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nel cuore del dolore, il germe della rinascita...


Cerco su Wikipedia il simbolo dello Yin e dello Yang e trovo questa definizione:Tutto il mondo manifesto si regge sui princìpi dello yin e dello yang:Lo yin e lo yang sono opposti: qualunque cosa ha un suo opposto, non assoluto, ma in termini comparativi. Nessuna cosa può essere completamente yin o completamente yang; essa contiene il seme per il proprio opposto.Lo yin e lo yang hanno radice uno nell'altro: sono interdipendenti, hanno origine reciproca, l'uno non può esistere senza l'altro.allora mi viene spontaneo fare diverse considerazioni.La persona depressa spesso si sente imprigionata in un vicolo cieco che può farle addirittura accarezzare l'idea di farla finita; ma se questa persona riuscisse a guardare alla sua sofferenza in modo diverso, considerandola cioè un'opportunità di crescita, forse riuscirebbe a darle un senso, una ragione d'essere. Potrebbe perciò acquisire la speranza di assistere ad un'evoluzione della situazione in senso positivo, incamminandosi quasi automaticamente ed involontariamente verso l'uscita dell'insidioso labirinto. Qualche esempio: conosco persone un tempo eternamente insoddisfatte, o che si affannavano alla ricerca di un benessere esclusivamente "materiale" essere improvvisamente maturate a causa della malattia o addirittura della morte di un persona cara: le loro priorità sono cambiate, i loro obiettivi sono diventati molto più autentici e profondi. Altre che, dopo aver affrontato una malattia estenuante e traumatica, si sentono persone "migliori".E' per questo che quando visto questa immagine che impazzava sul web, mi sono davvero girati i neuroni:
al momento non riuscivo neanche a spiegarmi bene il perchè, ma mi sentivo fortemente indignata. Mi veniva solo in mente un'immagine:
In tempi di pessimismo e di crisi (come quelli che stiamo vivendo), si tende a comportarsi come in un naufragio: si cerca di evitare le altre persone che rischiano di affogare per paura che, aggrappandosi a noi con forza, facciano affondare anche noi. Ma se invece di scappare per il timore di un improvviso blackout dei neuroni - a mio parere assolutamente infondato - provassimo a dare un senso (quello di cui ho parlato all'inizio) alla sofferenza e all'insoddisfazione di chi si sfoga con noi? Se provassimo ad indicargli una via d'uscita anzichè allontanarci per paura di venir sommersi dalla "bomba d'acqua" che una persona depressa porta con sè? Altro che spegnimento di neuroni, Io credo che se ci provassimo ne usciremmo arricchiti, e maturati.