Regis

Jannik chiese se aveva poteva restare un altro paio di minuti, il tempo di scrivere un messaggio. Il responsabile annuì.

Caro Regis,

Grazie per il tuo conforto. Appena ho delle novità anche io ti mando un messaggio.

Un abbraccio a te e tua mamma

Jannik

Arrivato a casa vide che fuori era parcheggiata un auto che non aveva mai visto. Entrato in casa si ritrovò con il suo aguzzino in cucina che stava parlando con la madre. Appena si accorsero della sua presenza smisero di parlare e lo fissarono per un paio di minuti. Rimasero fermi, senza dirsi niente.

Per rompere l’aria tesa che c’era in cucina, la mamma annunciò che entro 5 minuti si poteva pranzare, e che poteva sedersi già a tavola.

Mangiarono senza parlare. I 2 adulti fissavano Jannik che nel frattempo mangiava lentamente.

“Jannik, adesso lui è qui. Come vedi, in un modo o nell’altro lui rimarrà qui. Se ritiri la denuncia semplificherai la vita a tutti.”

Jannik rimase in silenzio senza dire una parola. Si alzò da tavola e si avviò verso la sua camera. Entrato in camera, chiuse la porta a chiave,prese una foto dei nonni e sdraiandosi sul letto cominciò a piangere tenendo la foto stretta al cuore.

Dopo un’ora il compagno della mamma bussò alla porta.

“Jannik, apri la porta.” disse il compagno sbattendo il pugno sulla porta ripetutamente.

“Jannik, apri la porta, o sarò costretto a sfondarla”

Jannik rimase sul letto senza dire niente. Terrorizzato dalla voce del suo stupratore.

Visto che Jannik non reagiva alle minacce, cominciò a sbattere i pugni sulla porta sempre con più forza. Non avendo alcuna reazione decise di utilizzare le maniere forti, e con una spallata aprì la porta. Jannik balzò dal letto e si rannicchiò in un angolo della camera. Avrebbe voluto chiedere aiuto alla madre, ma sapeva che non saprebbe accorsa in suo aiuto.

L’aguzzino raggiunse Jannik e cominciò a picchiare il ragazzo. Per istinto Jannik cercava di parare i colpi, ma la forza dell’uomo non aveva confronti. Ad un certo punto Jannik vide l'occasione di dargli un colpo in mezzo alle gambe. L’uomo agiva sapendo che il ragazzo non avrebbe reagito, ma Jannik raccolse un po delle sue forze e tirò un calcio colpendo i gioielli del suo aguzzino.

L’uomo, non aspettandosi della reazione, indietreggiò dolorante dal colpo ricevuto. Dopo qualche secondo di smarrimento, si avventò nuovamente sul ragazzo, ma questa volta con più forza e più rabbia.

Quando finì, il ragazzo giaceva sul pavimento immobile. L’aguzzino uscì fuori dalla camera gridando che se non fosse per la madre lo avrebbe bastonato ancora più violentemente.


Continua...

 

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Famiglia Arcobaleno - I - Jannick – Parte 3

Post n°7 pubblicato il 29 Ottobre 2011 da famigliaarcobaleno
 
Tag: Jannik

 

Attenzione, se é la prima volta che leggi questo racconto, ti consiglio prima di leggerti le parti precedenti, ovvero:

Famiglia Arcobaleno - I – Presentazione
Famiglia Arcobaleno - I - Jannick - Parte 1
Famiglia Arcobaleno - I - Jannick – Parte 2



Questo é il seguito del racconto. Buon Divertimento!



Scusa, ti avevo detto che avrei fatto velocemente.” Disse Regis scusandosi per lo spavento che aveva causato.

No, scusa tu, non volevo curiosare nelle tue cose... ma gli occhi erano caduti sulla foto!” Rispose Regis, balbettando.

Il bagno è libero. Nel bagno troverai anche un paio dei miei boxer ed una T-Shirt per la notte” Disse Regis, mentre riponeva la foto sulla scrivania.

OK, grazie Regis” disse Jannik mentre si spogliava.

Anche Jannik ci mise poco a farsi la doccia ed ad indossare i boxer e la T-Shirt di Regis. Mentre usciva dal bagno vide Regis che era su un sito di informazioni americano.

