RASNA

Post N° 28


LA LINGUA ETRUSCA: MISTERO O MODERNA CONFUSIONE?
Ci troviamo di fronte ad un paradosso per quanto riguarda gli Etruschi: la scrittura non è un mistero, conosciamo il loro alfabeto,  la lettura ed il suono delle parole ma…..ci sono pareri discordi sul significato delle parole stesse vale a dire che non si ha ancora la certezza che, quella ufficiale sia proprio la traduzione giusta. A mio parere è proprio possibile che la dottrina ufficiale abbia “toppato” perché, secondo voi infatti, una civiltà considerata evoluta per quell’epoca, aperta ad accogliere con favore la cultura greca ed egizia, avrebbe limitato tutte le sue fonti scritte a semplici dediche sul retro degli oggetti (tipo: questo vaso è di Larzia…questo è il dono di Aule ecc..) oppure a quelli che si ritengano siano i nomi dei defunti scolpiti sui sarcofagi ( e che se fosse vero saremmo di fronte ad una civiltà senza fantasia poiché, questi pseudo nomi, sono così pochi che, se fossero traslati ai nostri tempi avremmo un Italia in cui si chiamano tutti Giuseppe, Beppe, Peppe, Beppino oppure Maria, Mariuccia, Mariella, Mary) o ancora,vi sembra possibile che abbiamo solo calendari e formule rituali? Va bene che il tempo e le “purghe culturali” latine hanno distrutto la maggior parte dei documenti (chissà se qualcosa sarà rimasto negli sconfinati archivi Vaticani?), ma sinceramente, questo pare troppo poco. Come avviene solitamente, la teoria che prende il sopravvento è quella emanata da studiosi di “grande nome”, però secondo me sarebbero da seguirne altre molto più accattivanti. Per esempio c’è la teoria che l’etrusco sia una lingua’”agglutinata”, come quella egizia, vale a dire, si unisce una parola, composta da un gruppo di sillabe ad un’altra così da ottenere una nuova parola che per essere letta va scomposta nelle sue componenti. In questo modo, partendo da una parola o da alcune sillabe si può ottenere un discorso ben più complesso. Partendo dall’agglutinazione e anche dalla considerazione di fatto che ci sono somiglianze tra il dialetto sardo, quello basco e l’Etrusco (cosa possibile poiché si pensa che l’antico popolo che colonizzò il Mediterraneo, non si fermò probabilmente solo nelle coste dell’attuale Toscana), lo studioso Jorge Alonso Garçia, basandosi in questo caso sul dialetto basco, ha trovato una possibile via di traduzione molto accattivante: ha preso due parole incise su un sarcofago ritenute dalla dottrina attuale il nome ed il cognome del defunto “VELTHUR ATINNAS”, Garçia le ha scomposte nel seguente modo:VELTH= oscurità  UR=acqua  ATIN=sulla porta NAS=sono e cioè “mi trovo sulla porta del fiume dell’oscurità”  e quindi non si tratta di un nome proprio ma di una frase funebre, non a caso, nelle tombe etrusche è scolpita una finta porta, quella che i defunti dovevano attraversare per andare nell’aldilà. La cosa più sconcertante è che in basco la stessa frase è: BALTZ-URI-ATEAN-NAZIn etrusco: VELTH-UR-ATIN-NAS….praticamente quasi uguale!Guardate ora la riproduzione del retro di uno specchio etrusco:
E sentite cosa ha tradotto con il metodo della scomposizione e agglutinazione, lo studioso Francesco Tellini delle tre parole incise sul retro di questo specchio, recante la scena del “giudizio di Paride”, che secondo la tradizione greca doveva decidere quale tra le tre dee fosse la più bella, parole ritenute dalla dottrina ufficiale solo i nomi di Minerva, Uni e Turan:Nel fine cesello         del lucido e rotondo         specchio rosa         dal manico vermiglio         puoi vedere scolpita         piegata su un fianco         una  figura         dall'eccitante solco arabile:         è Afrodite,         denudata per far erigere         dura come un bastone         alla vista del provocante         arabile campo coniugale         la verga del novello sposo,         che introdotta nel solco         percuote come una clava         e stilla violentemente         lo scorrente umore;         a periodi indifferente         per lo sgradevole         sangue sgocciolante…Lo so, che al giorno d’oggi, questo sonetto potrebbe sembrare un po’ disgustoso (anzi lo è), ma gli Etruschi, si sa, in certe cose non ci giravano intorno….tanto da scandalizzare pure i poco pudichi romani……