RASNA

NON CI ANDAVANO DI SCARTINO....


Ai nostri tempi, ormai un pò troppo civilizzati, dove si esagera anche nella lievità delle pene, quelle che venivano inflitte nelle epoche antiche a chi si macchiava di orrendi delitti ci sembrano cruente ed esagerate perchè lo scopo non era solo quello di procurare la morte, ma di farla arrivare tramite sofferenze tanto più atroci quanto più grave era stato il reato di cui si era incolpati. A volte la stessa sorte, purtroppo capitava ai prigionieri di guerra che però, gli Etruschi generalmente risparmiavano (salvo alcuni casi di sadismo come quello del re Porsenna che si dice facesse uccidere un prigioniero, lo facesse legare faccia a faccia ad uno vivo che veniva fatto morire di stenti insieme al fetore del cadavere dell’altro) perchè pare che credessero che la loro uccisione portasse sfortuna. Si racconta infatti che gli etruschi di Caere (Cerveteri), usciti vittoriosi da uno scontro contro i “pirati” fenici, avessero fatto tantissimi prigionieri salvo che poi si accorsero che dare da mangiare ad una così folta schiera di uomini, costava tempo e denaro, per cui ebbero l’idea sballata di gettarli tutti da una rupe. Pare che dopo questo episodio, che contravveniva al “codice etico” etrusco, una serie di sventure caddero sulla città e sui suoi abitanti, tanto che per placare l’ira degli dei dovettero essere fatti tanti sacrifici e riti di purificazione, il luogo in cui avvenne l’eccidio diventò un luogo da evitare perché sembra che chi passasse di là incorresse in incidenti e cadute. Per i delinquenti e gli assassini sono ricordate, tra le peggiori, due tipi di pene:
la prima veniva denominata “Phersu” , il condannato veniva messo in un sacco insieme ad una belva feroce o in alternativa gli veniva legato un sacchetto in testa, i piedi legati con una catena ad un paletto, dotato di un bastone per difendersi alla cieca dalla furia della belva (che naturalmente aveva la meglio) come vediamo nella foto sopra tratta da una raffigurazione della Tomba degli Auguri di Tarquinia dove la belva in questione è un cane di grossa taglia e c'è pure un personaggio che aizza il cane; la seconda condanna era lo sbranamento da parte di cani affamati che venivano gettati in una buca insieme al condannato.Queste pene sono di certo impensabili ai giorni nostri anche se…..nel frattempo, per tirarmi su il morale, oggi particolarmente nero…mi immagino di rinchiudere il mio datore di lavoro in un sacco e……