Non ti ho ancora detto che mia mamma vuole che ci trasferiamo a Los Angeles tra qualche mese! Ha avuto un contratto da una emittente americana e girerà un telefilm insieme ad alcuni attori americani” disse Regis che si era accorto della presenza di Jannik nella camera.

Ah... che bello per te... anche per tua mamma... hmm” disse Regis disorientato da quanto aveva appena sentito.

Anche se ci conosciamo da solo un paio d’ore, so che non sei felice di quanto detto. Ricordati che gli amici veri rimarranno amici anche se sono a migliaia di chilometri di distanza” disse Regis mentre si alzava dalla scrivania per dare una carezza alla guancia di Regis.

Non riesco a nascondere le mie emozioni, eh? Comunque credo che mi mancherai, anche se è da solo qualche ora che ti conosco!” disse Jannik con voce tremante.

Mancherai anche a me, cucciolo. Dobbiamo andare a dormire. Se vuoi possiamo dormire insieme nel mio letto. Non ti preoccupare, non ti salto addosso!” disse Regis mentre si sdraiava già sul letto.

Jannik accettò l’invito. Aveva bisogno di qualcuno che stesse al suo fianco. Si sdraiò ad lato del letto, e mentre guardava Regis che spegneva le luci, la sua mente ritornò al tentato stupro di qualche ora fa, e gli sembrava incredibile che adesso stava a fianco di un ragazzo che semplicemente era apparso come un angelo nella sua vita. D’impulso diede un bacio sulla fronte di Regis, fece scivolare il suo braccio sotto la testa e appoggio la sua testa sulla spalla del suo angelo.

Regis, colto all’improvviso dalla reazione di Jannik, balbetto un “buona notte” e diede a sua volta un bacio sulla fronte del suo cucciolo.

Quando gli occhi di Jannik si aprirono, furono immersi da una luce che annunciavano che dovevano essere già le 9 passate. Dopo aver strizzato gli occhi spuntò il viso del suo angelo che gli stava facendo le linguacce.

Buongiorno cucciolo, ieri sei praticamente crollato dal sonno, e ho pensato bene di lasciarti dormire un po più a lungo, ma adesso è ora di svegliarsi. Abbiamo tante cose da fare” disse Regis con aria raggiante di felicità.

Ops, scusa Regis, non mi ero accorto che è già tardi” disse Jannik mentre si dirigeva in bagno per espletare i suoi bisogno impellenti.

Abbiamo già preparato la colazione. Io e mia mamma ti aspettiamo giù. Nel frattempo preparo il caffè” disse Regis mentre chiudeva la porta della camera.

Quando Jannik scese giù, i 2 inquilini della villa erano seduti e stavano parlando a bassa voce. Sul tavolo c’era cibo sufficiente a sfamare una squadra di calcio. I raggi del sole illuminavano i capelli rosso brillante di Cristine, e fu in quel momento che si rese conto di quanto fosse bella!

Invece di rimanere con la bocca spalancata, potresti prendere posto al tavolo. Ho una fame da lupi” disse Regis, facendogli l’occhiolino.

Si, scusate, sono solo ancora un po assonnato” disse Jannik mentre si sedeva a fianco di Cristine.

Senti Jannik, scusa se non ti ho chiesto prima, ma mentre dormivi, ho raccontato a mia madre di quanto ti è successo ieri. Spero non ti arrabbierai per questo!” disse Regis in tono serio, mentre guardava la mamma.

No, non c'è problema. Spero solo che tua mamma non si arrabbi!”

Jannik, non c'è assolutamente niente di cui arrabbiarsi, o meglio sono arrabbiata si, ma contro quegli animali che hanno cercato di abusare di te” disse Cristine in modo affettivo mentre accarezzava la guancia di Jannik.

La mamma ha già telefonato al nostro amico poliziotto. Ci aspetta tra esattamente un ora e mezza nel suo ufficio. Questo vuol dire che abbiamo un’ora per fare colazione. Andiamo senza la mamma. Penso che non è bene se troppe persone si presentano al presidio di polizia.” disse Regis

Ok, va bene”disse Jannik con voce tremolante.

Allora diamoci sotto con la colazione. La giornata è appena iniziata, ed abbiamo bisogno di carburarci prima di affrontare il mondo!” Disse Cristine mentre versava il succo d’arancia nel bicchiere dell’ospite.

