RASNA

Post N° 42


UNA PICCOLA STONEHENGE ITALIANA: POGGIO ROTA 
A dir la verità non si tratta di un insediamento etrusco perché risale al neolitico (4000 a.c. circa), tuttavia, il sito è stato frequentato anche in età etrusca. Perché? La risposta è semplice, si tratta di un osservatorio “astronomico” e solare particolarmente preciso e siccome, a quei tempi, la scienza era anche disciplina spirituale, perché il culto della madre terra era strettamente connesso alla capacità fecondatrice degli elementi (il fulmine ad esempio aveva il compito di fecondare la terra), i luoghi particolarmente propizi all’osservazione celeste oppure dai quali scaturivano elementi naturali dal suolo (come il vapore acqueo oppure una vena particolarmente copiosa di acqua), diventavano immancabilmente “luoghi sacri”. Le grandi pietre, allineate o messe in circolo, il cui utilizzo, in modo affascinante era ricorrente in tutte le civiltà mondiali contemporanee e di cui troviamo testimonianza in tutti i continenti, avevano, si pensa, il compito, oltre che di formare dei punti di riferimento per le osservazioni celesti, anche quello di “collegare” la terra all’elemento “cielo”.Tutti conosciamo Stonehenge, ma non tutti sanno che di siti simili a questo è pieno il nostro pianeta, ed alcuni sono proprio in Italia. Uno di questi si trova, nel comprensorio di Pitigliano (GR), in località Poggio Rota (sulla strada che collega il paese di Manciano con quello di Pitigliano).Trattasi di una serie di grossi macigni, posizionati da formare un circolo, scolpiti da mano umana con innumerevoli fori e coppelle (il cui significato è ignoto),  distanziati l’uno dall’altro in modo da poter far passare appena un uomo di lato; uno di questi macigni ha sulla sommità un solco che indica la direzione della stella Thuban (la stella polare degli Egizi) e dove il sole si adagia nel giorno del solstizio di inverno. Godetevi queste foto.