Dopo esattamente un’ora e mezza i ragazzi stavano entrando nell’ufficio del sig. Schmitz il quale, dopo aver stretto la mano ad entrambi, chiese se poteva offrire loro un caffè. I 2 ragazzi accettarono volentieri, e dopo aver bevuto un sorso del bollente caffè bavarese, Jannik raccontò un’altra volta brevemente della sua vita e dei problemi della mamma, e dettagliatamente del tentativo di stupro del compagno della mamma.

Il sig. Schmitz ascoltò attentamente la storia del ragazzo, prendendo nota ogni tanto su un taccuino che aveav tirato precedentemente fuori dal taschino.

Quando Jannik ebbe finito, un silenzio calò nella stanza per un paio di minuti.

Credete al mio amico, sig. Schmitz? Cosa possiamo, ehm...può fare il mio amico?” Disse Regis, rompendo il silenzio.

Dopo un attimo di meditazione, il polizziotto si rivolse a Jannik “Si ti credo! Mentre mi raccontavi della tua disavventura, leggevo nei tuoi occhi un senso di tristezza che non mi lasciano dubbi sulla tua serietà! Cosa possiamo fare? Innanzitutto ti consiglio di sporgere denuncia contro le 2 persone che hanno cercato di abusare di te. Non ti preoccupare se non conosci il nome della seconda persona. Sarà nostro compito scoprire chi è. E poi, di sicuro tua mamma sarà al tuo fianco dopo aver ascoltato quello che ti è successo. Però, prima di ritornare da tua mamma, ti consiglio di rimanere qui a Monaco per un paio di giorni. Ho controllato prima negli archivi delle persone scomparse, ed ho notato che tua mamma non ha ancora fatto alcuna denuncia della tua scomparsa! Se non sai dove dormire, posso fare una chiamata agli assistenti sociali”

No, non c’è nessun problema. Jannik può stare da noi senza problemi” disse subito Regis senza dare modo di replica a Jannik.

Ok, allora, ci vediamo tra 2 giorni. Nel frattempo preparo la denuncia. Ci vorrà una mezz'oretta. Ho bisogno che la leggi prima di firmarla. Se hai delle remore, o domande, posso chiedere per un avvocato che ti assista, ma non credo che nel tuo caso ce ne sia bisogno!” disse Schmitz indirizzando i ragazzi verso una macchinetta del caffè.

Dopo tre quarti d’ora i ragazzi erano già fuori dal presidio di polizia, e decisero che prima di andare a farsi un giro per il centro della città, di fare una visita ad un noto Fast food che era all’angolo della strada.

Alle 7:00 di sera erano già a casa per cenare insieme a Cristine. Durante la cena raccontarono dell’appuntamento con il sig. Schmitz, e di ciò che avrebbero fatto nei giorni successivi. Naturalmente per Cristine non ci fu alcun problema che Jannik pernottasse per un paio di giorni.

Dato che erano stati tutto il giorno fuori, decisero che era il caso di rimanere in camera per il resto della serata, quindi si congedarono da Cristine, e andarono nella camera di Regis.

Appena entrato, Regis si spogliò e andò nel bagno per rinfrescarsi con una doccia. Jannik rimase ancora una volta a bocca aperta nel vedere il suo nuovo amico in veste adamitica. Non aveva un filo di grasso, e si vedevano molto bene i muscoli che modellavano il suo corpo. Appena Regis si chiuse in bagno, Jannik ritornò alla realtà, e guardando attraverso la finestra della camera, i suoi pensieri ritornarono agli istanti in cui avevano cercato di abusare del suo corpo.

Dopo alcuni minuti, sentì che due braccia stavano cingendo il suo collo, e senza dire una parola Regis appoggio la sua testa al lato destro della spalla di Jannik.

Grazie Regis per tutto quello che stai facendo. Si lo so, posso sembrare ripetitivo, ma senza di te sinceramente non saprei cosa avrei fatto!” disse Jannik con voce rauca.

Regis baciò Jannik sulla guancia, e diede a Jannik un asciugamano per la doccia.

Il nuovo mattino fu salutato dalla visita a sorpresa da parte di Max e Micky. Avevano portato già i panini e i croissant per la colazione, e dopo che Cristine gli aveva aperto la porta, irruppero nella camera di Regis.

Sveglia poltroni, il sole è già alto ed il caffè è già pronto” Urlo Max nelle orecchie di Jannik e Regis.

Regis per istinto gli lanciò il suo cuscino e cercò di tirargli un calcio, ma la mossa avventata lo fece cadere dal letto come un sacco di patate.

Mentre i 2 visitatori lacrimavano dalle risate, gli lanciarono il cuscino in testa.

Nel frattempo Jannik si era alzato dal letto e si era lanciato al collo di Micky, facendolo cadere sul letto.

Ops, se volevate organizzare una orgia, chiudete almeno la porta” disse Cristine che nel frattempo preoccupata dai rumori provenienti dalla camera, era salita in camera di Regis, e si era ritrovata i ragazzi in posizioni equivoche.

Dopo 10 minuti i ragazzi entrarono in cucina, e dopo essersi scusati dello spettacolo che Cristine aveva dovuto vedere, fecero colazione in giardino sotto un sole estivo che preannunciava una giornata con almeno 30 gradi.

Dopo colazione i ragazzi decisero di andare in una piscina all’aperto e poi a fare una passeggiata in uno dei parchi della città. La giornata fu accompagnata da un’aria decisamente estiva, quindi non mancarono scherzi con l’acqua sia in piscina che nei delle fontane che trovavano durante la loro passeggiata nei parchi.

Dopo aver cenato insieme in un Fastfood, decisero di fare un salto nel bar in cui si erano conosciuti qualche giorno prima. La serata trascorse in tranquillità tra battute e brindisi a base di bevande analcoliche.

L’appuntamento con Schmitz era stato fissato alle 9:00

Nonostante Cristine si era premunita di svegliare i ragazzi con un certo anticipo, la pigrizia di Regis nel ritornare nel mondo degli umani fece si che erano già oltre le 8:30, quindi non ce l’avrebbero fatta ad arrivare in orario all’appuntamento con i mezzi pubblici, quindi si offrì di accompagnarli in macchina. Trascinò i 2 ragazzi quasi di peso, mentre Regis stava bevendo il suo secondo caffè, e diede gas alla sua BMW.

Alle 8:55 i ragazzi riuscirono ad essere davanti alla porta dell’ufficio di Schmitz. Cristine decise che questa volta poteva essere presente all’incontro, quindi si presentò insieme ai ragazzi, e dopo aver chiesto al sig. Schmitz se poteva essere presente, si accomodò anche lei tra i 2 ragazzi.

Allora Jannik, ieri mattina i nostri colleghi del tuo paese hanno arrestato il compagno di tua madre, e stanno individuando l’altra persona.”

Il viso di Jannik si illuminò di una luce di rinascita.

Inoltre, abbiamo parlato con tua madre, ed informato che eri a Monaco al sicuro. Gli abbiamo detto che domani saresti ritornato a casa. Non aveva sporto denuncia per la tua scomparsa, ma penso che sia dovuto ai problemi che mi dicevi l’altro giorno. Comunque, aspetta il tuo ritorno a casa per domani!”

L’atmosfera nella stanza fu rotta da commenti di gioia che sia Regis che Cristine fecero a Jannik. Si alzano dalle sedie, e dopo aver ringraziato il sig. Schmitz, si allontanarono dal presidio con aria festosa.

Cristine propose che per festeggiare la bella notizia, avrebbe offerto una coppa gelato in una gelateria italiana che era nei dintorni, presumibilmente il miglior gelato di Monaco.

Dopo il gelato, Cristine si congedò dai ragazzi e li lasciò soli a godersi il pomeriggio estivo della città. Prima però si era raccomandata di non fare troppo tardi,dato che dovevano organizzare il ritorno a casa di Jannik.

Regis propose di fare una passeggiata nel parco più grande della città. Camminarono per circa un’ora costeggiando il fiume, quando arrivarono in angolo del fiume in cui si scorgeva un piccolo isolotto proprio al centro del fiume.

Che ne dici di farci una nuotata fino all’isolotto?” disse Regis mentre si stava giá togliendo la T-Shirt.

Ma non abbiamo portato i costumi per il bagno!” rispose Jannik con sguardo interrogativo.

Beh, come vedi qui non c’è nessuno, e ti ho già visto in versione naturè.... quindi... l’ultimo che arriva sull’isola deve lavare i piatti questa sera...” disse Regis, mentre si era tolto anche i boxer e correva verso la sponda del fiume.

Jannik impiegò qualche secondo in più ad arrivare alla sponda, ma fu il primo ad arrivare sull’isola, appena toccato terra, alzò le mani e gridò la sua gioia al vento.

Rimasero per circa mezz’ora sull’isolotto sdraiati, con la testa di Jannik appoggiata sul braccio sinistro di Regis...affascinati dal cielo blu vivo senza nuvole.

Ritornati sulla terra ferma, si rivestirono, e si diressero verso la prossima fermata del tram. Non volevano fare tardi a casa. In definitiva Jannik il giorno dopo doveva svegliarsi presto per ritornare a casa.

Arrivati a casa, trovarono la tavola già pronta per la cena, con Cristine seduta ad un alto del tavolo intenta a leggere un giornale locale. Accortasi del loro arrivo,li invitò ad accomodarsi, e servì ai 2 ragazzi un antipasto di affettati vari e formaggio. Poi tirò dal forno delle lasagne fatte a mano, accompagnato da saltimbocca alla romana.

Come avrete notato, sono affascinata dalla cucina italiana. Fosse per me, mi trasferirei in Italia già da domani” disse Cristine, allegra dal vedere i 2 ragazzi che mangiavano con gusto le sue pietanze.

Arrivati ai saltimbocca alla romana, Regis si voltò verso Jannik.

Cucciolo, domani tornerai a casa da tua madre, ma sappi che per ogni tipo di problema, io sarò qui ad aspettarti. Inoltre, se vuoi farti un giro qui a Monaco per un fine settimana, puoi sempre pernottare qui da noi. Di sicuro non mancheranno occasioni in futuro di venire di nuovo qui in città!”

Grazie Regis, Grazie Cristine. Non mi dimenticherò mai dell’accoglienza che mi avete dato. Vi sarò per sempre infinitamente grati” disse Jannik mentre una lacrima gli scendeva dalla guancia.

OK, niente più ringraziamenti, andate in camera e preparatevi per la notte. Domani la sveglia è alle 7:00” disse Cristine mentre cominciava a mettere i piatti nella lavastoviglie.

Dopo la consueta doccia, i 2 ragazzi si sdraiarono entrambi sul letto di Regis, e parlarono su ciò che glia spettava il futuro prossimo. Tra qualche settimana Regis e la madre sarebbero partiti per gli USA. Da un lato era contento di conoscere un nuovo Paese, ma negli occhi gli si leggeva la tristezza del lasciare i suoi amici a Monaco!

Jannik invece fantasticava su ciò che poteva fare con la mamma, adesso che il suo compagno era stato arrestato. Inoltre voleva organizzare un viaggio con la mamma, ma non avendo alcun risparmio, cercava di capire dove poteva svolgere qualche lavoretto per guadagnare i soldi necessari al viaggio. Avrebbe voluto andare con la mamma a Parigi, ma forse Berlino poteva andare già bene per la prima volta. In definitiva non si era mai mosso dal suo paese, e anche una città come Monaco era per lui affascinante!

La sceglia suono alle 7:00 come da programma, e si resero conto in quel momento che si era addormentati nel letto di Regis mentre sognavano del loro futuro.

Il primo ad alzarsi fu Jannik, che si butto a capofitto nella doccia. A ruota seguì Regis che dopo aver fatto i suoi bisogni si lavò in denti. Dopo 5 minuti si scambiarono i ruoli, e Regis si infilo sotto la doccia già calda.

Alle 7:20 erano già giù in cucina. Cristine, sbalordita dal vedere i ragazzi già in cucina, gli disse di sedersi, ed iniziare la colazione. In definitiva mancavano solo le uova ed i croissant che erano ancora in forno.

Alle 8:00 erano già tutti i macchina. Cristine si era offerta di accompagnare Jannik alla stazione. In realtà Cristine avrebbe voluto accompagnare Jannik direttamente a casa sua, ma Jannik declinò la proposta. Non voleva che conoscesse sua madre di persona. Forse aveva paura che l'opinione che Cristine aveva di lui avrebbe influito negativamente.

Si salutarono come vecchi amici, e si ripromisero che presto si sarebbero rivisti.



Continua...



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Famiglia Arcobaleno - I - Jannick - Parte 2

Post n°6 pubblicato il 24 Ottobre 2011 da famigliaarcobaleno
 
Tag: Jannik

Attenzione, se é la prima volta che leggi questo racconto, ti consiglio prima di leggerti le parti precedenti, ovvero:

Famiglia Arcobaleno - I – Presentazione
Famiglia Arcobaleno - I - Jannick - Parte 1

Questo é il seguito del racconto:

 

Passarono alcuni minuti, mentre entrambi si studiarono. Regis cercò di leggere negli occhi di Jannik se era stato appena lasciato dalla ragazza, o se aveva litigato con il padre.

Non hai mai visto qualcuno piangere?”

Hm, scusa, non voglio fare la parte del ficcanaso, ma sto pensando che ti è appena successo qualcosa di più grave dell’essere mollato dalla tua ragazza e da un litigio con tuo padre!”

Per tua informazione, non ho mai avuto una ragazza, e mio padre non so chi sia.”

Piacere, sono Regis. Anche io non ho mai avuto una ragazza. Io so chi è mio padre, ma non posso dire che è una cosa positiva!”

Voglio solo fare un giro per la città. Nient’altro.”

Beh, io non ho niente in programma più tardi. Se vuoi possiamo farci una birra. Magari mi racconti qualcosa di te, e io ti spiego come mai non sempre avere un padre è qualcosa di bello.”

Hmm, io... non so... forse...” rispose Regis titubante alla insolita proposta del ragazzo.

Hey, la tua espressione la prendo come una risposta affermativa. Dai, datti una sistemata. Siamo quasi arrivati al capolinea. Monaco ci aspetta!”

Come se i 2 ragazzi si conoscessero da una vita,uscirono dalla stazione e si avviarono verso un pub che Regis conosceva nei dintorni. Il pub era arredato tutto in legno, con un paio di televisori che proiettavano i video di MTV. Si sedettero in un angolo del pub, ed ordinarono insieme una Paulaner ciascuno.

Dopo il consueto Cincin, Jannik raccontò su ciò che gli era accaduto un paio d’ore prima. L’espressione di Regis passò da stupito ad incavolato fino ad essere completamente esterrefatto quando Jannik parlò del tentato stupro nella sua camera.

Dopo aver finito, i 2 rimasero per qualche minuto a guardarsi. Fu Regis a rompere il silenzio sbattendo un pugno sul tavolo che fece barcollare pericolosamente i bicchieri di birra.

Secondo me dovresti denunciarlo. Se lo ha fatto una volta molto probabilmente ci riproverà un’altra volta, e la prossima sicuramente saprà come tenerti sotto controllo.” disse Regis con tono abbastanza elevato

E mia mamma?”

Tua madre non necessariamente sapeva di quello che volevano farti. Da quello che mi hai raccontato, tua madre era al piano di sotto gli effetti delle droghe o dell’alcool.”

Beh... non so... forse...”

Senti, ho un amico poliziotto che sicuramente può aiutarti. Vedrai, sbatteranno quel bastardo dietro le sbarre.” disse Regis senza lasciare il tempo di dire qualcosa a Jannik.

Se vuoi, possiamo andare domani mattina. Gli telefono, e fisso un appuntamento. Non ti preoccupare, lui saprà cosa fare, e ti aiuterà a risolvere il problema con il bastardo.”

Ok, grazie Regis! E tu? Dimmi qualcosa di te! Hai fatto prima una battuta su tuo padre. Cosa c'è di misterioso?”

Beh, i miei si sono separati qualche anno fa, ed io per alcuni mesi ho fatto il migrante tra la casa di mia mamma e la nuova casa di mio padre. Poi mio padre ha avuto una relazione con un’altra donna, o meglio mi ha presentato la sua nuova compagna... e da allora mi sono trovato come terzo incomodo. Ad un certo punto non ha voluto più vedermi perché non condivideva il mio carattere. Il giorno che gliel’ho detto, mi ha letteralmente sbattuto fuori di casa.”

Cosa gli hai detto?”

Beh, gli ho detto semplicemente che ero gay, e che mi ero innamorato di un ragazzo!” disse con naturalezza Regis

Sei innamorato di un ragazzo?” chiese Jannik con faccia stupita.

Veramente,dopo qualche mese ci siamo lasciati,in definitiva non era il mio tipo, ma mio padre da allora non ha voluto più vedermi.”

Ah, scusa, intendevo, non ti piacciono le ragazze?”

Non so se mi piacciono le ragazze o meno, però so di sicuro che i miei occhi cadono sempre dietro un bel sedere maschile, piuttosto che in quello femminile! ...Hey non é che hai dei problemi?”

No, no, scusa. Solo che non ho mai conosciuto altri ragazzi gay, quindi, non ho esperienze in materia. In realtà non ho tanti amici,e quei pochi che conosco,li vedo quasi sempre a scuola.” disse con voce balbettante Jannik.

Senti, adesso faccio una telefonata a mia mamma,e gli dico di preparare un angolo per dormire per te! Non ti preoccupare, sono gay, ma non salto addosso a tutti i ragazzi. Naturalmente, se hai dei problemi, non devi fare altro che dirmelo. Voglio solo aiutarti nei tuoi problemi.”

Ed i problemi con tuo padre?”

Non ti preoccupare, per fortuna ho una mamma che è mamma e papà messi insieme!”

Grazie Regis, non ho problemi, ma mi devi scusare se la mia reazione non è proprio stata amichevole.” disse Jannik scusandosi con il tono con aveva risposto alla notizia data.

Già dimenticato. È un piacere per me avere un nuovo amico.”

Il piacere è anche mio”.Ed i 2 nuovi amici si strinsero di nuovo la mano. Questa volta con la convinzione per entrambi di avere veramente un amico in più.

Senti, se non sei stanco, possiamo fare un salto in un bar qui nei dintorni. Dovevo incontrarmi con alcuni amici. Non vorrei che si preoccupino se non mi vedono!“ chiese Regis mentre ordinava il conto.

Ok, possiamo andare. Io non sono ancora stanco.”

Ah, ti rammento che il locale è frequentato da gay, ma non ti preoccupare, stai sempre al mio fianco e nessuno ti mangerà!” disse Regis mentre si avvicinava al collo di Jannik simulando un morso di un vampiro.

Quanto sei stupido. Non ho amici gay, ma so anche che non mangiano altri ragazzi” rispose Jannik, e gli diede una gomitata allo stomaco.

Agh!”

Regis pagò per le 2 birre, fece una telefonata alla mamma annunciando il pernottamento di un suo amico, e si avviarono verso il bar. Il bar era in un angolo stretto,ma illuminato, a lato di una strada molto trafficata. Dall’esterno sembrava un normalissimo come altri centinaia di locali sparsi per la città, se non per una bandiera arcobaleno attaccata alla porta d’ingresso.

Gli interni del bar erano molto luccicanti, con luci stroboscopiche che lo rendevano quasi una discoteca. Infatti, un angolo del bar era adibito come piccola pista da ballo.

3 ragazzi vestiti con jeans e T-shirt alla moda, salutarono i 2 nuovi arrivati. Regis ricambiò il saluto e si dirisse verso loro. Jannik rimase a bocca aperta. In definitiva era un normalissimo bar, solo che i clienti erano quasi tutti ragazzi, e pochissime ragazze!

Quella bella bocca aperta riesce anche a mettere insieme le parole e a dire qualcosa? Piacere sono Max.” disse uno dei 3 ragazzi mentre allungava la mano a Jannik.

Oh, scusa, si so anche parlare... Ehm... volevo dire...”

Una risata da tutti i 4 ragazzi interruppe Jannik.”

Eko, un altro dei ragazzi, si avvicinò a Jannik, e gli allungò la mano.

Piacere, sono Eko e l’altro è Micky.”

Piacere, Jannik.”

Sei nuovo del giro? Non ti ho mai visto!” Chiese Max

Si, abito lontano da Monaco e non sono mai stato in un bar qui in città. Soprattutto con una bandiera arcobaleno attaccata alla porta.” disse Jannik mentre cominciava ad acclimatizzarsi al clima festoso del bar

Non mi dire, non sei mai stato in un locale gay?” Chiese Micky

Jannik non è mai stato in un locale gay perché non è gay. Gli ho chiesto solo di accompagnarmi qui per potervi salutare e scusarmi per non essere. Non vi fate conoscere, e tenete gli occhi e le mani lontano, prima che scappi via!” Irruppe Regis con tono autoritario.

Allora come comitato d’accoglienza dobbiamo fare un brindisi a Jannik per la prima serata gay della sua vita” Si intromise Eko, e ordinò 5 birre.

Dopo un secondo giro di birra i 2 decisero che era ora di andare a casa.

Regis fermò un taxi, e diede l’indirizzo di casa.

Di solito torno a casa a piedi, sai sono solo 30 minuti dal bar, ma penso che entrambi siamo stanchi, e di sicuro la mamma ci sta aspettando in salotto.” disse Regis, quasi per scusarsi per l’aver preso un taxi.

Il taxi impiegò non meno di 5 minuti per arrivare a destinazione. Regis pagò velocemente e tirò fuori le chiavi di casa.

La casa della mamma di Regis in realtà era una villa con almeno 1000 metri di giardino. Un portone enorme era comandato elettronicamente da dei sensori. Per poter aprirli, Regis usò un qualcosa simile ad una carta di credito, come chiave. Le luci del cortile si accesero come per magia, e un faro illuminò la porta d’ingresso della villa.

Wow, non mi avevi detto che avevi una casa bellissima.” disse Jannik mentre guardava affascinato la maestosità della villa.

La casa era dei nonni. Tanti anni fa dovettero trasferirsi a Berlino, e la lasciarono vuota. Alcuni anni dopo la mamma decise di trasferirsi per lavoro a Monaco, e venne ad abitare qui. Quando poi si sposò con mio padre, restaurarono la casa con le ultime tecnologie. In definitiva mio padre lavora nel settore hi-tech!” disse Regis, mentre entrava in casa seguito dal suo ospite.

Regis, sei tu?“ Chiese una voce femminile da quello che sembrava essere il salotto di casa.

Si mamma, siamo arrivati.” Urlo Regis in direzione del salotto.

Piacere, io sono Cristine, e credo che tu sia Jannik.” Mi disse una bellissima donna che nel frattempo si era alzata dal sofà.

Piacere, Jannik. La ringrazio per l’ospitalità che mi ha dato, signora.” Disse Jannik metre rispose con un baciamano.

Regis, non mi avevi detto che finalmente hai un vero cavaliere come amico.” disse la mamma di Regis incantata dalla gentilezza dell’amico del figlio.

Comunque, puoi chiamarmi Cristine. Sai, il termine signora mi fa sentire più vecchia di quello che sono.” aggiunse la mamma in tono confidenziale.

No, non intendevo offenderla signora, ehm... Cristine. Lei è una bellissima donna. Regis non mi aveva detto di avere una mamma così bella.” disse Jannik con tono di scuse.

Regis, mi sa che non ci hai detto tante cose.” Disse Cristine in tono sarcastico.

Ma’, Mi ero dimenticato di dirti che Jannik dorme nella mia camera sul sofà e non nella camera degli ospiti.” disse Regis per rompere gli scambi di cavalleria tra i due.

L’avevo già immaginato. Ho preparato il sofà. Spero che non farete troppo tardi a chiacchierare” rispose Cristine con tono di chi si aspettava la domanda.

Grazie mamma, sei sempre la migliore” Disse Regis, mentre si dirigevano già in camera.

La camera di Regis era una normalissima camera, ovvero talmente disordinata che non c’era un angolo dove sedersi. Per fortuna Cristine aveva ripulito il sofà!

Vado a farmi una doccia, se vuoi usare il bagno della mia camera devi aspettare un paio di minuti, altrimenti puoi utilizzare quella degli ospiti. Seconda porta a destra!” disse Regis mentre già era in boxer.

No, aspetto che finisci tu. Nel frattempo sistemo il sofà” rispose Regis, mentre sbirciava il corpo tonico del suo nuovo amico.

OK, se vuoi puoi utilizzare il mio computer. Devi solo accenderlo e attendere un paio di minuti” disse Regis mentre si infilava sotto la doccia.

Jannik accese il computer, e mentre attendeva che fosse pronto per navigare su internet, notò una foto di Regis, forse di un anno prima con Cristine ed un uomo che aveva l’aria di essere suo padre.

Quella è l’ultima foto che ho fatto con mio padre e mia madre. La sera gli dissi che ero innamorato di un altro ragazzo. Beh, dopo quella sera non ci siamo più visti!” disse Regis da dietro.

Jannik si spaventò e ci mancò poco che facesse cadere la foto. Non si aspettava di vederlo già fuori.

Continua...


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